Opere specialistiche
GLI UCCELLI DEL LITORALE DI FANO, di Virgilio Dionisi
Versione digitale dell'opera: DIONISI V., 2004 - Gli Uccelli delle spiagge e delle acque costiere (pagg. 59-67). In: POGGIANI L., DIONISI V. e GUBELLINI L. - Ambiente, flora e fauna del litorale di Fano. Eds. Comune di Fano e Associazione Argonauta, Fano.
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L’area oggetto di studio comprende circa 10 km di costa marina fanese e precisamente il tratto da Baia del Re alla spiaggia di Metaurilia.
Sono state considerate le specie di uccelli legate agli ecosistemi costieri marini prendendo in considerazione lo stato fenologico, le variazioni stagionali delle popolazioni, le relazioni interspecifiche, le modalità di utilizzazione dell’area e la stima della consistenza numerica.
I dati raccolti sono frutto di osservazioni personali distribuite durante le ore di luce, con conta o stima degli individui presenti. Per la raccolta dei dati sono state utilizzate alcune stazioni di osservazione poste lungo il tratto di costa considerato (Baia del Re, Foce Arzilla, Porto di Fano, Sassonia, Foce Metauro e Metaurilia). I rilevamenti sono stati condotti dal novembre 1998 al dicembre 2003. In particolare sono state studiate le popolazioni svernanti di Svasso maggiore (Podiceps cristatus), Svasso piccolo (Podiceps nigricollis), Cormorano (Phalacrocorax carbo), Gabbiano reale (Larus michahellis) e Gabbiano comune (Larus ridibundus). Sono stati presi in considerazione anche alcuni parametri meteorologici (moto ondoso, intensità e direzione del vento, temperatura, ecc.), dato che le variabili meteorologiche influenzano la presenza delle specie ed il numero degli individui.
Per l’elaborazione dei dati sono state utilizzate anche altre informazioni raccolte dall’autore precedentemente al periodo di studio.
I dati quantitativi rilevati in questo studio non hanno la pretesa di rappresentare un censimento attendibile delle popolazioni degli uccelli marini della costa fanese, in quanto spesso le specie oggetto di questo studio, oltre a potersi spostare in altri tratti della costa adriatica, utilizzano anche alcuni ambienti dell’entroterra, in particolare i Gabbiani frequentano discariche e campi, mentre i Cormorani e gli Svassi utilizzano alcuni specchi d’acqua dolce presenti lungo l’asta fluviale del Metauro.
SVASSO MAGGIORE (Podiceps cristatus)
La specie è stata rilevata da fine ottobre a marzo. La presenza dello Svasso maggiore negli ambienti costieri è influenzata dalle condizioni meteomarine. Con il mare agitato o molto mosso gli individui si concentrano nel bacino portuale di Fano; alcuni esemplari sono stati osservati anche nei laghi di escavazione posti lateralmente all’asta fluviale del Metauro. Con il mare calmo o poco mosso gli individui di Svasso maggiore sono distribuiti un po’ lungo tutto il litorale. Nelle zone di costa con minor frequenza antropica alcuni esemplari si portano anche a ridosso della costa, altrimenti si mantengono ad alcune centinaia di metri dalla battigia.
SVASSO PICCOLO (Podiceps nigricollis)
Nel periodo di studio la specie è stata rilevata dalla seconda metà di agosto a marzo. Anche la presenza dello Svasso piccolo è influenzata dalle condizioni meteomarine. Con il mare mosso gli individui si concentrano nel bacino portuale di Fano, mostrando anche un discreto comportamento sociale: nei mesi di gennaio e febbraio 2002 ripetutamente sono stati rilevati gruppi numerosi, anche di 32 esemplari, al centro dello specchio d’acqua del nuovo bacino in costruzione e precluso (allora) alle attività portuali. Con il mare calmo gli individui sono distribuiti un po’ lungo tutta la linea di litorale. Nelle zone più tranquille lo Svasso piccolo si porta anche a ridosso della costa penetrando anche all’interno delle piccole insenature formatesi dalle scogliere frangiflutti radenti; altrimenti si mantiene ad alcune centinaia di metri dalla battigia. A volte utilizza lo specchio d’acqua salmastra della foce del Metauro.
