Carnevale, feste, tradizioni e lavoro
Sgombri di Pumpìn
Chi non è più giovanissimo si ricorderà forse di "Pumpìn", quel "pesciarolo" fanese che nei primi anni del dopoguerra veniva a piedi sul far del giorno da Fano a Pesaro, tirandosi dietro per la stanga il suo carretto di pesce ancora vivo ed ingaggiando spesso epiche gare di corsa col cavalluccio del suo irriducibile concorrente Tano che, grazie al "lusso" della trazione animale, poteva permettersi di essere meno mattiniero.
Dunque il buon "Pumpìn", Arcangeloni all'anagrafe, scalzo d'inverno per andar più lesto, ma con le scarpe d'estate per non scottarsi sull'asfalto rovente, ha insegnato a mia nonna questa ricettina senza pretese che, se forse non è adatta per gli stomachi deboli, merita però di essere provata, magari nel mese di giugno, quando c'è il "passo" degli sgombri più buoni e si trovano le cipolline nostrane fresche, che sono il vero segreto del rustico intingolo. Ecco dunque gli "sgombri di Pumpin ".
Tagliate in tre pezzi ciascuno quattro sgombri freschissimi di media grossezza e metteteli a bagno per un quarto d'ora in acqua e aceto. Soffriggete intanto in mezzo bicchiere d'olio d'oliva quattro belle cipolle fresche con buona parte del gambo, tagliate a fette sottili, finché non appassiscono e diventano trasparenti. Disponete poi gli sgombri sulle cipolle, aggiungendo un aglietto fresco tritato e mezzo bicchiere di acqua e aceto. Aggiustate sale e pepe, e lasciate cuocere a fuoco allegro e a tegame scoperto per circa venti minuti, senza smuovere troppo il pesce per non sbriciolarlo.
Se servirete ben caldo, magari su crostoni di pane abbrustolito, non mancherete alla fine di bere un bicchiere di Bianchello in ricordo del vecchio marinaio fanese.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 26.03.2005
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