Opere specialistiche
La Via Romea della Marca da Fano a Pergola
Fano, città marchigiana situata sulla costa adriatica, fu l'antica "Fanum
Fortunae" romana: il tempio della dea Fortuna diede il nome e l'origine alla città. Fu attraversata dalla
consolare Flaminia che favorì lo sviluppo del primo insediamento.
Cesare nel De Bello Civili scrisse che la occupò appena passato il Rubicone.
L'Arco d'Augusto era la principale porta della città romana. Inaugurata
nel 9 d.C. insieme alle mura, è il varco monumentale della Flaminia che qui raggiunge il mare.
Nel 540 Fano fu bruciata dai Goti, ricostruita dai Bizantini, divenne un centro della Pentapoli Marittima.
Superato il difficile periodo delle libertà comunali, dalla metà del
Trecento subì la dominazione dei Malatesta. Dal 1463 entrò a far parte dello
Stato della Chiesa.
Le principali attrattive artistico-culturali sono: L'Arco o Porta di Augusto,
l'area archeologica di S. Agostino con gli avanzi sotterranei del I secolo d.C.,
la Basilica Cattedrale, la chiesa di S. Pietro in Episcopio (antichissima cattedrale paleocristiana, in cui è
leggenda sia stato seppellito Bartolagi da Fano, deceduto in combattimento
contro Attila nella difesa d'Aquileia), il Palazzo della Ragione eretto nel
1299 in stile romanico, la Corte Malatestiana, l'ex convento del Santo d'Assisi
(attuale residenza municipale), le chiese di S. Paterniano, di S. Maria Nova e di
Santa Maria del Suffragio.
Eremo di M. Giove. Dall'Arco d'Augusto di Fano, seguendo la Flaminia, si raggiunge (km 3,5) la frazione di Rosciano. Di qui, sulla destra, inizia la strada che sale all'Eremo di Monte Giove (223 m s.l.m.).
Il nome di Monte Giove lascia supporre che nell'era pagana vi sia stato eretto un tempio dedicato a quella divinità. La sommità del colle divenne proprietà dei Monaci Camaldolesi nel 1523.
L'eremo fu costruito nei primi del XVII secolo al tempo di Clemente VIII. Il complesso monastico con i due avancorpi laterali e le caratteristiche celle dei monaci furono ultimate nel 1623, mentre la chiesa fu ricostruita intorno al 1741 su progetto di Gianfrancesco Buonamici.
Nell'interno della chiesa si conservano delle statue in stucco raffiguranti S. Benedetto, S. Pier Damiani, S. Bonifacio e S. Scolastica e una statua marmorea di S. Romualdo, opera del veneziano Antonio Corradini.
Cartoceto è collocato su un'altura a 235 m s.l.m. alla destra della Flaminia in direzione di Roma. La sua origine risale all'epoca romana, come testimonia il ritrovamento di un'iscrizione presso l'antica pieve.
Una leggenda vuole che un gruppo di Cartaginesi scampati alla battaglia del Metauro (207 a.C.) si fosse rifugiato sulle pendici boscose delle alture circostanti. Fu abitata anche dai profughi dei centri vallivi che trovarono rifugio entro le mura turrite del castello. Nel 1351, per ordine di Galeotto I Malatesta, vi fu costruita una munita rocca, distrutta nel 1572 da un terremoto.
Cartoceto per oltre due secoli fu uno dei capisaldi difensivi del territorio di Fano. Oggi nel castello si può ammirare il Palazzo Comunale, adattato all'interno di una casa trecentesca, e il teatro del Trionfo. Poco prima del paese, in un'altura, è il convento di S. Maria del Soccorso, luogo d'ospitalità dei pellegrini provenienti dalla valle del Foglia. Ha origini cinquecentesche; di quell'epoca rimangono parte della torre campanaria e l'affresco della Madonna del latte.
Saltara, antico castello posto su un'altura di 160 m s.l.m., è tuttora circondato da possenti mura e vi si entra per una caratteristica scalinata che mette in comunicazione la piazza del borgo sottostante con il caratteristico porticato a galleria, un tempo usato per le fiere.
