Beni storici e artistici
Fossombrone: Mulino di Sopra o Candieracci
- Comune di Fossombrone
- Rio Paghella affluente del T.Tarugo, a sua volta affluente di destra del Metauro
- Ubicato in riva destra del Rio Paghella
- Edificio senza tracce delle strutture tipiche di un mulino. gora presente ma asciutta
- Ultimo sopralluogo: maggio 1998
- Riferim. carta: 1:25.000 IGM 116 I N.O.
- Bibliografia: LUCERNA 2007
L'edificio è posto in sponda destra del Rio Paghella, quasi a metà strada fra la confluenza nel Paghella del Rio Grande e del Rio Anticola, posti circa a seicento metri di distanza l'uno dall'altro.
Le mappe catastali riportano il vallato
lungo 600 m, che prendeva l'acqua solo dal Rio Grande, ma esisteva, per
testimonianza dei proprietari, anche una derivazione dal Paghella, il quale
stava riducendo la sua portata a causa del prelievo degli acquedotti.
Attualmente è visibile soltanto la gora attaccata al mulino, che presenta anche
l'abitazione contigua.
In un rogito notarile del 1575 esso
risultava avere una sola macina ed era posseduto per i 5/6 dal forsempronese
sig. Nicolò Tenaglia in indiviso con i figli ed eredi di Francesco di
Evangelista del Castello di Montalto (1).
Dallo stesso atto appuriamo che un altro
forsempronese, Ventura del fu Capalto, possedeva, avendola acquistata da
Gaspare di Montalto detto il Moretto, la restante sesta parte, ma si era
impegnato a cederla alla sig.ra Ludovica, moglie di Nicolò Tenaglia, la quale
in caso positivo prometteva di farne rientrare in possesso Biagio, figlio
appunto del Moretto.
In ogni caso il Tenaglia avrebbe venduto la sua parte per cento fiorini di moneta
vecchia a Biagio del fu Gaspare e al di lui fratello minorenne Costanzo,
rappresentato nell'atto dal tutore Antonio di Oliviero.
Questo mulino probabilmente era complementare a quello "a grano di sotto" e la presenza di una sola macina induce a credere che nel XVI secolo avvenisse una distinzione nell'uso delle macine, per i biadami quella del mulino "di sopra", per il grano quella del mulino "di sotto".
Il mulino Candieracci, chiamato a lungo
il "mulino della Chiarina" dal nome della nonna che lo aveva
ereditato dal primo marito e portato col secondo matrimonio alla famiglia
Candieracci, ha cessato la sua attività nel 1936 e le macine, diventate nel
frattempo due, sono state vendute.
Attualmente appartiene ai fratelli Alfonso e Federico Candieracci al 50% ciascuno a proprietà indivisa.
NOTE
(1) Notaio Ser Bernardino Filarista, segnatura B, anni 1554-90, cc. 52-54, Notarile di Fossombrone in Archivio di Stato di Pesaro.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 24.12.2007




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