Opere specialisticheOpere specialistiche

CENNI SULLA VEGETAZIONE, FLORA E FAUNA DEL MASSICCIO DE...

TIPOLOGIA E DINAMICA DELLE SPIAGGE FANESI, di Umberto G...

FLORA DEL MASSICCIO CENTRALE DEL GRUPPO DEL MONTE CATRIA, di Aldo J.B. Brilli-Cattarini, Leonardo Gubellini, Sandro Ballelli e Edoardo Biondi


FLORA DEL MASSICCIO CENTRALE DEL GRUPPO DEL MONTE CATRIA - Catalogo sommario redatto per l'escursione del "Gruppo di Lavoro per la Floristica” della Società Botanica Italiana, 13 giugno 1982

Versione digitale del dattiloscritto con lo stesso titolo di Aldo J.B. Brilli-Cattarini, Leonardo Gubellini, Sandro Ballelli ed Edoardo Biondi, Centro Ricerche Floristiche Marche di Pesaro, giugno 1982

Citazione bibliografica: BRILLI-CATTARINI A.J.B., GUBELLINI L., BALLELLI S. e BIONDI E., 1983 - Flora del Massiccio centrale del Gruppo del M. Catria. In: "La Valle del Metauro - Banca dati sugli aspetti naturali e antropici del bacino del Metauro", http//www.lavalledelmetauro.it. Ed. Associazione Naturalistica Argonauta e Comune di Fano, Fano (PU).

CENNI GENERALI SUL MASSICCIO CENTRALE DEL GRUPPO DEL MONTE CATRIA
Aldo J. B. Brilli-Cattarini e Leonardo Gubellini, Centro Ricerche Floristiche Marche, Pesaro

Con il nome di “Gruppo del M. Catria” si identifica il settore dell’Appennino umbro-marchigiano settentrionale delimitato a W e NW - da Cagli al Valico di Scheggia - dal corso del Torr. Burano (subaffluente del Metauro attraverso il Candigliano), a S da Scheggia ai pressi di Sassoferrato - dal corso del Torr. Sentino (affluente dell'Esino), a N-NE-E da una serie di depressioni vallive e basse insellature collinari che da Cagli - per Frontone, Poggetto e Venatura - raggiungono Sassoferrato (v. cartina).

Interamente incluso nella regione marchigiana fisica, il Gruppo insiste su due regioni politiche (Marche e Umbria) e su tre province (Pesaro, Ancona e Perugia), estendendosi su un'area di oltre 150 km2, con elevazioni che vanno dai 250 m di Cagli ai 1701 m della vetta del M. Catria, e gravitando su tre bacini fluviali: Metauro, Cesano ed Esino.
Pur comprendendo la linea delle maggiori culminazioni orografiche in questo settore della dorsale appenninica, il Gruppo - così come il finitimo e più settentrionale Massiccio del M. Nerone - rimane spostato di 10-12 km a NE dello spartiacque tra i bacini adriatici e tirrenici; quest’ultimo, a causa di antichi fenomeni di cattura, corre attualmente su rilievi di altezza assai minore, mentre nel primo Quaternario passava molto probabilmente per la linea Nerone-Catria.

Nell'interno del Gruppo come sopra delimitato, si possono distinguere quattro Sottogruppi:

1) - il Massiccio Centrale, comprendente le maggiori culminazioni, delimitato a NW dal Torr. Burano da Cagli a Cantiano, a SW dalla linea Torr. Bevano-Sella di Pian di Lucchio-Fosso della Gorga da Cantiano a Valdorbìa, a S dal Torr. Sentino da Valdorbìa a Isola Fossara, a E e NE dalla linea Isola Fossara-Fosso Artino-Sella di Nocria-Fonte Avellana-Forchetta-Fosso Semete-Torr. Cinisco-Ca d’Usepio-Paravento-Montione-Cagli.
2) - Il Sottogruppo del M. della Strega, a SE del Massiccio Centrale, dal quale è separato dalla valle del Fosso Artino, mentre gli si collega mediante la Sella di Nocria; culminazioni principali: M. della Strega (m 1276), M. di Fuori o M.Forìa (m 1115), M. Cilio (m 1121).

