Carnevale, feste, tradizioni e lavoroCarnevale, feste, tradizioni e lavoro

Il contadino

Aratri ed altri attrezzi per lavorare il terreno

Lavori nei campi nel corso dell'anno


Quadro delle principali operazioni campestri che si compiono dai coloni in ciascun mese dell'anno
Per avere un più minuzioso avvicendamento delle attività che i nostri contadini svolgevano nell’arco dell’annata, è conveniente riferire la relazione del Sottocomitato del Circondario di Macerata, elaborata per l’Inchiesta Jacini, 1884; in tale rapporto sono illustrate le molteplici mansioni che i vari membri della famiglia mezzadrile svolgevano in ogni periodo dell’anno.

Gennaio. -Allorquando non si sia già in precedenza compiuto, e se la stagione lo permette, si fa il lavoro preparatorio, o di rinnovo per la coltura del grano turco, si eseguiscono per conto padronale lavori di miglioramento, come l'escavazione di fosse per alberi che debbano essere piantati in primavera, ecc. Alla vangatura nella zona summontana prendono parte anche le donne. I maschi cominciano a vangare dopo quindici anni. Nel caso di famiglie coloniche poco numerose o di grandi poderi, si prendono per il lavoro preparatorio operai avventizi e si dà loro 50 a 70 centesimi, più il vitto. In quelle plaghe e in quei poderi ove si lavora esclusivamente con la vanga i coloni confinanti si prestano scambievolmente aiuto. Nelle giornate piovose o quando il terreno è ricoperto di neve gli uomini attendono a riparare gli attrezzi agricoli, a far cesti e a fabbricare rozzi mobili per la casa. Le donne filano, tessono, cuciono e rammendano. Per la stalla vi è uno speciale incaricato che si chiama tabacco, il quale è aiutato anche dagli altri e specialmente dalle donne e dai ragazzi, quando le altre faccende lo permettano. A questi e a quelle è più specialmente affidata la custodia del bestiame minuto, come maiali, ovini, pollami. Nella zona summontana sono le donne e i ragazzi che portano il bestiame al pascolo.
Quando si eseguisce il lavoro di terra si prende l’aratro o la vanga allo spuntar del giorno e si lascia al tramonto, interrompendo il lavoro soltanto per i pasti, i quali ordinariamente sono tre, uno alle nove, uno dopo il mezzodì ed uno alla sera. I cibi che si ammanniscono sono polenta, erbe cotte, legumi, vino non sempre.
Febbraio. -Si seguita il lavoro preparatorio pel granturco e alla fine del mese s’incomincia la potatura delle viti. Si ceduano le piante boschive, si tagliano le siepi e i canneti e si vangano. L’operazione principale è eseguita da soli uomini. Le donne e i ragazzi sono impiegati a raccogliere i residui del taglio e ad ammucchiarli. Le donne si occupano pure nel caseificio, ove si tengano pecore. Fuorché pel lavoro preparatorio del granoturco, non si prendono per le altre operazioni opere avventizie.
Marzo. -Si seguita la potatura delle viti, si sparge la semente dei prati artificiali di crocetta e di trifoglio pratense, e si fa la prima insolcatura per la seminagione del granturco.
E in questo mese come nei due precedenti si eseguiscono lavori di bonifica-conto padronale, come piantagioni di alberate di vigne, di frutti, ecc.
In questi lavori sono generalmente applicati tutti gli uomini della colonìa e delle colonìe vicine appartenenti allo stesso proprietario, e di più si prendono opere avventizie a seconda della entità dei lavori stessi.
Aprile. -Semina del granturco, zappatura delle fave, mondatura del grano. In tutte queste operazioni sono impiegate le donne, la mondatura anzi è fatta quasi esclusivamente da loro. Potatura degli olivi, fatta esclusivamente dagli uomini. Opere ausiliarie non si prendono che per la semina del granturco nei fondi molto grandi.
Nonostante il prolungamento delle giornate, non vi è un’ora circa di riposo dopo la merenda che si fa all’una pomeridiana. I pasti si fanno in numero di tre. Si lavora dalle 11 alle 12 ore il giorno.
Maggio. -Si seguita la mondatura del grano, zappatura del granturco e falciatura dei foraggi, si rompe il terreno dell’erba e primaticci; le donne vengono impiegate nelle prime due operazioni. Per la zappatura e fienatura si prendono anche opere ausiliarie, si fanno 4 o 5 pasti per queste operazioni, il vitto è più sostanzioso e si beve generalmente vino; si lavora dalle 12 alle 13 ore del giorno e si prende dopo il pasto dell’una pomeridiana, circa un'ora di riposo.
Allevamento dei bachi da seta a cui si dedicano principalmente le donne; solforazione delle viti eseguita dagli uomini.
Giugno. -Seconda zappatura del granturco, falciatura dei foraggi, allevamento dei bachi da seta, seconda solforazione delle viti, in fine del mese mietitura del grano.
La mietitura del grano nella zona marittima si comincia circa ai 20, nella zona media ai 25, nella superiore ai 30.
Alla mietitura prende parte tutta la famiglia, ma le donne e i ragazzi si limitano alla spigolatura.
Per la mietitura è ben difficile che non si prendano opere ausiliarie. I coloni dei grandi poderi di pianura sogliono dare la miètitura a cottimo a compagnie che discendono dalla montagna e che sono già state nella campagna romana. Si suol dare 10 e 12 lire per ogni rubbio seminativo. Alle opere ausiliarie si dà per la mietitura, oltre il vitto, da lire 1,25 a lire 2 nella regione superiore, e da lire 2 a lire 2,50 nell’inferiore.
Si fanno numerosi pasti, sino a dieci, ma di piccola entità; larga somministrazione di vino, pane di grano e carne.
Luglio. -Si seguita la mietitura, ove non fosse stata compiuta in giugno. Si falciano gli strami, si rompe il terreno dei prati artificiali. Si raduna il grano nell’aia e quindi si trebbia e si compongono i pagliai. Se si fa con le bestie, l’operazione dura parecchi giorni. Se con macchine trebbiatrici, poche ore. In questo caso si ha l’aiuto delle famiglie dei coloni vicini, ai quali si rende il servizio poi. Altra solforazione delle viti.
Agosto. -Si fa la trebbiatura quando non si sia già prima eseguita. Si rompe il terreno ove è stato il grano, i prati artificiali, ecc.
Solforazione delle viti infette. Si porta il letame sui campi e si ricopre con terra. Si cima e si sfoglia il granturco e s’incomincia negli ultimi giorni del mese la raccolta dei frutti più maturi.
Le donne e i ragazzi sono impegnati in tutte le faccende minori. Quando si fanno i lavori di terra, tre pasti grandi e due o tre piccoli.
Settembre. -Si raccoglie il granturco e si sgrana, operazione a cui prendono parte donne e fanciulli. Si rompe il terreno ove è stato il grano e si fanno gli altri lavori preparatori per la ventura raccolta. In fin di mese si comincia talvolta la vendemmia a cui prende parte l’intiera famiglia colonica.
Ottobre. -Si eseguisce la vendemmia. Semina delle fave e degli erbai, indi semina del grano. Vi prendono parte anche le donne, e donne estranee alla casa come opere ausiliarie, dette zapparelle.
Remunerazione di queste è 3-4 lire per l’intiera operazione, più il vitto. Tre pasti, e nelle famiglie più agiate, quattro. Per l’accorciamento della giornata non vi è più l’ora di riposo.
Novembre. -Compimento della semina del grano. Raccolta delle olive e delle ghiande, operazioni a cui si dedicano più specialmente le donne e i ragazzi. S’incomincia, quando le operazioni precedenti non siano state ritardate e quando la stagione lo permetta il lavoro preparatorio pel grano turco.
Dicembre -Raccolta delle olive quando non sia già stata prima eseguita. Preparazione del terreno pel grano turco, qualora il tempo lo permetta. Le donne più specialmente si dedicano alle faccende domestiche. Ingrasso dei maiali.

