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Pergola: Chiesa di S. Vitale

Pergola: Chiesa di S. Rocco

Anonimo scultore: S. Vitale e i figli Gervasio e Protasio


Anonimo scultore: S. Vitale e i figli Gervasio e Protasio. Fine sec. XV-inizio sec.XVI

Il gruppo raffigura il Santo guerriero Vitale in piedi, nelle vesti rinascimentali di paggio, lo sguardo volto al cielo, la mano sinistra a trattenere la spada, la destra a sollevare la palma del martirio. Lateralmente sono i figli gemelli Gervasio e Protasio, raffigurati fanciulli, i volti paffuti, lo sguardo verso l'alto, le mani giunte. Sul basamento della statua è una piccola botte che – dicono le antiche memorie – anticamente il Santo teneva in mano e che venne tolta perché ritenuta "indecente". Non è chiaro il significato di essa: potrebbe alludere alla vite che – narra la leggenda tramandata oralmente e riferita da don Lino Ricci – cresceva rigogliosa sulla sepoltura del Santo ne fece ritrovare il corpo, o, come suggerisce Benedetta Montevecchi, potrebbe significare – con il vivo contenuto – il sangue versato dei martiri.

L'opera, eseguita con probabilità tra la fine del '400 e gli inizi del '500, come svela anche la foggia degli abiti, fu commissionata dalla ricca e antichissima Confraternita dei Battuti del SS. Crocifisso e di San Vitale. Ignoto è l'autore che è stato ipotizzato di scuola "umbro-marchigiana" (Mariani) oppure "nordico o nordicheggiante" (Montevecchi). In tale caso si potrebbe pensare ad un artista marchigiano o umbro al corrente di ciò che avveniva oltralpe, oppure ad uno scultore che continua tra '440 e '500 la tradizione di artisti che si muovono dall'Europa transalpina al centro della penisola, quindi anche nelle Marche e a Pergola che non era nuova, anche per la sua attività commerciale, a contatti del genere.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 05.12.2009

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