Opere specialisticheOpere specialistiche

Ipotesi dell'ubicazione del porto fanestre alla foce de...

Inquadramento geologico della media valle dell'Arzilla

Aspetto geografico e geomorfologico della zona di Novilara, Candelara e S. Maria dell'Arzilla


Novilara

L'attuale località è a circa 6 km da Pesaro, in direzione sud-est e si trova in posizione esposta, a 215 m d'altitudine, sul penultimo dei circa trenta contrafforti che dal Gargano alla pianura Padana scendono dall'Appennino fino all'Adriatico, divisi tra loro da quelle vallate tanto caratteristiche del paesaggio dell'Italia centro-orientale.
Il territorio di Novilara è sostanzialmente scolpito in sedimenti marini d'età pliocenica, corrispondenti ad una successione di dominanti bancate sabbiose arenacee, variamente cementate, con sottili intercanalazioni pelitico argillose (Marchetti 1997).
Questa successione, a buon grado di permeabilità, e come tale capace di ospitare falde idriche, risulta ricoperta, sui fondovalli principali, da una coltre di depositi alluvionali recenti di natura ghiaiosa sabbiosa, ancor più produttivi per quanto riguarda le risorse idriche, a loro volta coperti da fertili limi.
Ai piedi dei versanti si sviluppano estese coltri alluvionali terroso-limose accumulate dalle acque dilavanti che scendono dai versanti stessi, anch'esse a buona fertilità.
La successione delle rocce marine presenta una giacitura abbastanza regolare, con strati e banchi immergenti verso sud-ovest.
Tale successione è, in altre parole, caratterizzata da una struttura monoclinale, nel cui ambito si sono sviluppate tipiche valli susseguenti, ossia valli orientate secondo la direzione degli strati (SE-NO) e impostate in corrispondenza delle testate di quegli strati che costituiscono gli orizzonti più teneri (sabbie meno cementate).
La valle dei Condotti costituisce appunto un tipico esempio di tale tipo di valli.
Queste stesse valli, poi, risultano aperte all'interno di un più antico paesaggio a morfologia subpianeggiante, i cui resti, cioè i lembi di paleosuperfici, sono relativamente ben conservati e sviluppati in corrispondenza delle aree poste a cavallo dei locali spartiacque.
Nel territorio novilarese è sostanzialmente possibile distinguere due gruppi principali di questi resti subpianeggianti dell'antica superficie: ad un primo raggruppamento fanno capo i "pianalti" situati a nord-est dell'autostrada Bologna-Ancona e le cui quote risultano all'incirca comprese fra i 90 e i 110 m. s. l. m.; all'altro gruppo (sud-ovest dell'autostrada) fanno capo quelli con quote comprese fra i 150-160 m. s. l. m. e quelli con quote comprese fra i 190-200 s. l. m.
All'interno di questi sistemi spiccano alcune vette isolate, quali quelle presenti nella zona dell'ex Ospedale quella assai caratteristica di Novilara, conservatasi anche per interventi di sostegno artificiale.
Complessivamente possiamo dire che nel nostro territorio è possibile individuare due unità geomorfologiche: l'unità di Trebbiantico ex Ospedale e l'unità di Novilara, separate da un lineamento strutturale, quasi certamente corrispondente ad una faglia, cioè ad una grande frattura con reciproco spostamento delle parti, collocata all'incirca lungo il tracciato dell'autostrada.
L'unità di Novilara è poi a sua volta suddivisibile in due sottounità con limite all'incirca situato lungo la strada bassa che da Novilara porta verso ovest-nord-ovest; la loro esistenza è da ricollegare a variazioni litologiche, ossia alla presenza, a sud-ovest di detto limite, di rocce sostanzialmente dure costituite da grossi banchi di arenarie relativamente ben cementate: è proprio grazie alla presenza di questo tipo di rocce che i rilievi qui presenti hanno potuto mantenere quote più elevate (Marchetti 1997).
All'interno di questo sistema geomorfologico i pianalti più estesi e al loro interno i settori panoramicamente più significativi, hanno costituito e costituiscono aree preferenziali per il popolamento.
In particolare anche l'abitato piceno doveva essere situato su uno di questi ripiani, mentre la necropoli è stata collocata là dove il pianoro termina dando origine ad una conca e quindi in una zona meno favorevole.
Anche i pochi siti d'età romana attestati seguono questa norma generale, andando tutti a porsi sui lembi residuali dell'antica superficie.

Candelara e S. Maria dell'Arzilla

La morfologia è quella tipica della collina marchigiana nella prima fascia litoranea. Piccoli rilievi, pendici morbide, versanti con pendenze anche accentuate, esposti ai lati dell'ideale schema d'asino, spartiacque fra l'impluvio sinistro dell'Arzilla, che sfocia in mare presso Fano, e quello destro del fiume Foglia o del Rio delle Geniche, torrentello molto breve, articolato in più bracci che si uniscono alla periferia di Pesaro, ora incanalati in un alveo artificiale.
Il ramo principale nasce sotto al Trebbio della Sconfitta e segue la stretta valle fino alla città ed al mare.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 12.10.2004
    Ultima modifica: 18.12.2004

Nessun documento correlato.


Ipotesi dell'ubicazione del porto fanestre alla foce de...

Inquadramento geologico della media valle dell'Arzilla