Beni storici e artistici
Fano: Museo Civico - Bartolomeo e Pompeo Morganti: Resurrezione di S. Lazzaro e S. Michele Arcangelo
Il dipinto venne commissionato nel 1532 dalla Compagnia di San Michele per l'omonima chiesa. L'opera nasce dalla collaborazione dei due artisti, Bartolomeo e Pompeo Morganti, padre e figlio. Ma dato che il bozzetto dell'opera risulta presentato dal solo Bartolomeo deduciamo che l'idea sia proprio sua; solo al momento dell'esecuzione quindi sarebbe intervenuto il figlio Pompeo.
Il dipinto, terminato nel 1534, è una efficace testimonianza della complessa personalità artistica dell'autore, ancora memore di modi tardo - quattrocenteschi, ma al contempo aggiornata sulle novità del Manierismo. Inoltre la tavola dimostra una precisa scelta culturale eclettica dell'autore che spazia dal classicismo romano e raffaellesco, all'anticlassicismo del Beccafumi, dalle novità dei manieristi emiliani alla dimensione spaziale fiabesca ancora tardo-gotica, all'acceso espressionismo suggerito dall'esempio degli artisti d'oltralpe.
Come in una sacra rappresentazione che proponga l'eterna lotta tra il bene e il male, la scena è divisa in due piani sovrapposti: dall'alto irrompe l'Arcangelo che vince il demonio affiancato da due angeli che sorreggono lo scudo crociato e la bilancia della giustizia, in basso è rappresentato Cristo che sconfigge la morte, resuscitando Lazzaro.
Quest'opera infine testimonia la penetrazione in un'area provinciale della cultura figurativa manieristica grazie soprattutto all'influsso esercitato dall'importante cantiere di Villa Imperiale a Pesaro (dove erano attivi con Girolamo Genga, il Bronzino, Raffaellino del Colle, i due Dossi, ecc...) probabilmente identificabile nella rappresentazione, in forma amplificata, della grandiosa architettura a conclusione del paesaggio tra le quinte rocciose dello sfondo.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 08.11.2004




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