Carnevale, feste, tradizioni e lavoroCarnevale, feste, tradizioni e lavoro

Gli zoccoli

Giochi e giocattoli a Fano, Mombaroccio e Fossombrone -...

Letteratura popolare nella zona di Fossombrone


Conte, filastrocche, ninne nanne e scioglilingua nella zona di Fossombrone

Le filastrocche e le conte si tramandavano oralmente di generazione in generazione; di esse non è mai esistito alcun codice scritto, per cui queste variano da luogo a luogo.

Ambarabà cicì cocò

Ambarabà cicì cocò.
Tre civette sul comò
Che facevano l'amore
Con la figlia del dottore.
Il dottore s'ammalò.
Am-ba-ra-bà cic-cì coc-cò.

La Pepina

La Pepina fa el cafè.
Fa el cafè d' ciocolèta.
La Pepina s'è maleta,
s'è maleta d'un gran dolor,
manda a chiamè el sor dotor.
Sor dotor da la ciavatta,
do ch' m' dol enn m' c' batta!

Oppure:
s' maleta d'un gran dolor
Bonasera sor dotor!

Pise e pisello

Pise e pisello
Colore sei bello!
La santa Martina, la bella Apollinara
questa sera sulla sala,
sala e salone,
la penna del pavone,
la scatola del mare,
che viene a baciare la figlia del re:
al-za la gam-ba che toc-ca ma te!

Oppure:
Pise e pisello
Colore sei bello!
Salta Martino, la bella Apollinara,
che siede nella sala,
sala e salone ecc.

Ridere

(la filastrocca accompagna il gioco della palla, che viene fatta rimbalzare contro il muro e ripresa al volo)

Ridere,
senza ridere,
con un piede,
con una mano,
ho da battere,
zigo, zago,
violino,
un bacino.
Tocco veste,
la ritocco.
Tocco terra,
la ritocco.
Cuore, angelo,
arcangelo, paradiso.

Gli asinelli

(anche questa filastrocca conduce un specifico gioco con la palla, lanciata contro il muro)

I tre asinelli
che vanno in Egitto,
oh! Che tragitto,
oh! Che piacere,
andare a vedere
la stella Polare,
che cade nel mare.

Palla pallina

(Il dialogo avviene con la palla che viene lanciata in alto)

Palla pallina,
dove sei stata?
"Dalla nonnina!"
-Cos'hai mangiato?
"Pane e formaggio!"
-Cos'hai bevuto?
"L'acqua del mare!"
-Buttala fuori, che ti fa male!
"Eccola qua!!"

Lucc'la, lucc'la

Lucc'la, lucc'la vien da me!
T' darò el pèn del re,
t'darò el pèn dla regina!
Lucc'la lucc'la vien vicina!

(naturalmente esisteva anche la versione in lingua, ma era più diffusa quella dialettale)

La pecorella

(il canto si svolge fra più bambini. Il conduttore del gioco deve indicare vari elementi che debbono servire per individuare agli altri la "pecorella" in questione)

-Ho perso una pecorella, din don della,
Ho perso una pecorella, din don da.
"Dove l'avete persa, din don della,
Dove l'avete persa, din don da?"
-L'ho persa oltrepassando le porte, din don della,*
l'ho persa oltrepassando le porte, din don da.
"Come aveva le scarpe, din don della,
Come aveva le scarpe, din don da?"
-Aveva le scarpe gialle, din don della,
Aveva le scarpe gialle, din don da.
"Come aveva i calzetti, din don della,
Come aveva i calzetti, din don da?"
-Aveva i calzetti bianchi, din don della.
"Come era vestita, din, don, della?
Come era vestita, din, don, da?"
(e via di seguito…)

*anche in questo caso il luogo della perdita variava a secondo della zona di provenienza:
L'ho persa in un bosco….l'ho persa sul monte Grande….

Mariola

Mariola, Mariola,
Pia la borscia e va a la scola!
Mariola, Mariola.

oppure:
Pia el canestr e va alla scola! (1)

Il grillo e la formichetta

Il grillo stava in un campo di lino,
La formichetta gli domandò un filino.
Rispose il grillo: -Cosa ne vuoi fare?
"La camicetta, mi voglio sposare!"
Rispose il grillo: -Ti sposerò ben io!
La formichetta: -Contenta son ben io!
Quando gli stava per mettergli l'anello,
Casca all'indietro e si ruppe il cervello.
Tri, tri, tri, mio pover grillo, tri!!!
La formichetta, presa da gran dolore,
Si disperò ch'eran già tre ore!
Grilluccio mio, avevi una bella cresta,
Stavi pur ben col cappelluccio in testa!
Grilluccio mio, avevi le belle gambe,
Stavi pur ben con le calzette bianche!
La formichetta avvilita se ne andò a letto,
e si sbatteva le gionocchiette al petto.

