Beni ambientali
Il litorale adriatico tra Pesaro e il Porto di Fano - aspetti naturali e antropici
Il tratto di litorale considerato, da Pesaro (foce del T. Genica) al Porto di Fano, ha una lunghezza di 10 km.
Mentre il tratto sabbioso tra Pesaro e Fosso Sejore (il piccolo corso d'acqua che qui segna il confine col Comune di Fano) è stato ormai il larga parte antropizzato, quello successivo verso S.E., detto "Baia del Re", rappresenta ancora un esempio, modesto ma egualmente importante, per chi voglia rendersi conto di come doveva essere la nostra costa prima dell'intervento distruttivo dell'uomo. L'esistenza di questo arenile in parte è legata alla serie di scogliere costruite dal 1935 ad oggi per proteggere la vicina linea ferroviaria dal continuo arretramento della costa: si è determinata una progressiva sedimentazione di nuova sabbia dietro la linea degli scogli, sino a formare l'attuale estensione. La ferrovia, assieme alla Statale Adriatica, ha dunque contribuito qui alla sopravvivenza dell'ambiente naturale, rappresentando un ostacolo serio, anche se non insormontabile, ad intensivi insediamenti balneari.
Immaginando di percorrere la distanza che separa gli scogli dalla massicciata ferroviaria, si osserva dapprima un tratto privo di vegetazione (zona afitoica), dove giungono più o meno ampiamente le forti mareggiate e le alte maree, cosparso di conchiglie, ossi di seppia, resti di alghe e rami secchi (purtroppo anche di oggetti di plastica). Le conchiglie che si rinvengono così spiaggiate, abbondanti particolarmente dopo le mareggiate invernali, provengono quasi tutte dagli antistanti fondali sabbiosi e fangosi. Le specie più frequenti sono Mytilus galloprovincialis, Chamelea gallina, Dosinia lupinus, Ostrea edulis, Paphia aurea, Spisula subtruncata, Scapharca inaequivalvis, Lentidium mediterraneum, Solen marginatus, Ensis minor, Tellina nitida, Tellina tenuis, Donax semistriatus, Acanthocardia tuberculata, Mactra stultorum, Epitonium commune, Aporrhais pespelecani, Acteon tornatilis, Nassarius nitidus, Natica stercusmuscarum e Turritella communis. Oltre a queste si rinvengono gusci di Ricci di mare (Paracentrotus lividus), Granchi (Pachygrapsus marmoratus, Eriphia verrucosa) e vari altri organismi disseccati.
Una pianta vascolare di acqua marina, la Cymodocea nodosa, si deposita a volte copiosa sulla battigia dopo le mareggiate.
Il vento lascia le sue tracce in forma di regolari ondulazioni, ed altre tracce rimangono a testimoniare il passaggio dei vari animali che popolano questo ambiente: Gabbiani, Lucertole campestri, Ratti, Scarabei semipuntati e Formicaleoni. Dove le onde lambiscono la sabbia si notano un gran numero di fori, abitati da piccoli Crostacei Anfipodi, detti "Pulci di mare" per l'attitudine a saltare. Due Coleotteri di abitudini diurne si spostano volando e correndo: la Cicindela (Lophiridia littoralis nemoralis) e lo Scarabeo semipuntato (Scarabaeus semipunctatus). Gli uccelli che frequentano la battigia sono soprattutto gabbiani, particolarmente numerosi nei periodi di passo e invernale: Gabbiano reale (Larus michahellis), Gabbiano comune (Larus ridibundus) e in minor misura Gabbiano corallino (Larus melanocephalus), Gavina (Larus canus) e Gabbianello (Larus minutus). Si possono anche osservare Cormorani (Phalacrocorax carbo) e tra le sterne il Beccapesci (Sterna sandvicensis) e il Mignattino (Chlidonias niger).
