Opere specialistiche
S. Maria di Sitria (La Via Romea della Marca - Umbria)
Alle falde del monte Nocria, nella stretta valle del fosso Artino, sorge l'Abbazia di S. Maria di Sitria, fondata da S. Romualdo intorno al 1020. L'anacoreta già nel 1014, dopo la fuga da Valdicastro, aveva costruito sul sito un eremo formato da celle in pietra e legname. A Sitria soggiornò per sette anni recluso spontaneamente in una cella. Oltre a S. Romualdo vi trovarono ospitalità uomini illustri come S. Pier Damiani, S. Domenico Loricato e il beato Tommaso da Costacciaro.
Sitria ebbe in possesso molte chiese nella diocesi di Nocera come S. Maria Assunta di Scirca, S. Pellegrino di Gualdo Tadino, S. Cristoforo di Fossato. Nel 1451 fu data in commenda da papa Nicolò V; nel 1524 aveva come abbate commendatario Saporito Saporiti di Sassoferrato, tesoriere di Clemente VII, e nel 1660 l'abbate Carlo Barberini, divenuto poi cardinale. Nel 1836 i beni dell'abbazia furono incamerati da Gregorio XVI e ceduti al monastero di Fonte Avellana.
La chiesa del secolo XI è in pietra squadrata ed ha la volta a botte. Fu restaurata nel XVI secolo e nel 1972.
L'architettura è di stile gotico romanico, ha una navata a croce latina e il presbiterio rialzato. Al di sotto dell'altare maggiore c'è la cripta, anch'essa romanica, sostenuta da una colonna con capitello forse proveniente da Sentinum.
Una cella della cripta è chiamata "la prigione di S. Romualdo".
Unito alla chiesa c'è il cenobio con la sala capitolare. Le celle dei monaci furono demolite negli anni Trenta. L'abbazia è situata lungo un antico percorso che da Fonte Avellana era utilizzato per raggiungere la Flaminia a Scheggia (via Isola Fossara-Gola del Corno).
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 19.12.2009
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