Fu libero comune in epoca medievale e visse sotto l'influenza di Fano e dei Malatesta ai quali fu conteso nel XV secolo da Federico da Montefeltro.
All'interno della cinta murata conserva il caratteristico assetto antico a strette vie. E' dominato da una torre quattrocentesca ristrutturata nel 1786.
Sono da visitare la chiesa di S. Lucia, del Soccorso, di S. Maria del Gonfalone, il Santuario della Madonna della Villa con facciata in cotto e la chiesa di S. Pietro Celestino, che conserva un dipinto rappresentante S. Irene che medica S. Sebastiano, della scuola del Barocci, e tele di G. Francesco Guerrieri e S. Ceccarini.
La chiesa di S. Francesco in Rovereto sorge al confine sud occidentale del territorio comunale di Saltara, ed è raggiungibile dalla via Flaminia.
Costruita nella seconda metà del XIII secolo, è stata riedificata nel 1434 da tale Magister Marcus. Della originaria costruzione rimane oggi traccia nella cappella che si apre nel fianco sinistro della chiesa; il convento, che prese il posto delle vecchie case dei religiosi, come ricorda un documento del 1493, fu costruito sul finire del XV secolo da Maestro Bernardino e da Maestro Norberto.
La chiesa ed il convento attiguo, recentemente restaurati e restituiti alla vita monastica, oggi ospitano un centro di spiritualità.
Le origini di Serrungarina si perdono nell'alto Medioevo e incerta è l'etimologia.
Nel XIV era parte dei possedimenti malatestiani. Passò poi sotto il dominio di Fano che vi fece costruire un acquedotto. Intorno all'antica rocca, costruita nel 1348, fu eretta nel 1665 la chiesa parrocchiale di S.Antonio Abate dove si conservano le tele di Gianfranco Guerrieri e Giuliano Persuti (XVI sec.) .
Degna di nota anche la struttura viaria dell'antico abitato, racchiuso entro le cerchie delle vecchie mura.
Tavernelle è una frazione di Serrungarina e antica stazione romana sulla via consolare Flaminia. Oggi si possono visitare i ruderi della stazione di sosta ubicata presso l'attuale chiesa parrocchiale.
Montemaggiore è situato in una posizione arroccata su un colle alla destra del Metauro (197 m s.l.m.).
Una delle tante ipotesi sulla battaglia del Metauro (207 a.C.) colloca il sito dello scontro tra le truppe cartaginesi d'Asdrubale e i Romani nei pressi di Montemaggiore e il vicino paese di Montebello.
Fu possedimento dell'abbazia fanese di S. Martino, dei Malatesta e dei Montefeltro. Dal 1520, con la bolla di papa Leone X, passò sotto il governo della città di Fano cui rimase legato fino al 1631. Vanno ricordati nella piazza del borgo il settecentesco ex palazzetto Marfori e la chiesetta della Madonna del Soccorso. Entro le cerchia delle mura vi è la torre comunale e la settecentesca chiesa parrocchiale.
Sant'Ippolito è posto su di un colle sul versante destro del torrente Tarugo ( 246 m s.l.m.). Il paese fu fondato dai profughi di Forum Sempronii intorno al VI-VII secolo. Fu conteso da Francesco Sforza, dalla Chiesa e dai Malatesta. Nel 1450 entrò a far parte del ducato d'Urbino.
Tra le opere d'arte principali si segnalano resti di mura medievali e del castello. Nella chiesa di S.Giuseppe vi sono gli altari in arenaria, esempio della maestria degli artisti del luogo. La torre dell'orologio è settecentesca.
I resti della città romana di Forum Sempronii sono ubicati nel pianoro di S. Martino di Fossombrone, nei pressi dell'omonima Pieve, delimitati dal Metauro e dal Fosso della Conserva.
L'insediamento deve il suo nome ad un membro della gens Sempronia, forse il tribuno Caio Sempronio Gracco che fra il 133 e il 126 a.C. avrebbe elevato al rango di foro un abitato preesistente. Divenuto poi municipio, la città attraversò un periodo di ricchezza durante l'impero. Fu distrutta da Alarico nel 410 e poi abbandonata.