CORMORANO (Phalacrocorax carbo)
Fino al 1980-85 gli avvistamenti di individui di questa specie erano di una notevole rarità e relativi per lo più al periodo di passo. La specie non è citata da FALCONIERI DI CARPEGNA (1892) per la Provincia di Pesaro e Urbino, GASPARINI (1894) la considera rara ed accidentale lungo le spiagge marine marchigiane.
A livello locale la consistenza di questa specie ha subito un notevole incremento a partire dalla stagione invernale 1984-85 quando è iniziato il regolare svernamento lungo le coste marine, che svolgono un ruolo fondamentale come zone di alimentazione (tabella n.1). L’attività trofica della specie sembra dislocata lungo la fascia costiera entro le 5 miglia.
FENOMENOLOGIA DELLO SVERNAMENTO
I risultati dei censimenti compiuti mostrano che i primi individui si riscontrano a metà settembre. Si hanno arrivi più consistenti in ottobre; i contingenti di Cormorani aumentano in particolare nel mese di novembre (il numero massimo di 44 individui è stato registrato nel novembre 2001), per poi stabilizzarsi ad un numero pressoché costante durante i mesi di dicembre, gennaio e febbraio. Già ai primi di gennaio gli adulti iniziano a mostrare il tipico abito nuziale. La specie è presente fino alla prima metà di maggio (nel 2002 alcuni immaturi sono stati osservati anche nei mesi di giugno, luglio e agosto).
Mediamente durante i mesi invernali la frazione corrispondente agli immaturi corrisponde a circa 1/3 del totale. Tale rapporto aumenta durante i mesi primaverili ed in primavera avanzata sono presenti quasi unicamente individui immaturi; ciò evidenzia come gli adulti tendono a lasciare la località di svernamento in anticipo rispetto agli immaturi.
DISTRIBUZIONE DIURNA DEI CORMORANI
Le scogliere frangiflutti foranee disposte parallelamente alla costa sono utilizzate quotidianamente come siti di riposo durante l’attività di pesca. Come posatoi diurni sono utilizzati pure i pali in cemento posti a segnalare la presenza di scogliere soffolte.
UBICAZIONE ED USO DELLE AREE DI PERNOTTAMENTO
Dall’andamento delle presenze stagionali emerge come il tratto marino fanese non ospita alti numeri di svernanti per la mancanza di zone adatte come dormitorio.
Anche se mancano dati specifici, è presumibile che pali di segnalazione e scogliere siano utilizzati anche come dormitoi notturni; questo utilizzo è però legato alle condizioni del mare.
I Cormorani svernanti lungo le coste fanesi risalgono l’asta fluviale del Metauro anche fino alla Gola del Furlo, che dista oltre 30 km dal mare. Si rifugiano, oltre che nei boschi ripariali, nei laghetti di escavazione naturalizzati e nei bacini idroelettrici situati lungo il corso d’acqua, in particolare quello di Tavernelle. Questo utilizzo è però legato all’effettiva disponibilità di aree adatte al riposo, che devono essere prive di disturbo antropico. Come esempio si può citare un lago di escavazione posto a ridosso del Fiume Metauro in Comune di Fano, frequentato negli anni ’80 dai Cormorani e in seguito non più usato per l’eccessivo disturbo legato pesca sportiva. Non è da escludere che i Cormorani possano raggiungere dormitori posti lungo la costa marchigiana: a Nord-Ovest, la costa alta del S. Bartolo; a Sud-Est, le strutture portuali del Porto d’Ancona e la costa alta del Monte Conero.
Nel 1997 sono iniziati i lavori del nuovo bacino portuale di Fano. Quest’area, essendo interdetta al pubblico, è divenuta un dormitorio abituale di Cormorani incrementando il contingente degli individui svernanti (vedi Tabella 1).