Maramao

Maramao perché sei morto?
Pan e vin non ti mancava,
l'insalata era nell'orto…!!
Maramao, perché sei morto?

I tre pia

I do pia s' un tre pia, stan magnand un pia.
Ariva i quatr pia e i pia el pia.
S'alza i do pia, pia el tre pia e el tira mal quatr pia.
I quatr pia lascia el pia. I do pia arpia el pia,
s'armett a seda sul tre pia e armagna el pia.

(in questo gioco di memoria il termine "pia", a seconda delle situazioni, sta per "piede", "gamba", "coscia" e "zampa" oppure per "prende")

Tre fant durant, scarant, scarabernant

Tre fant durant, scarant, scarabernant
Ginn t'un foss duross scaross scarabernoss
Trovonn n'inguilla durilla scarilla scarabernilla
La portonn ma 'na vecchia durecchia scarecchia scarabernecchia
e i diss'n: -O vecchia durecchia scarecchia scarabernecchia,
c' cocet st'inguilla durilla scarilla scarabernilla?
La vecchia durecchia scarecchia scarabernecchia
Rispos: -Scì, v'la coc'rò.
Alora i tre fant durant scarant scarabernant van via,
E po' arvengh'n da la vecchia durecchia scarecchia scarabernecchia
e i dmandonn se aveva cott l'inguilla durilla scarilla scarabernilla.
La vecchia durecchia scarecchia scarabernecchia
Rispos: -Scì l'ho cotta e l'ho magneta!
Alora i tre fant durant scarant scarabernant
Pionn la vecchia durecchia scarecchia scarabernecchia
e la portonn giull foss duross scaross scarabernoss
e la cacionn tel bugh durugh scarugh scarabernugh, do' era scapeta l'inguilla durilla scarilla scarabernilla.

Le dita

Un modo, con una sua morale, per far apprendere ai più piccoli a riconoscere le dita della mano.

Il pollice dice: -Ho fèm!
L'indice:-Enn c'è el pèn.
Il medio:-Comm farimm?
L'anulare:-Rubarimm!
Il mignolo:-Nicchia, nicchia, la robba s'impicca! (cioè la roba si appende, si mette da parte).

Oppure:
-Nicchia, nicchia chi robba s'impicca! (cioè chi ruba sarà impiccato, punito).

Lumeca, lumeca

Lumeca, lumeca,
Caccia fora i corn e i èca (gli aghi).
lumeca, lumeca!!

La gatta d' San Gvnann

(scandita ad un bambino dall'umore mutevole)

Uuuuh, quant' è brutt!
Un pezz rid e un pezz piagn,
Comm la gatta d' San Gvann!

Pirulin

(il ritornello di un' antica canzone a doppio senso è finito come ninna, nanna)

Pirulin soneva la pifra,
Tutt l' donn curivn a veda!
E chi scalz e chi in camiscia,
Pirulin soneva la pifra!

La pigrizia

La pigrizia andò al mercato
Ed un cavolo comprò.
Mezzogiorno era suonato,
quando a casa ella tornò.
Prese l'acqua, accese il fuoco,
Si sedette e riposò.
Nel frattanto a poco a poco,
Anche il sole tramontò.
Ed ormai perse la lena,
Sola al buio ella restò,
ed a letto senza cena,
La pigrizia se ne andò.

Ochialon

Ochialon paseva el fium
E la medr (o la moj) i feva lum.
El lum i s'è smorcet,
E ochialon s' è afoghet!

Ninna nanna

Ninna, nanna, ninnaò.
Sto bel bimbo a chi lo dò!
Lo darò alla befana,
Che lo tiene una settimana.
Lo darò all'omo nero,
Che lo tiene un anno intero.
Lo darò alla sua mamma,
Che gli canta la ninna, nanna!

Stella stellina

Stella, stellina,
La notte s'avvicina,
La fiamma traballa,
La mucca è nella stalla.
La mucca e il vitello,
La pecora e l'agnello,
La chioccia e il pulcino,
La mamma e il bambino.
Ognuno ha la sua mamma!
E tutti fan la nanna!

Staccia minaccia

Staccia minaccia,
Il babbo è andato a caccia,
A caccia del bubù!
Quel bambino non c'è più!