Dei resti della città si possono ammirare le terme, un tratto della via consolare Flaminia e di vie urbane. Testimonianze di Forum Sempronii sono custodite al Museo Civico "A. Vernarecci" di Fossombrone.
Fossombrone eredita il nome dal vicino municipio romano di Forum Sempronii.
L'insediamento, abbandonato tra età tardoantica e Medioevo, fu ricostruito sul colle Sant'Aldebrando da cui si sviluppò la città attuale. Fu sede vescovile. Sotto il dominio bizantino faceva parte nella Pentapoli Annonaria.
Nel XIV secolo la città passò sotto il dominio dei Malatesta e nel 1445, venduta per la somma di 13.000 fiorini a Federico di Montefeltro, entrò a far parte del ducato d'Urbino.
Nel 1631 passò allo Stato della Chiesa. Oggi si possono ammirare le chiese di S. Agostino (sec. XIX), di S. Filippo (XVII-XVIII), della S.S. Annunziata (XV), la Cattedrale (XVIII), i palazzi vescovile e comunale, la Corte Bassa e la Corte Alta, la Rocca, la Pinacoteca Comunale e il Museo Civico.
Isola di Fano è un'antica località frequentata già dal periodo paleolitico inferiore e nell'era dei metalli.
Occupata dai Romani, fu zona di transito per i collegamenti del municipio di Forum Sempronii con le città di Suasa e Sentinum.
Il castello d'Isola sorse agli inizi dell'XI secolo insieme ai vicini castelli di Caspessa e Monterolo. Sin dal 1187 fu di proprietà della famiglia dei Gualtieri di Fano, da cui prenderà il nome d'Isola Gualtresca. Fu contesa tra Fano e Fossombrone e nel XV secolo dai Malatesta e i Montefeltro.
Cartoceto di Pergola è una piccola frazione strettamente legata al fortunato ritrovamento di un gruppo equestre bronzeo di epoca romana, ritrovato in località Calamello nel 1946.
S. Maria di Lastreto. In un'elevata collina posta tra Fossombrone e Pergola, nei pressi del castello di S. Biagio, i monaci benedettini fondarono il cenobio di "S. Maria Assunta di La streta". La carta più antica che riguarda il monastero è del 1085. Ricorda come "Fulconio, abate di S. Maria di La streta, confermasse in quell'anno alquanti beni ad Aliprando, priore dell'eremo di Fonte Avellana".
L'origine della chiesa e del monastero si può far risalire a prima del 1085. Avanzi d'arte romanica (del IX o X secolo) si vedono nei frammenti d'ornati in pietra, inseriti nelle muraglie della casa parrocchiale e specialmente nella chiesa inferiore, oggi quasi completamente diroccata. Il tempio abbaziale fu abbattuto da un terremoto nel 167 rimase in piedi l'arcata della porta attribuibile al XII secolo.
Nella chiesa inferiore dell'abbazia, trasformata in cantina, si conservano colonne rotonde e quadrangolari, arcate, capitelli con figure di animali, motivi e intrecci di stile romanico.
Pergola fu edificata nella prima metà del secolo XIII da Gubbio come centro commerciale avanzato in territorio marchigiano. Quale libero comune, il territorio fu saccheggiato dalle Compagnie di ventura; dal 1385 al 1446 la città fu dominata dai Malatesta; nel 1463 passò ai Montefeltro sino al 1508 ed ai Della Rovere sino al 1631, anno in cui entrò a fare parte dello Stato Pontificio. Nel 1502 subì una breve occupazione da parte di Cesare Borgia che nella rocca strangolò Giulio Cesare Varano, signore di Camerino, ed i figli Pietro, Venanzo ed Annibale. Pergola ebbe gli onori e le prerogative di città nel 175 nel 1796 vi fu istituita una zecca pontificia.
Il centro storico conserva l'aspetto medievale e parte del tessuto urbano coevo, in pietra concia con bordo liscio all'eugubina; notevoli le mura castellane e i residui della munita fortezza che Federico da Montefeltro fece costruire su disegno di Francesco di Giorgio Martini. Le chiese da visitare sono S. Francesco, Sant'Andrea, Santa Maria delle Tinte, S. Marco, San Biagio.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 21.11.2012
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