3) - Il Sottogruppo di Val Canale, a NE del Massiccio Centrale - dal quale è separato dalla valle del Torr. Cinisco e collegato dal valico della Forchetta - e a NW del Sottogruppo del M. della Strega, dal quale lo separa il corso superiore del Cesano; culminazioni principali: M. di Val Canale (m 978), M. Mura (m 898), M. Roma (m 848), Poggio di Campomiele (m 846). 4) - Il Sottogruppo del M. Aguzzo, a SW del Massiccio Centrale, dal quale è separato dalle valli del Torr. Bevano e del Fosso della Gorga e collegato dalla Sella di Pian di Lucchio; culminazioni principali: M. Aguzzo (m 1110), M. Orneti (m 1104), M. Forcello (m 1085), M. Petria (m.1048).

Il Massiccio Centrale, così come precedentemente delimitato (v. anche cartina), è essenzialmente costituito da una lunga dorsale (circa 14 km) diretta da NW a SE, un poco arcuata verso SW, sulla quale si elevano le maggiori culminazioni del Gruppo, separate da insellature ora piuttosto strette, ora assai ampie. Iniziando da NW (dintorni di Cagli, c. 250 m) si notano: il M. Bambino (m 825), il M. Campifobio (m 934), il M. Tenetra (m 1240) dal quale si protende verse NE lo sperone del M. Morcia (m 1223), il M. Alto (m 1321), il M. Acuto (m 1668), il M. Catria (m 1701), la cresta delle Balze degli Spicchi (m 1490-1526). Dopo le Balze degli Spicchi e il successivo pianoro di Pian d’Ortica, la dorsale è bruscamente interrotta dalla bastionata delle Balze dell’Isola - precipitanti su Isola Fossara e la valle del Sentino - terminata a S dallo sperone roccioso del Corno di Catria (m 1185) sopra Valdorbìa.

Il Massiccio è dominato dalle due vette quasi gemelle del M. Catria e del M. Acuto, separate tra loro dall’ampia depressione dell’Infilatoio-Dogana e costituenti le maggiori elevazioni del settore settentrionale dell'Appennino centrale umbro-marchigiano, nonché del lunghissimo tratto di dorsale appenninica interposto tra i Monti Sibillini a SE e l’alto Appennino tosco-emiliano a NW; montagne che superino i 1600 m si elevano solo molto più a SE (Sibillini) e molto più a NW (M. Falco di Falterona).

I fianchi della dorsale (corrispondente a una grande piega anticlinale (M. Nerone-M. Petrano-M. Catria), affiancata a NE dall'anticlinale M. Roma-M. della Strega, e a SW dall’anticlinale M. Petria-M. Cucco) declinano rapidamente a NW, W e SW sulla valle del Burano e su quelle del Bevano e del Fosso della Gorga, incisi da conche, anfiteatri e ripidi solchi vallivi ora profondi e ben evidenti, ora di modesta entità: così il Fosso dei Gamberi, il Fosso della Tenetra con il sovrastante grande anfiteatro, il Fosso dei Vetrici, il Fosso del Fibbio ecc. I versanti orientale e nord-orientale sono più profondamente solcati, con valli prolungantisi verso NE attraverso altri Sottogruppi e alternantisi a propaggini e rilievi secondari ben delineati; da NW a SE si notano: il Fosso delle Larghe e del Canale (tratto superiore del Fosso Screbia) tra i rilievi M. Campifobio-Montione e M. Morcia-Paravento, il Fosso del Mandrale tra i rilievi M. Morcia-Paravento e M. Acuto-M. Schioppettino, la Valle della Porta (alto corso del Torr. Cinisco) tra i rilievi M. Acuto-M. Schioppettino e M. Catria-Rocca Baiarda-Poggio Mezzano, l'anfiteatro della Valle sopra Ponte Avellana, i Valloni e la Valle del Calecchio (alto corso del Cesano) tra il M. Catria, le Balze degli Spicchi e la Costa del Calecchio, ecc.

