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La Basilica rinata, il modello dell'IDAU (La Basilica di Vitruvio a Fano)


Contemporaneamente alla realizzazione dei rilievi è stato costruito un modello virtuale della Basilica di Fano secondo proprie ipotesi ricostruttive. Si tratta del primo modello virtuale mai realizzato dell'edificio ed è la prima volta che viene effettuata una ricostruzione completa di piante e alzati. Il modello è stato ricostruito sulla base del testo vitruviano attingendo, laddove erano insufficienti le informazioni del testo, al repertorio grafico dell'architettura classica romana. Per costruire il modello (che va comunque considerato come modello in continuo divenire e aggiornamento) sono stati impiegati 2 anni. Tutto, fino al più piccolo dettaglio dei calcoli dei capitelli è stato ricostruito in modalità tridimensionale con tecniche avanzate di computer-grafica e di modellazione solida. Il modello finale ha una dimensione, a blocchi esplosi, di circa 50 Mega. E' composto da circa 300.000 facce, è disegnato su 130 differenti layer (piani di costruzione) e realizzato, utilizzando 150 differenti colori che individuano differenti elementi del disegno. Dal modello sono state direttamente estratte tutte le viste bidimensionali per le stampe e quelle a fil di ferro per la realizazione di rendering e mappature. A fianco una vista spaziale dell'esterno della Basilica.

La pianta

Punto nodale della ricostruzione (anche in relazione ad ipotesi di attribuzione della Basilica ai resti ipogei di Sant'Agostino) è il disegno della pianta. Vitruvio è abbastanza preciso nel fornire le misure: "Lo spazio libero centrale fra le colonne è lungo 20 piedi, largo 60. Il portico che lo circonda, compreso fra le colonne e i muri, è largo 20 piedi ...". Punti interpretativi più ostici sono rappresentati dalla collocazione del Tribunale e dal disegno, più generale, della parte absidale. L'interpretazione fornita dall'IDAU si basa su considerazioni di carattere tipologico e su una lettura, parsa convincente, fatta da uno studioso fanese, Rodolfo di Luttichau, negli anni '20 del novecento.

Nell'immagine in basso sono riportate alcune viste del modello renderizzato e mappato. Sono viste di interni, esterni e dettagli. Immagini che costituiscono non un'affermazione immutabile di una forma, ma strumenti di lavoro e sperimentazione che permettono di "simulare" elementi diversi ai fini di una loro comprensione e integrazione col testo vitruviano. Il colore dei marmi, delle tessiture, la modulazione delle luci, i disegni geometrici a pavimento o a cassettoni, etc... cambiano, si adeguano e si trasformano alla luce del progredire delle conoscenze. Nel passato, così come nel futuro. Ecco che il modello diventa un "work in progress" a disposizione di studiosi e ricercatori che vogliono contribuire a scrivere il libro delle conoscenze su uno dei più straordinari e importanti edifici della storia dell'architettura; ma il modello diventa anche eccezionale strumento di conoscenza e divulgazione, oltre che didattica, verso i non addetti ai lavori.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 22.07.2004

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