Carnevale, feste, tradizioni e lavoro
Giochi dei bambini nella zona di Mombaroccio
Battaglia
Si formavano due squadre di pari numero, di otto o dieci ragazzi ciascuna. Le loro armi erano dei ramoscelli simili il più possibile a una pistola. Quando due ragazzi avversari si incontravano, dovevano gridare l'uno il nome dell'altro. Chi lo faceva per primo squalificava il rivale. Vinceva che riusciva a squalificare più avversari.
A battimuro ("A batmur")
Si lanciavano monete contro il muro da una certa distanza uguale per tutti i concorrenti. Colui la cui moneta cadeva, dopo il rimbalzo, a due palmi dal muro, faceva piazza pulita delle moneta perdenti.
"A Paiet"
Si lanciavano monete cercando di avvicinarle il più possibile ad un muro. Vinceva il proprietario della moneta caduta più vicino al muro. Era un gioco molto simile al "batmur".
"A bughetta"
Nel terreno si faceva una buca in cui si mettevano delle monete. Successivamente, a turno, si lanciava un pallino cercando di farlo entrare nella cavità. Chi riusciva, vinceva tutte le monete che c'erano dentro.
A sassetti ("A sasét")
Sul terreno si tracciava una linea orizzontale e ad una certa distanza da questa si metteva un sasso più grosso di quello posseduto da ciascun giocatore. Ogni ragazzo, senza oltrepassare la linea, lanciava il proprio sasso. Vinceva chi, con il sasso, si avvicinava di più al pallino grosso.
Un altro gioco dello stesso nome consisteva nel picchiare con un sasso un mucchietto di monete facendole cadere a terra. Chi si trovava con più monete sul lato "testa" era vincitore e prendeva tutti i soldi.
A castelletti ("A castlét")
In terra si formava un mucchietto composto di quattro ghiande: tre accostate, come base, una sopra che costituiva il bersaglio da colpire. Ogni giocatore doveva centrare e abbattere con un sasso il "castelletto" e se ci riusciva si appropriavano delle ghiande. Chi, alla fine del gioco, si trovava ad avere più ghiande vinceva.
A volte, a posto delle ghiande si usavano i "ghiandinin", palline di terracotta molto economiche e meno costose di quelle di vetro. Cinque palline costavano un soldo.
Cavallina
I partecipanti (7-8 ragazzi) si piegavano sulle ginocchia, vi appoggiavano le braccia e tenevano la testa china. L'ultimo della fila si alzava e mettendo le mani sulla schiena del compagno, che gli stava di fronte, per sostenersi, saltava e lo oltrepassava a gambe divaricate. E' così faceva il successivo compagno fino ad arrivare in testa alla fila. Allo stesso modo, a turno, si ricominciava, a partire sempre dall'ultimo.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1993
Ultima modifica: 13.08.2004
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