La lunga linea di cresta presenta rilievi era ben evldenti ma di modesta entità (M. Bambino, M. Campifobio ecc.), ora tondeggianti e poco accentuati (M. Tenetra, M. Alto), or ancora accentuatissimi e di mole imponente e caratteristic a (M. Catria, M. Acuto). Sui fianchi della dorsale (e sulla stessa linea di cresta), in un complesso di pendici generalmente molto acclivi - per lo più variamente boscate sino a 1200-1300 m, con punte superanti i 1500 m, nel resto quasi ovunque coperte da prati e pascoli - si notano numerosi settori rocciosi e rupestri ubicati a quote sia basse o medie (Valle del Mandrale, Valle della Porta, Genga Aguzza ecc.), sia medio-alte o alte (alto versante SW del M. Acuto, Balze della Vernosa, Balze degli Spicchi, Balze dell’Isola, Valloni e Balza dell'Aquila, Balze della Porrara, Rocca Baiarda, Balze della Porta ecc.).

Dal punto di vista geologico-stratigrafico il Massiccio presenta una serie di formazioni calcaree o calcareo-marnosi che vanno dal Triassico superiors al Cretacico superiore ed Eocene inferiore e medio. Affiorano infatti in maggiore o minor misura le formazioni del calcare massiccio (Triassico superiore-Giurassico inferiore p.p.), della pietra còrniola, del rosso ammonitico e degli strati ad Aptici (Giurassico inferiore p.p., medio e superiorr), del calcare rupestre (Cretacico inferiore), scisti o marne a fucoidi (Cretacico inferiore-medio), e infine della scaglia bianca, rossa o rosata (Cretacico superiore-Eocene inferiore e medio).
Le formazioni maggiormente affioranti sono quelle riferibili al Giurassico (còrniola, rosso ammonitico, strati ad Aptici), al Cretacico inferiore (calcare rupestre) e al Cretacico superiore-Eocene inferiore (scaglia); queste ultime sono visibili soprattutto alle quote inferiori sui due versanti della dorsale, mentre quelle del Giurassico e del Cretacico inferiore costituiscono le parti medie e alte del Massiccio.
Falde e depositi detritici derivanti dalla disgregazione delle rocce sopraindicate sono distribuite un po' ovunque in tutto il Massiccio, ma soprattutto nelle parti meno elevate.

Dalla natura delle formazioni rocciose costituenti l'ossatura del Massiccio derivano suoli in genere eminentemente calcarei e quindi basici; tuttavia in tutto il settore preso in considerazione (e soprattutto alle quote medie e superiori) è notevole la presenza di lenti ed estese coltri di terreno decalcificato e spesso più o meno fortemente umificato - da neutro o subacido a nettamente acido - ricoprenti i substrati calcarei.

L’intero Massiccio è compreso entro l’isoieta dei 1000 mm, e la media annua delle precipitazioni si aggira sui 1350-1400 m per quanto riguarda le parti più elevate, sui 1200-1250 mm alle quote inferiori. Il numero medio annuo dei giorni piovosi è di circa 110 (massimo nei mesi da novembre a gennaio, minimo in luglio-agosto); le maggiori precipitazioni si registrano nei mesi da settembre a gennaio e in aprile-maggio, le minori in febbraio-marzo e giugno-agosto.
Le precipitazioni nevose, talora molto abbondanti (ma con distribuzione molto irregolare nel corso degli anni), interessano i mesi da novembre a febbraio-marzo; non raramente se ne verificano - con minore intensità e durata - nei mesi di aprile e maggio, meno frequentemente in ottobre; la permanenza della neve è molto variabile (da pochi giorni a parecchie settimane alle quote superiori), soprattutto in relazione alla intensità delle precipitazioni e allo spirare dei venti; depositi di neve possono permanere nelle conche, vallette e canaloni dei versanti nord-orientali sino a fine maggio o giugno avanzato, particolarmente nel caso di abbondanti nevicate tardive.