Il dormitorio del nuovo bacino portuale di Fano viene abbandonato a partire dalle prime ore di luce, gli individui si disperdono verso le zone di alimentazione poste sia verso la costa di Nord-Ovest che verso Sud-Est; nella tarda mattinata una buona parte degli individui è già tornata nella zona del dormitorio. Qui utilizzano o le banchine interdette al pubblico o le acque del bacino portuale, spesso concentrandosi in un ristretto tratto dello specchio d’acqua. Le acque del bacino portuale vengono utilizzate anche per attività trofica dai Cormorani, in particolare quando il mare è agitato.
Dal 2002 l’avanzamento dei lavori portuali ha ridotto le zone utilizzabili come posatoi. Probabilmente, quanto saranno conclusi i lavori, questo bacino portuale perderà quasi completamente la sua funzione di dormitorio.
RAPPORTI INTERSPECIFICI
Sono state notate nei posatoi associazioni del Cormorano con altre specie ornitiche. Tali compresenze di specie diverse non determinano di norma manifestazioni di aggressività reciproca. In particolare il Gabbiano reale (Larus michahellis) utilizza frequentemente gli stessi posatoi, come pure talvolta l’Airone cenerino (Ardea cinerea), la Taccola (Corvus monedula) e il Beccapesci (Sterna sandvicensis). Invece il Gabbiano comune (Larus ridibundus) tende a utilizzare posatoi distinti. Anche nei momenti dedicati alla pesca si notano spesso Cormorani insieme ad altri uccelli: lo Svasso maggiore (Podiceps cristatus) e lo Svasso piccolo (Podiceps nigricollis).
CARADRIFORMI
Questo gruppo sistematico è presente, con individui isolati o in piccoli branchi, in particolare durante la migrazione. I limicoli frequentano, per l’alimentazione e la sosta, sia la linea della battigia sia le scogliere frangiflutti; il periodo che sembra offrire maggiori probabilità di incontri va da metà settembre a metà ottobre.
Corriere grosso (Charadrius hiaticula): 30/9/1999 e 2/10/1999, un esemplare sulla battigia a Metaurilia.
Fratino (Charadrius alexandrinus): una coppia avvistata ripetutamente nel giugno-luglio 2003 presso la foce dell’Arzilla. 10/9/2003, un esemplare sulla battigia dell’Arzilla. Precedentemente al periodo di studio una coppia ha nidificato nel litorale di Metaurilia.
Corriere piccolo (Charadrius dubius): nella zona del nuovo porto interdetta al pubblico ed oggetto di interramento, una nidificazione probabile nella stagione riproduttiva 2002.
Voltapietre (Arenaria intrepes): 23/9/2001, un individuo sulla scogliera radente a Metaurilia.
Pivieressa (Pluvialis squatarola): ripetuti avvistamenti, da metà settembre ai primi di ottobre, di individui isolati o in piccoli gruppi sulla battigia e sulle scogliere frangiflutti a Metaurilia e sulla barra di foce del Metauro.
Piovanello (Calidris ferruginea): 9/10/1999, un esemplare sulla battigia.
Piovanello pancianera (Calidris alpina): ripetuti avvistamenti, da fine settembre a metà ottobre, di individui isolati o in piccoli gruppi sulle scogliere frangiflutti e sulla battigia a Metaurilia. Alcuni esemplari mostravano ancora traccia della livrea nuziale.
Piovanello tridattilo (Calidris alba): 3/10/1999, tre individui sulla battigia a Metaurilia; 26/9/2001, due individui nella spiaggia dell’Arzilla. Gli esemplari osservati intervallavano momenti di riposo, in cui si accovacciavano sulla sabbia, a periodi in cui si procuravano il cibo muovendosi incessantemente lungo la linea della battigia.
Gambecchio (Calidris minuta): diversi avvistamenti, da metà settembre ai primi di ottobre, di esemplari isolati o a piccoli gruppi sulla battigia e sulle scogliere frangiflutti a Metaurilia.