Oppure
A quel bambino buttalo giù!

Maria lavava

Maria lavava,
Giuseppe stendeva,
Suo Figlio piangeva
Dal freddo che aveva.
-Sta zitto mio figlio,
Che adesso ti piglio
e la zinna ti dò.
Evviva Maria e chi la creò!

Il vino

(poesia recitata mentre si sorseggiava del buon vino)

Vino, vinello, tu sei buono,
Tu sei caro, tu sei bello!
Tu nascesti dalle viti,
Per far commettere delle liti.
E quando avrai finito la tua condanna,
Uscirai da questa canna.
Beato chi ti pota e chi ti zappa!
Accidenti a chi c' mett l'acqua!

Se il vino era buono, l'intenditore lo assumeva a piccoli sorsi e commentava: "Quest l'ha piscèt el Signurin!".

NOTE
(1) Mariola o Romagnola è la Coccinella dai sette punti.

Indovinelli e modi di dire nella zona di Fossombrone

La galina

Indvina, indvinaia,
chi c' féta tra la paja?!

(l'indivinello è alquanto facile per cui l'altro tutto compiaciuto risponde):

La galina!

(e il narratore, soddisfatto che il suo interlocutore è caduto nel tranello, gli risponde):

-Merda in bocca a chi c'indvina!

El lasagnol, il mattarello

È secch e fa l' foi. Co' è?

Il velo

Ve lo dico, ve lo ripeto,
e se proprio non lo saprete,
Un vero asino sarete!

I pedr, i fioj e i pcion

Do pèdr e do fioj,
d' tre pcion,

n'hann magnèt un pr'om!

(in realtà sono solo tre persone: il nonno, il figlio e il nipote. Solo che il figlio è al tempo stesso padre e figlio)

Il pozzo

Largh, largh comm un chervell;
longh, longh comm un budell.
Co' è?

Il ramaiolo

Va, pin vien,
Coda ritta sempr tien.
Co' è?

Do' vei? A pié Mantva!!

(Ironicamente detto a chi si appresta, con determinazione e tanti propositi, ad intrapprendere una modesta impresa)

En dà manch ti mura d' Caia

(rivolto a chi non ne azzecca una)

Magna a stroppa cerquella

(detto all'ingordo, che mangia manifestando uno smodato appetito e un modo poco corretto di stare a tavola. "Cerquella" sta ad indicare cucchiai e forchette, che un tempo erano fatti di legno di "cerqua")

Tra piecr e porc ern più d' quatordic

(per sottolineare il buon numero e la varietà dei presenti)

Chi vol essa libr e sèn, ha da piscé spess comm un chèn!

(è quasi d'obbligo aggiungere, però: esclusi i prostatici!)

San Rocch da ‘na scarpa e ‘n zocch.

(evidenzia la povertà assoluta di questo santo)

Enn è miga el viagg da l’ort!

(per porre l’accento ad un’impresa difficile)

Miga el checa i chèn!

(riferito al denaro, che bisogna risparmiare, perché è difficile guadagnarselo)

Ė armasta per Sant’Antoni!

(detto ad una zitella)

Sa do gaj tel polèr enn s’ fa mei giorn!

(quando ci sono più persone a prendere decisioni, non si arriva mai a conclusione)

Do donne e ‘na pignatta e la fiera è fatta!
(per porre l’accento sul modo di far rumore di due donne, spettegolando)

D’ na paia n’ fa un paier.

(detto di uno che racconta frottole)

Costa più chèr del sèl a Perugia!

(per porre l’accento l’alto costo di un prodotto)

Fa el tont pr’avé la crescia!

(cerca di fare lo gnorri per avere dei vantaggi)

Fatiga, o vecchi, ch’ c’ei la pell dura, a me ch’ so giov’n m’ vien sempr a d’ora!

(la giustificazione di un giovane sulla sua poca voglia di lavorare)

Bocca vonta enn dic mei mèl.

(colui che è trattato bene non si permetterà mai di sparlare)

Ė fortunèt comm un pesc tel pajèr!
(detto di chi è perseguitato dalla mala sorte)

Gent trista, mormorata e vista!

(detto di persona poco raccomandabile che al solo nominarla compare)

Gì al rusp!

(andare in cerca d’avventure)

È secch e fa l’ foi! Co’ è?

(indovinello, riferito al lasagnolo -il matterello-)

Gì in ramenga.

(finire sul lastrico)

I manca sempr la terra sotta i pied.

(di colui che non è mai soddisfatto di niente)


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2001
    Ultima modifica: 03.03.2011

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