I massimi di temperatura si raggiungono generalmente nel mese di luglio - in corrispondenza del periodo di minori precipitazioni - mentre i minimi si registrano di norma nel mese di gennaio. Tutta la dorsale è fortemente battuta dai venti, in particolare da quelli del I e IV quadrante nei mesi invernali, e del III quadrante nei mesi della primavera (o talvolta dal tardo inverno) all’estate; a questi ultimi consegue un notevolissimo inaridimento del suolo, soprattutto nei versanti più esposti e con terreno poco profondo.

Come già accennato in precedenza, la maggior parte del Massiccio è coperta da boschi, prati e pascoli. I boschi si estendono dalle più basse pendici sino a quote che si innalzano con l'elevarsi della linea di cresta: il limite superiore della vegetazione arborea si trova a circa 1000 m nel settore nord-occidentale della dorsale, a 1400-1450 m nei settori centrale e sud-orientale, con punte di 1500-1600 m nel versante nord-orientale del M. Catria.
I pascoli e prati-pascoli sono distribuiti per lo più in tutte le parti più elevate del Massiccio, ma - in lembi di maggiore o minore estensione - si trovano anche alle quote medie e inferiori.

Sino a 900-1000 (1150) m nei versanti nord e sud-occidentali, e a 700-800 (900) m negli orientali e nord-orientali, dominano le formazioni forestali del piano vegetazionale collinare, variamente distribuite a seconda delle esposizioni, dell'acclività, della natura, profondità e umidità dei suoli ecc., tutte governate a ceduo matricinato, e spesso presentanti accentuati aspetti di degradazione.
Sui declivi caldi e più o meno aridi predominano querceti termo-xerofili o xero-mesofili di Roverella, alternati negli impluvi a orno-ostrieti e a lembi di querceto mesofilo o meso-xerofilo.
Nei versanti esposti ad E e NE i tipi di vegetazione termo-xerofila sono meno diffusi, mentre abbondano quelli mesofili: querceti, carpineti, corilo-carpineti, ostrieti, e boschi misti di vario genere sfumanti nella faggeta ai limiti superiori. Notevole è la presenza di leccete relativamente estese nel settore settentrionale del Massiccio e nel basso versante NW, leccete che sul M. Campifobio si spingono sino a circa 900 m; il Leccio - frammisto ad altre specie arboree - è presente e frequente su tutti i versanti, e negli ambienti rocciosi e rupestri si spinge a quote piuttoste elevate: oltre 1300 m sulle Balze dell'Isola, 1250-1350 m nel versante NE del M. Catria, con individui isolati sin oltre 1400 m.
Notevole è altresì la presenza anche abbondante del Cerro su suolo calcareo a 1000-1150 m nel versante S del M. Acuto. Sulle basse pendici dei due versanti del Massiccio sono ancor oggi presenti non estese aree coltivate; i coltivi erano un tempo molto più diffusi e raggiungevano quote elevate (1000 e più m nel versante SW del M. Catria), mentre oggi - con l’abbandono delle colture - sono per lo più ritornati allo stato di prato o pascolo, spesso molto arido e abbondantemente colonizzato da Brachypodium pinnatum.
La vegetazione forestale nel piano montano è costituita da faggete (in maggior parte governate a ceduo, più raramente ad alto fusto) che nei versanti nord e sud-occidentali iniziano a circa 1000 m o anche più in alto, negli orientali e nord-orientali a 800-900 m (talvolta con abbassamenti a 700 m o meno), e che - con aspetti talora molto degradati - raggiungono le quote massime prima accennate per la vegetazione arborea.
I pascoli e prati-pascoli di vario tipo che si osservano soprattutto lungo la linea di cresta e nelle parti più elevate della dorsale presentano caratteri ora più o meno mesofili, ora nettamente xerofili; tipici pascoli appenninici aridi e sassosi sono presenti a varie quote, ma soprattutto nei settori sommitali, talora alternati a pendici detritiche ospitanti caratteristiche cenosi erbacee pioniere.
Di particolare interesse sono nel Massiccio gli ambienti rupestri e quelli di forra, ospitanti cenosi rupicole e litofile, spesso ricche - così come i pascoli sassosi e gli ambienti rccciosi in genere - di specie endemiche appenniniche.

Per maggiori notizie sui tipi di vegetazione presenti nel Massiccio si veda il capitolo successivo.