Proseguendo verso l'interno iniziano i primi insediamenti di piante colonizzatrici: la Soldanella marina (Calystegia soldanella), dai bei fiori campanulati rosa-violacei, l'Eringio (Eryngium maritimum), l'Erba-cali (Salsola kali), la Ruchetta di mare (Cakile maritima), l'Euforbia paralia (Euphorbia paralias) e la Portulaca marina (Chamaesyce peplis). Più verso l'interno si osserva una specie di dosso, una piccola duna formatasi grazie all'azione fissatrice che l'intreccio delle radici ha esercitato anno dopo anno sulla sabbia. Su questo rilievo crescono la maggior parte delle piante dell'arenile, ora isolate a formare cuscinetti compatti e cespugli, ora addossate le une alle altre. Le più frequenti, solo per citarne alcune, sono l'Ammofila (Ammophila arenaria), la Gramigna delle sabbie (Elymus farctus), il Cipero delle sabbie (Cyperus capitatus), la Pastinaca spinosa (Echinophora spinosa), la Medica marina (Medicago marina), il Corno cervino (Plantago coronopus), la Silene colorata (Silene colorata), l'Ambrosia perenne (Ambrosia psilostachya) e le già citate Soldanella di mare, Eringio e Ruchetta di mare. Nella parte più lontana dal mare, adiacente alla ferrovia, troviamo altre specie che crescono dove la duna è già da tempo consolidata e più ricca di terriccio, come ad esempio il Piumino (Lagurus ovatus) dalla bianca e soffice infiorescenza, la Codolina delle sabbie (Phleum arenarium) e l'Enotera (Oenothera stucchii), dai vistosi fiori gialli.
In mezzo alla vegetazione dell'arenile si osservano numerose le trappole del Formicaleone scavate nella sabbia, costituite da un imbuto di 6-7 cm di diametro, in fondo al quale sta in agguato la larva munita di lunghe mandibole. Attaccate alle foglie e agli steli delle piante si trovano d'estate piccole chiocciole (Theba pisana), spesso ammonticchiate in gran numero le une sulle altre, attendendo l'umidità per tornare attive. Pure frequente è la Lucertola campestre (Podarcis sicula) sempre velocissima a nascondersi.
Il tratto situato tra Baia del Re e Fano, sino alla "Gimarra", è costituito da una stretta spiaggia ghiaiosa, protetta da una scogliera ed anch'essa interessante per la flora che ospita. La ghiaia di cui è formata, detta localmente "breccia", è di origine fluviale, trasportata prima dal Metauro e poi dalla corrente marina diretta verso N.O. I ciottoli sono costituiti dalle rocce più resistenti che il Metauro ha trascinato giù dall'Appennino, e cioè calcari, arenarie e selci variamente colorate. Su questa spiaggia ghiaiosa troviamo alcune piante adattate a vivere in ambienti salsi, quali il Critmo o Finocchio di mare (Crithmum maritimum), l'Enula marina (Limbarda crithmoides) e il Papavero delle sabbie (Glaucium flavum), dai grandi fiori gialli. Sono pure presenti la Ruchetta di mare, il Corno cervino, la Lappola (Xanthium orientale subsp. italicum) e inoltre specie presenti anche lontano dal mare, in ambienti ruderali, come la Parietaria (Parietaria judaica), la Reseda bianca (Reseda alba), l'Aristolochia clematide (Aristolochia clematitis) e il Cocomero asinino (Ecballium elaterium), dai caratteristici frutti esplodenti.
Al di là della linea ferroviaria e della strada, a formare un suggestivo sfondo alla spiaggia, si erge una zona collinare scoscesa verso il mare e parzialmente coperta di vegetazione (falesia morta), interrotta solo in corrispondenza del Fosso Sejore e culminante nel M. Ardizio (m 141 s.l.m.), situato entro il Comune di Pesaro. Sul pendio prevalentemente sabbioso-molassico di epoca pliocenica e miocenica si estendono fitti popolamenti di Canna del Reno (Arundo plinii), alternati con cespuglieti a Ginestra (Spartium junceum), Rovo comune (Rubus ulmifolius) in certi punti impenetrabile, Pioppo bianco (Populus alba), Orniello (Fraxinus ornus), Caprifoglio etrusco (Lonicera etrusca) e Rosa canina (Rosa canina). Nei tratti meno ripidi cresce una boscaglia con Pioppo nero (Populus nigra), Olmo campestre (Ulmus minor), Ailanto (Ailanthus altissima), Robinia (Robinia pseudacacia) e Vitalba (Clematis vitalba). Sono stati anche eseguiti rimboschimenti con specie estranee, tra cui il Leccio (Quercus ilex) e alcune Conifere, tra cui il Pino d'Aleppo (Pinus halepensis).
Un breve tratto sabbioso (detto "Lido" o "Spiaggia di Ponente") si trova tra la foce del T. Arzilla e il Porto di Fano, poiché quest'ultimo costituisce una barriera alle ghiaie trasportate dalla foce del Metauro verso N.O.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.2001
Ultima modifica: 26.01.2015
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