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Pesaro e dintorni negli aspetti naturali: Clima


PESARO E DINTORNI NEGLI ASPETTI NATURALI

Il Clima
Anche se un territorio è piccolo come il nostro, il suo clima è condizionato da così tanti e differenti fattori da rendere pressoché impossibile l’esporre in breve spazio una sintesi capace di fornire a prima vista un’idea bastevole; mi limito quindi a riferire qualche cenno generale, e pochi dati. Pur non presentando nulla di eccezionalmente negativo, le condizioni climatiche del Pesarese non possono definirsi tra le più felici, questo lo sanno per diretta esperienza tutti gli abitanti del territorio, e per me - abituato a valutare le qualità di un ambiente più che altro in base ai loro riflessi sui caratteri del manto vegetale - il fatto emerge chiaramente da quanto è osservabile nell’ambito della flora e della vegetazione: queste, pur essendo espressione di una regione geograficamente inserita nell’area mediterranea (e sia pure nel suo settore settentrionale), di squisitamente mediterraneo non hanno effettivamente granché.

Alcuni studiosi di climatologia italiana convengono nel far rientrare tutte le Marche nel compartimento medio-adriatico, sebbene il clima della larga fascia litoraneo-subappenninica settentrionale (da Falconara in su) si ricolleghi strettamente a quello del compartimento alto-adriatico. Questa impostazione non mi convince, mentre concordo con coloro che estendono la regione climatica nord-adriatica sino alle porte di Ancona lungo il litorale, e fino a quasi tutto il Subappennino verso l’interno. Per quanto poi concerne il Pesarese, le analogie climatiche con il settore esterno della vicina Romagna sono tali da non poterne giustificare la separazione da quest’ultimo; non per nulla il cosiddetto “Indice di Lang” (rapporto precipitazione-temperatura) calcolato per Pesaro (56) è pressoché identico a quello medio del distretto planiziare della provincia di Forlì, e non per nulla solo dopo aver decisamente oltrepassato la valle del Foglia si avvertono evidenti differenze floristiche e vegetazionali tra la Romagna meridionale e le Marche.

Per quanto ci riguarda, l’influenza favorevole di vari fattori generali - quali la posizione astronomica (latitudine media 43 gradi e 54 primi Nord, longitudine media 12 gradi e 51 primi Est di Greenwich), il notevole grado di marittimità (confine costiero di circa 12 km, con un rapporto di 1:6,5 rispetto alla superficie territoriale), la presenza del crinale appenninico a distanza relativamente breve dalla costa (circa 50 km), la limitata elevazione dei rilievi ecc. - è in gran parte bilanciata da altri fattori non molto positivi, quali l’orientamento a Nordest della linea di costa (esposta quindi ai forti venti freddi e salati del I quadrante, alternatisi in autunno-inverno a quelli predominanti e non tanto meno freddi del 1V quadrante), la direzione Sudovest-Nordest della media e bassa valle del Foglia (aperta ai venti caldi ed asciutti del III quadrante, che inaridiscono il suolo in primavera ed autunno), la non elevata media annua delle precipitazioni e la loro distribuzione stagionale, ed altro ancora su cui non mi attardo. Effettivamente, il dare una definizione sintetica del nostro clima è cosa tale da mettere un po’ in imbarazzo; penso tuttavia che lo si possa considerare a buon diritto un clima temperato submediterraneo, con notevoli tratti di fisionomia continentale.

Vediamo ora qualche dato sulle principali componenti climatiche del Pesarese, prendendo a base i rilevamenti dell’Osservatorio Metereologico-sismico “Valerio” di Pesaro per il periodo 1881-1964.

La temperatura media annua è di gradi 13,5 (media invernale gradi 4,5, primaverile gradi 12,4, estiva gradi 22,5, autunnale gradi 14,6; escursione gradi 18); la media delle massime estive risulta di gradi più 34,4, quella delle minime invernali di gradi meno 5,7, la relativa escursione di gradi 40,1 (la massima escursione registrata è del 1956, con gradi meno 14 /più 36,5 uguale gradi 50,5). Le temperature più basse si registrano con netta prevalenza in gennaio e febbraio (minima assoluta di gradi meno 15,2 il 16-2-1940), le più alte in luglio ed agosto (massima assoluta di gradi più 39,2 il 6-7-1950), mentre elevate escursioni diurne e stagionali riguardano la primavera e l’autunno. Le temperature minime al di sotto del meno 12 gradi sono da considerarsi del tutto eccezionali; molto raramente scendono tra meno 9 e meno 12 gradi, e scarsa è anche la frequenza tra meno 6 e meno 9 gradi. Benché l’inverno non sia solitamente molto rigoroso, l’avvio della stagione primaverile è di norma piuttosto tardivo; le temperature estive sono in genere mitigate dall’influenza del mare. L’umidità relativa media annua è del 74 per cento, valore che, avulso dal contesto nel quale va preso in considerazione, dice assai poco. La media annua delle precipitazioni è di circa 750 mm in poco meno di 100 giorni piovosi; esse si verificano per il 35 per cento in autunno, 24 per cento in inverno, 23 per cento in primavera, 18 per cento in estate. Nel valore surriportato sono comprese le precipitazioni nevose, le quali tuttavia non hanno da noi grande peso; i giorni in cui si osservano sono mediamente circa 10 all’anno, il più frequentemente in febbraio; l’altezza media del manto nevoso si aggira sui 20 cm, e sono da ritenersi eccezionali i casi nei quali si giunge a 40-50 cm o più.

Nel corso dell’anno si hanno in media 15 giorni di nebbia fitta, e circa altrettanti con formazioni nebbiose meno importanti. La nuvolosità media annua (valutata in decimi di cielo coperto) è di 5,1; i mesi più nuvolosi sono nell’ordine dicembre, novembre e gennaio, i meno nuvolosi luglio ed agosto.

La pressione atmosferica media annua è di mm 761,6. I venti predominanti sono del IV quadrante (Nordovest) da novembre a marzo, del I quadrante (Nordest) da aprile a settembre, del III quadrante (Sudovest) in ottobre; il meno frequente è lo scirocco (Sudest). La loro velocità media è di 12,6 kmh: la massima spetta al vento di Nordest (greco, bora), che raggiunge spesso i 90 kmh, ed eccezionalmente i 120 kmh, seguito dalla tramontana (Nord), e poi dal ponente e dal libeccio (garbino); la velocità minima spetta invece all’ostro (Sud) ed allo scirocco.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 23.08.2010
    Ultima modifica: 23.08.2010

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