Fra le specie vegetali più interessanti registrate per il Massiccio emergono (per rarità nell'area qui presa in considerazione o nell’intera regione marchigiana, o per altro aspetto) le seguenti:
Asplenium viride, A. lepidum, Cystopteris alpina, Gymnocarpium dryopteris, Taxus baccata, Ephedra major, Salix herbacea, Celtis australis, Rumex nebroides, Silene catholica, S. parnassica, S. multicaulis, S. ciliata subsp. graeefferi, S. armeria, Dianthus barbatus, Thalictrum minus, Laurus nobilis, Hesperis matronalis, Cardamine chelidonia, Thlaspi cfr. brachypetalum, Iberis saxatilis, Biscutella laevigata, Brassica gravinae, Sedum atratum, Saxifraga adscendens, S. lingulata subsp. australis, Potentilla caulescens, Alchemilla cfr. nitida, A. xanthochlora, Vicia lathyroides, Latyrus nissolia, Melilotus neapolitana, Trifolium badium, T. aureum, Coronilla vaginalis, Geranium cfr. phaeum, G. reflexum, G. lanuginosum, Impatiens noli-tangere, Buxus sempervirens, Daphne oleoides, Viola eugeniae, Hypericum hircinum, Heracleum orsinii, Monotropa hypopitys subsp. hypophegea, Calluna vulgaris, Primula auricula, P. veris x vulgaris, Gentianella columnae, Cruciata pedemontana, Solenanthus apenninus, Stachys recta subsp. labiosa, Physalis alkekengi, Scrophularia vernalis, S. juratensis, Veronica agrestis, Pseudosimachion spicatum, Melampyrum variegatum, Pedicularis tuberosa, Viburnum tinus, Valeriana tripteris, Campanula medium, C. bononiensis, C. tanfanii, C. apennina, C. cfr. pseudostenocodon, Aster alpinus, Omalotheca supina, Serratula nudicaulis, Scorzonera austriaca, Crepis lacera, Hieracium villosum, H. tomentosum, H. pilosum, H. humile, H. amplexicaule, H. prenanthoides, Anthericum liliago, Fritillaria orientalis, Leopoldia tenuiflora, Polygonatum verticillatum, P. odoratum, Sternbergia colchiciflora, Crocus biflorus, Romulea columnae, Festuca altissima, F. dimorpha, Poa alpina, Bellardiochloa violacea, Sesleria cfr. autumnalis, Hordelymus europaeus, Trisetum bertolonii, Anthoxanthum nipponicum, A. ovatum, Arisarum proboscideum, Carex distachya, C. depauperata, C. ornithopoda, Epipactis palustris, Spiranthes spiralis, Neotinea maculata, Orchys x dietrichiana, O. x colemannii, Corallorhiza trifida.

SINTESI DELLA VEGETAZIONE
Sandro Ballelli
Edoardo Biondi
Istituto di Botanica dell’Università di Camerino

La vegetazione del Massiccio del M. Catria è essenzialmente costituita da pascoli, prati-pascoli e boschi. Una recente indagine fitosociologica eseguita su questi ambienti (BIONDI e BALLELLI, 1982) ha permesso di accertare i seguenti tipi vegetazionali:

Pascoli di altitudine (Seslerietalia apenninae Bruno, Furnari 1966)
Seslerion apenninae Bruno, Furnari 1966

Prati e prati-pascoli (Brometalia (Koch) Br.-Bl. 1936)
Asperulo (purpureae) - Brometum erectum Biondi, Ballelli 1981
Seslerio (nitidae) - Brometum Bruno, Covarelli 1968
Brizo (mediae) - Brometum erecti (Bruno, Covarelli) Biondi, Ballelli 1982

Prati-pascoli mesofili (Arrhenatheretalia Pawl. 1928)
Cynosurion Tx. 1947

Foreste di sclerofille sempreverdi (Quercetalia ilicis Br.-Bl. 1947)
Ostryo-Quercetum ilicis Trinajstić 1977