Pittima minore (Limosa lapponica): 14/9/2003, un esemplare sulla battigia a Baia Metauro, spiaggia a N.O. della foce del Metauro.
Piro-piro piccolo (Actitis hypoleucos): i primi rilevamenti durante il periodo migratorio sono stati compiuti a marzo (5/3/2002). Frequentemente si rilevano individui posati sulle scogliere in estate (a partire da luglio), a riproduzione conclusa.
Combattente (Philomachus pugnax): 19/9/2001, un individuo sulla battigia a Metaurilia.
LARIDI
L’andamento delle presenze di Gabbiano comune (Larus ridibundus) e di Gabbiano reale (Larus michaehellis) lungo la costa marina fanese mostra che i primi individui, provenienti dai quartieri riproduttivi, arrivano a fine luglio; le popolazioni di queste due specie aumentano gradualmente fino a raggiungere un massimo numerico in autunno-inverno. Già dalla seconda metà di febbraio i Gabbiani comuni cominciano ad assumere la livrea nuziale ed a metà marzo la maggior parte degli individui ha completato o quasi la trasformazione. L’abbandono di quest’area di svernamento (salvo un contingente di alcune centinaia di individui estivanti per lo più immaturi) avviene in modo repentino. A giugno si registrano i valori minimi di presenza di queste due specie di gabbiani.
I tratti di costa maggiormente utilizzate dai gabbiani, compatibilmente con le condizioni meteo-marine, sono:
- il tratto dalla spiaggia di Gimarra alla foce dell’Arzilla. Qui i gabbiani frequentano la battigia, le scogliere foranee e la foce dell’Arzilla. Quest’ultimo ambiente viene utilizzato anche per fare i bagni in acqua dolce;
- il tratto di costa di Metaurilia 1 km a S.E. della foce del Metauro. Questa zona, grazie allo scarso disturbo antropico fuori della stagione balneare, viene utilizzata oltre che come posatoio diurno anche come dormitorio;
- la barra di foce del Metauro;
- le scogliere foranee e la battigia di Baia Metauro;
- il bacino portuale di Fano, utilizzato anche come dormitorio da contingenti di oltre un migliaio di esemplari sia di Gabbiano reale sia di Gabbiano comune.
I gabbiani non sembrano invece gradire le scogliere frangiflutti radenti la linea di costa ubicate a Baia del Re e a Metaurilia. E’ stato inoltre accertato che quotidianamente numerosi Laridi utilizzano l’asta fluviale del Metauro per risalire la valle. Come aree trofiche sono utilizzati la discarica controllata di Monte Schiantello e i campi appena arati. Inoltre, in concomitanza con situazioni atmosferiche avverse, possono essere utilizzate come posatoi alcune zone aperte della piana costiera, come ad esempio quella del Campo d’Aviazione di Fano.
Altre specie di Laridi rilevate nel periodo di studio sono: Gabbiano corallino (Larus melanocephalus): presente con contingenti anche di alcune decine di esemplari (21/4/1999, circa 40 esemplari) e in aprile con la maggior parte degli individui in livrea nuziale; Gavina (Larus canus): osservati fino a 19 esemplari contemporaneamente; Zafferano (Larus fuscus graellsii): quasi sempre individui isolati mescolati a Gabbiani reali.
RAPPORTI INTERSPECIFICI
Gabbiani comuni e Gabbiani reali tendono ad occupare posatoi separati anche se spesso confinanti e nelle zone marginali gli individui delle due specie possono mescolarsi. II Gabbiano comune condivide i posatoi con il Gabbiano corallino (Larus melanocephalus) e con la Gavina (Larus canus).
Si sono osservati per il Gabbiano comune (Larus ridibundus), il Gabbiano reale (Larus michahellis) e il Gabbiano corallino (Larus melanocephalus) casi di cleptoparassitismo intraspecifico e interspecifico per la disputa di pesci o di altri organismi marini.
