Beni storici e artistici
Artista marchigiano: Cristo Morto. Anonimo: Madonna dei Sette Dolori
La statua, in legno di fico policromo mostra il Cristo Morto adagiato sulla "pietra d'unzione", senza perizoma ma parzialmente coperto dal drappo che,secondo i Vangeli Apocrifi, Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo utilizzarono, tendendolo, per calare la salma nel sepolcro.
Databile alla fine del Seicento ( o al massimo ai primi del secolo XVIII ), si trovava sull'altare della famiglia Dolci nella chiesa di Santa Maria dei Servi, demolita nel 1883.
Da lì fu trasferita a San Giacomo e infine in Duomo, insieme alla Madonna dei Sette Dolori che subì gli stessi spostamenti e che oggi gli è accostata in maniera impropria. Nella chiesa dei Serviti la Vergine era posta sull'altare maggiore sola, come tradizionalmente viene rappresentata. Essa è infatti quella che, in ambito spagnolo, è chiamata la Soledad o Vergine della Solitudine.
La Madonna è raffigurata in piedi, con il cuore trafitto da sette spade d'argento, secondo l'iconografia consueta.
L'opalescenza del volto e delle mani è esaltata dai colori del lutto. Sull'abito di un blu violaceo, con raffinati decori dorati, è drappeggiato il manto dello stesso colore, che scende con eleganza dal capo. La decorazione si può ritenere opera di pergolesi, come G.F.Ferri o il figlio Domenico, che ne seguì le orme, insieme ad altri della famiglia. L'opera, di alta qualità, è da ricondurre tra la fine del XVII e il primo quarto del XVIII secolo, forse non lontano dal 1719, anno di consacrazione della rinnovata chiesa. Sembra avere qualche assonanza con altre sculture eseguite per Pergola nello stesso periodo.
Qualche richiamo all'ambiente veneto va spiegato con la presenza di un autore come il Piazzetta.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 30.07.2004




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