Foreste di caducifoglie termofile (Quercetalia pubescentis Műller 1962)
Scutellario-Ostryetum Pedrotti, Ballelli, Biondi 1979
Bosco di Quercus pubescens

Foreste di caducifoglie mesofile (Fagetalia sylvaticae Pawl. 1928)
Carpino (betuli)-Coryletum avellanae Ballelli, Biondi, Pedrotti 1980
Plysticho-Fagetum Feoli, Lagonegro 1981

L’alleanza del Seslerion apenninae è rappresentata da pascoli che nell’Appennino si rinvengono comunemente al di sopra del limite dei boschi; sul M. Catria (m 1701) la quota potenziale per tale limite altimetrico non si raggiunge, ciò nonostante presso la vetta, sul versante esposto a Nord, si sviluppa una vegetazione dominata dalla presenza di Sesleria tenuifolia (= S. apennina), all'interno della quale si rinvengono numerose specie dei pascoli appenninici di altitudine caratteristiche (secondo BRUN0 e FURNARI, 1966) dell’ordine Seslerietalia apenninae e dell'alleanza Seslerion apenninae, quali: Myosotis alpestris, Polygla alpestris, Gentiana verna, Potentilla crantzii, Draba aspera, Festuca violacea subsp. macrathera, Phyteuma orbiculare, Minuartia verna, Carex kitaibeliana ed Euphrasia salisburgensis.

I pascoli aridi appartenenti all’alleanza del Bromion sono riferibili alle associazioni Asperulo (purpureae)-Brometum erecti e Seslerio (nitidae)-Brometum.. La prima si sviluppa sui versanti più caldi del piano collinare e in alcune zone di quello montano; sono considerate caratteristiche di questa associazione: Asperula purpurea subsp. purpurea, Eryngium amethystinum, Crepis lacera, Allium sphaerocephalon subsp. sphaerocephalon. Sul M. Acuto, sui versanti esposti a E e SE, alle quote superiori a 850 m e sino a oltre 1200 m, è presente la subassociazione di altitudine Teucrietosum montani della quale sono specie differenziali: Teucrium montanum, Alyssum montanum subsp. montanum, Leontodon crispus subsp. crispus, Centaurea triumfetti subsp. triumfetti, Cerastium arvense subsp. suffruticosum, Avenula cincinnata, Centaurea rupestris subsp. ceratophylla e Potentilla crantzii. Sempre sul M. Acuto questo pascolo si collega direttamente all’associazione soprastante Seslerio (nitidae)-Brometum che si presenta ampiamente diffusa anche negli altri monti del Massiccio, quali Catria, Tenetra e Morcia.
Questi seslerieti, che si rinvengono anche a quote assai modeste (intorno ai 600 m), nei versanti piu caldi possono raggiungere e superare i 1600 m. Si tratta di formazioni discontinue, dominate - nella maggioranza dei casi - dalla presenza di Sesleria tenuifolia piuttosto che da quella di Sesleria nitida; infatti l’associazione si presenta, nella sua forma tipica, solo in aree piuttosto ristrette quali, ad esempio, il versante E del M. Catria o quello S del M. Acuto; negli altri casi si ha invece la subassociazione di altitudine che si differenzia appunto per una notevole presenza di Sesleria tenuifolia e di altre specie ipsofile.
Una nuova subassociazione del Seslerio (nitidae)-Brometum è stata descritta per il versante SW del M. Catria e denominata Festucetosum dimorphae per l’elevata presenza di Festuca dimorpha; quest'ultima si rinviene comunque in un contesto fitosociologico caratterizzato delle specie dell’ordine Brometalia.

Nelle aree meno acclivi delle parte superiore del piano collinare e nel piano montano si sviluppano invece dei pascoli particolarmente densi e polifitici che vengono periodicamente falciati (di solito alla metà di luglio) e che appartengono all'alleanza del Mesobromion. Si tratta di prati-pascoli attribuiti all'associazione Brizo (mediae)-Brometum erecti che risulta caretterizzata da: Briza media, Plantago lanceolata var. sphaerostachya, Luzula campestris, Filipendula vulgaris e Centaurea triumfetti subsp. triumfetti.
Meno diffuso del precedente è un altro tipo di prato-pascolo, decisamente più mesofilo, che viene riferito all'alleanza del Cynosurion e che si localizza su aree con una morfologia caratterizzata da leggere depressioni come all'Infilatoio, al Pian d’Ortica, e nella parte culminale del M. Catria.

