Beni storici e artistici
Frontone: Museo del castello - Ignoto: San Frontone
Legno: cm. 110 ca. Autore marchigiano. Proprietà del Comune di Frontone.
Il paese marchigiano di Frontone costituisce uno dei rari esempi in Italia di culto e devozione a questo santo, testimoniata dalla scultura in legno che fa parte del patrimonio comunale: il santo è raffigurato seduto, benedicente con la mano destra. Nella mano sinistra, che a differenza dell'altra è senza guanto, perso come si narra nella vita del Santo durante i funerali di Santa Marta, doveva trovarsi il pastorale. L'opera risale al XIV secolo: ha purtroppo perso la cromia originale. La scultura è modellata secondo l'iconografia consueta: San Frontone infatti è in genere raffigurato in abito episcopale senza attributi particolari al di fuori di un guanto che regge nella mano destra: così infatti appare rappresentato nella pala d'altare di Santa Maddalena a Tiefenbronn (1431) e in altri esemplari diffusi nel Pèrigord, la regione francese di cui è patrono. Prima di essere collocata nel punto più strategico e dalla forte valenza simbolica all'interno della Rocca, ovvero nel cuore del puntone triangolare, la scultura era collocata nella sede della Pro Loco di Frontone dopo essere stata recuperata, anni or sono, per puro caso, in una scarpata. San Frontone è noto nell'area meridionale della Francia, in particolare a Pèrigueux nel Pèrigord, come evangelizzatore. Le prime tracce, incerte, sulla sua vita si trovano nella Vita di S. Gerico, Vescovo di Cambrai, scritta alla fine del VI secolo, in epoca merovingica. Notizie più dirette sul Santo sono comprese nella Vita di cui sono stati trovati due manoscritti, l'uno proveniente dal Monastero di S. Gallo, l'altro conservato a Parigi. Nella Vita si narra di Frontone contemporaneo degli Apostoli e del suo soggiorno in Egitto; da qui partì per Roma dove S. Pietro lo inviò come vescovo a Pèrigueux in compagnia di un prete dal nome Giorgio. Questi morì lungo il cammino; Frontone ritornò allora a Roma dove S. Pietro gli consegnò il suo bastone. Con questo Frontone risuscitò Giorgio in presenza di molti pagani che si convertirono; dopo questo miracolo Frontone tornò a Pèrigueux con i suoi discepoli. La sua tomba fu eseguita nel 1077 nella grande chiesa di Neuilly-St-Front nell'Aisne ma fu distrutta nel 1575 dai protestanti. Al momento non riusciamo a spiegare la presenza di San Frontone nel territorio in esame: nei testi consultati infatti, si registra che il suo culto non abbia oltrepassato le regioni limitrofe del Pèrigord. La sua figura era tuttavia nota, tanto che Pier Damiani, in qualità di Priore del Monastero di Fonte Avellana, cita spesso il culto di San Frontone in zona come esistente fin dall'VIII secolo. Un Monte Frontone tra l'altro, è citato anche in placet del 1072 di Matilde di Canossa, e non è da escludere che non si riferisca a una delle montagne vicine al nostro comune. Frontone è citato infine accanto alla città di Firenze, anch'essa evangelizzata da San Frontone, nella Cronica di G. Villani (XIV secolo). Un esempio dell'iconografia di San Frontone è conservata anche nella Chiesa di S. Maria del Soccorso (ex Chiesa baronale) in una piccola tela del sec. XVIII: San Frontone, in abiti vescovili, è raffigurato al centro in atto di intercedere nei confronti del Divino per la comunità di Frontone, simboleggiata dal modellino urbanistico.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 25.01.2007
Ultima modifica: 16.12.2009
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