Carnevale, feste, tradizioni e lavoroCarnevale, feste, tradizioni e lavoro

Lavori nei campi nel corso dell'anno

Ciclo del grano

Aratri ed altri attrezzi per lavorare il terreno


L'aratro di legno a due versoi ("la râtra")

MATERIALE
Un tronco d'olmo con una curva presso la base; un'asse spessa e lunga da cui ricavare il corpo centrale; un brancone a doppia curvatura a S da segare a metà per ricavarne i due manici; due assi per i versoi laterali; un piolo di rinforzo; alcune zeppe e qualche chiodo; un vomere di ferro a forma di triangolo isoscele.
COSTRUZIONE
Sagomare il corpo centrale con un'estremità a forma di triangolo isoscele, due incastri per i manici, la finestrella per la bure; preparare la bure con la base squadrata e i fori necessari; montare i vari pezzi e fissarli con zeppe e chiodi; fissare i due versoi, con le estremità anteriori riunite, davanti al piolo di rinforzo, sopra e ai lati dei manici.
USO
Veniva usato esclusivamente per la sarchiatura e il rincalzo delle file di giovani piantine di granoturco; lasciava un solco poco profondo, spingendo un orlo di terreno ai lati dei versoi, vicino alle radici delle piantine.
NOTE
Probabilmente ancora più antico dell'aratro a un solo versoio, mostra più chiaramente la sua derivazione dall'arcaico aratro a chiodo.

L'aratro di legno a un versoio o perticaro ("el percâr")

MATERIALE
Un tronco d'olmo scelto e fatto crescere per ricavarne la bure o timone con una convessità verso l'alto presso la base e verso destra nel tratto successivo; un'asse spessa, stretta e lunga da utilizzare come corpo centrale; un brancone con doppia curva a S con angoli ottusi; una tavola; un grosso piolo; il coltro (coltre) e il vomere (gmiera) di ferro; alcune zeppe di legno; alcuni chiodi di vario tipo.
COSTRUZIONE
Sagomare l'asse appuntendola all'estremità anteriore, praticare ai lati due incastri destinati ad accogliere i manici in posizione divaricata, praticare verticalmente al centro a metà lunghezza un foro in cui inserire il piolo di rinforzo e, più indietro, una finestra rettangolare in cui inserire la base squadrata del bure.
Squadrare il bancone e segarlo a metà per ottenere i due manici da fissare con lunghi chiodi negli incastri del corpo centrale.
Praticare nella bure un foro rotondo per il piolo di rinforzo, uno rettangolare per inserirvi il coltro, 4-5 fori verticali all'estremità per il cavicchiolo del giogo.
Inserire la base della bure nel suo alloggiamento fissandola con le zeppe; inserire il piolo di rinforzo. Fissare il coltro sulla bure e il vomere sulla cima del corpo centrale; inchiodare la tavola-versoio all'esterno del manico destro.
USO
Usato fin dall'antichità per l'aratura poco profonda di terreno "temprato" dalle piogge, veniva trainato da un solopaio di vacche aggiogate alla bure.
NOTE
L'attrezzo, costruito in legno d'olmo, all'inizio degli anni trenta fu rapidamente sostituito dall'aratro di ferro. Il termine "bure" è di origine latina ("buris")

Lo strascino ("el strascìn")

MATERIALE
Un tronco lungo e robusto per aggiogarvi le vacche; un tronco squadrato pesante, largo circa due metri; due manichi ricavati da un tronco curvo segato a metà; alcune viti grosse e lunghe.
COSTRUZIONE
Prima veniva fissato il timone sulla traversina per mezzo di un grosso cavicchiolo; poisi fissavano, divaricati, i due manici ai lati del timone e sopra la traversina; infine si praticavano alcuni grossi fori verso l'estremità del timone per inserirvi il cavicchiolo che doveva fissare l'anello del giogo.
USO
Si passava sul terreno già sminuzzato dall'estirpatore e dall'erpice, per spianarlo e sfarinarlo prima della semina.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2000
    Ultima modifica: 06.02.2005

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