Nel settore nord-orientale del Massiccio del M. Catria - sino ad una altitudine di 900 m sul M. Campifobio - si rinvengono leccete mesofile con considerevole presenza di Quercus ilex e con penetrazione di alcune specie mediterranee; comunque risulta sempre notevole il contingente di specie dei Quercetalia pubescentis e dei Querco-Fagetea. Tali formazioni vengono attribuite al Quercion ilicis e all’associazione Ostryo-Quercetum ilicis descritta per la Penisola Balcanica.

Nei versanti più caldi e alle quote fino a 1000 m si sviluppano boschi cedui degradati a Quercus pubescens nei quali sono presenti numerose specie erbacee dei pascoli aridi circostanti; è questa comunque una vegetazione non ancora sufficientemente studiata e che viene genericamente attribuita all’ordine Quercetalia pubescentis. La formazione boschiva maggiormente rappresentata in questo tratto dell’Appennino è l’orno-ostrieto che viene inquadrato nell’associazione Scutellario-Ostryetum appartenente all'alleanza del Laburno-Ostryon. Lo Scutellario-Ostryetum è un bosco ovunque governato a ceduo matricinato; occupa buona parte del piano collinare di vegetazione sino a 900-1000 m di altitudine, ed eccezionalmente raggiunge anche quote più elevate nei versanti assolati. A questa associazione si riconosce una notevole valenza ecologica, manifestantesi con la presenza di varianti diverse che vanno da aspetti termofili a forme decisamente più mesofile di transizione alla faggeta.

Negli impluvi e lungo i canaloni è possibile rinvenire frammentarie presenze del Carpino (betuli)-Coryletum avellanae,un’associazione forestale dominata della presenza di Corylus avellana e Carpinus betulus. Nel sottobosco si sviluppa un folto contingente di geofite; l’associazione viene inquadrata nell'alleanza dei Carpinion per la presenza - oltre che del Carpino bianco - di Ornithogalum pyrenaicum, Stellaria holostea, Prunus avium e Melampyrum cfr. nemorosum.

La faggeta è infine il bosco che occupa il piano di vegetazione montano e che raggiunge le quote più elevate - superiori a 1500 m - nel Bosco Rotondo sul M. Catria, e sul versante NE del M. Acuto in località Le Gorghe. I boschi di faggio vengono governati a ceduo matricinato e, in alcuni casi, anche a fustaia; recentemente sono stati realizzati - sia sul M. Catria, sia sul M. Acuto - numerosi interventi per avviare ad alto fusto maggiori superfici di faggeta.
Questo bosco, dal punto di vista fitosociologico, viene attribuito all’associazione Polysticho-Fagetum per la presenza delle caratteristiche: Polystichum aculeatum, Cardamine enneaphyllos, Epilobium montanum e Saxifraga rotundifolia.
Nel Massiccio del Catria l'associazione è presente quasi ovunque nella subassociazione Aceretosum pseudoplatani della quale si rinvengono numerose specie differenziali. Il Polysticho-Fagetum subass. aceretosum pseudoplatani è simile all'Aceri-Fagetum che è stato rinvenuto anche sull'Appennino forlivese su substrati decisamente acidi; i terreni delle faggete del Gruppo del M. Catria, specialmente nelle zone più elevate, si presentano notevolmente decalcificati ed assumono caratteristiche di subacidità o acidità come testimoniano le sporadiche presenze di Calluna vulgaris e di Corallorhiza trifida.

(seguono 50 pagine di Elenco floristico, qui non riportate).


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 10.09.2010
    Ultima modifica: 03.03.2011

Nessun documento correlato.


CENNI SULLA VEGETAZIONE, FLORA E FAUNA DEL MASSICCIO DE...

TIPOLOGIA E DINAMICA DELLE SPIAGGE FANESI, di Umberto G...