ALTRE SPECIE RILEVATE
Per completezza si citano altre specie osservate sostare lungo la linea di costa.
- Tuffetto (Tachybaptus ruficollis): saltuariamente osservato nel bacino portuale di Fano.
- Airone cenerino (Ardea cinerea): individui isolati nelle banchine del bacino portuale interdette al pubblico e sulle scogliere foranee.
- Fischione (Anas penelope): 7/12/1998, un esemplare nel nuovo bacino portuale.
Marzaiola (Anas querquedula:) esemplari isolati o in piccoli branchi nelle acque del nuovo bacino portuale durante la migrazione primaverile.
- Moriglione (Aythya ferina): 21/2/2000, un esemplare nelle acque del nuovo bacino portuale.
- Edredone (Somateria mollissima): un esemplare osservato nelle acque del nuovo bacino portuale per diversi giorni (dal 17/12/1999 al 1/120/2000).
- Smergo minore (Mergus serrator): alcuni esemplari osservati nelle acque del nuovo bacino portuale per diversi giorni (cinque dal 6/11/1998 al 7/12/1998; due esemplari dal 17/12/1999 al 1/1/2000).
- Folaga (Fulica atra): un individuo ha utilizzato lo specchio d’acqua portuale per svernare negli inverni 1999/2000 e nel 2002/2003.
- Mignattino (Chlidonias niger): frequente in agosto.
- Beccapesci (Sterna sandvicensis): in entrambi i passi (da marzo ai primi di giugno e da metà luglio a metà novembre) sono stati osservati individui posati sulle scogliere foranee, sui piloni che segnalano le scogliere soffolte, negli isolotti del nuovo bacino portuale in costruzione e nelle acque basse di fronte alla battigia. Anche in branchi numerosi (aprile 1999, un branco di circa 75-100 esemplari si è soffermato per diversi giorni nelle acque costiere fanesi; luglio 1999, un branco di circa 30 individui di adulti e giovani ha sostato per diversi giorni). Nella prima fase della migrazione primaverile gli individui presentano la livrea invernale, ma già in aprile molti presentano quella nuziale.
- Sterna maggiore (Sterna caspia): 2/4/2003, un esemplare posato nella barra di foce del Metauro.
- Martin pescatore (Alcedo atthis): individui isolati si osservano durante tutto l’anno posati nelle scogliere frangiflutti e nel bacino portuale. Si sono osservati più volte esemplari che raggiungevano in volo la linea di costa provenienti dal Torrente Arzilla, dal Fiume Metauro e dal Canale Albani-porto canale.
- Rondine (Hirundo rustica): a Metaurilia alcune coppie nidificano regolarmente all’interno di una casa posta a pochi metri dalla linea di costa.
- Balestruccio (Delichon urbica): questa specie utilizza le pozze d’acqua sulla battigia e le rive della foce dell’Arzilla per raccogliere il materiale per il nido.
- Pispola (Anthus pratensis): 12/12/2002, un esemplare posato a terra nel nuovo bacino portuale.
Ballerina gialla (Motacilla cinerea): 26/2/2003, un esemplare nel porto-canale.
- Ballerina bianca (Motacilla alba): poco frequente sulla battigia.
- Cornacchia grigia (Corvus corone cornix): osservati degli individui nella spiaggia di Baia del Re, nella spiaggia alla foce dell'Arzilla e (regolarmente) nel bacino portuale.
- Taccola (Corvus monedula): da alcuni anni frequenta la spiaggia presso la Foce dell’Arzilla ed il nuovo bacino portuale.
- Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros): frequenta gli edifici del bacino portuale, gli stabilimenti balneari e la spiaggia ghiaiosa.
- Passera d’Italia (Passer italiae): comune nel bacino portuale e negli altri tratti di costa più antropizzati.
- Zigolo delle nevi (Plectrophenax nivalis): 31/12/2000, un esemplare nella zona interrata del nuovo bacino portuale.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 07.05.2005
Ultima modifica: 22.05.2005
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