Funghi, flora e fauna
Leccinum pseudoscabrum
Leccinum pseudoscabrum (Kallenb.) Šutara (= Leccinum carpini (Schulzer) Moser ex Reid)
Famiglia: Boletaceae
Descrizione: Cappello: 3-15 cm, emisferico, campanulato, poi appianato, convesso. Cuticola vellutata con evidenti avvallamenti, asciutta e screpolata a tempo secco, viscosa a tempo umido. Di colore variabile bruno-giallastro, grigio-bruno, ocraceo. Imenoforo: tubuli lunghi, guancialiformi, sinuati, pori piccoli e tondi, che si macchiano di bruno al tocco, di colore biancastro, giallino, poi grigiastro. Spore: 11-17 x 5-7 micron, fusiformi, lisce. Gambo: fibroso, lungo e cilindrico, ricoperto di squamettature bruno-nerastre sempre più grandi verso il piede che si presenta liscio, a volte ricoperto di micelio. Carne: inizialmente consistente, poi molle. Al taglio dapprima si colora di rosa-violetto, poi lentamente annerisce.
Commestibilità: mediocre; la carne annerisce e diventa molle.
Biologia e habitat: latifoglie, in tutti i tipi di terreno, più frequente in zone umide. Da giugno ad ottobre.
Presenza nella zona di studio: zona collinare esterna (Bosco di Montevecchio a Fano e Bosco del Beato Sante presso Mombaroccio), Monti della Cesana (Bosco di Montebello di Urbino), rilievo del M. Raggio-Montalto Tarugo (Bosco di Montalto Tarugo), Monti del Furlo e zona appenninica interna (M. di Montiego, M. Nerone, M. Petrano, Bosco della Brugnola presso Serravalle di Carda, Alto Candigliano, Serre, Alpe della Luna - Bocca Trabaria, zona di Bocca Serriola).
Note: si confonde facilmente con L. scabrum, la cui carne però alla sezione non annerisce e che cresce sotto betulle.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 21.07.2004
Ultima modifica: 11.03.2012




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