In un’altra parte dell’Inchiesta si fa riferimento alle lavorazioni speciali dove sono utilizzati le donne e i ragazzi sia da soli, sia insieme agli uomini.

Donne. -Raccolta delle frasche e delle fascine, semina del granturco e dei legumi, mondatura del grano, in aprile; raccolta dei foraggi e semina nei prati, raccolta del grano falciato in covoni, nel luglio; trebbiatura, coltura e custodia del granturco, concimazione e semine, nel settembre; vendemmia e semina di erbe in ottobre; semina del grano in novembre; coltura e custodia delle olive in dicembre. In qualche comune si impiegano anche nella zappatura, nella mietitura e battitura del grano; nella sfrondatura degli alberi, e nella trebbiatura e falciatura dello strame.
Fanciulli. -Mondatura del grano in aprile, guardia del bestiame ai pascoli in maggio, e in quasi tutti i mesi dell'anno guardia del gregge, dei suini, dei polli ed oche; raccolta delle piante e formazione delle fascine; raccolta delle ghiande in novembre. In qualche comune si impiegano anche nella zappatura e mietitura. Ciò che è degno di rimarco è l'uso delle donne in qualche comune (p. es. Macerata) di abituarsi a portare in equilibrio sulla testa dei grandissimi pesi.

Va precisato che l’usanza delle donne di trasportare sulla testa carichi, come orci per l’acqua e canestre con biancheria da lavare, con cibarie per coloro che lavoravano nei campi o con pollame da recare al mercato, non era una consuetudine circoscritta a qualche comune del Maceratese, ma era una pratica diffusa dappertutto. Questa maniera di trasferire ingombri sulla testa fa assumere un comportamento eretto ed elegante e permette al passo un procedere molto aggraziato. Tale eleganza e disinvoltura deriva da una pratica costante, che era esercitata sin da piccole. Un altro modo delle donne di trasportare pesi era quello di posare l’orcio dell’acqua su di un fianco.
Fra le varie mansioni del contadino vi era anche quella della tutela del territorio poderale i cui confini erano ben marcati e protetti; ad esempio quelli, che davano sulle strade pubbliche, erano preservati da fitte siepi di arbusti spinosi: quali il biancospino, il prugnolo o l’acacia, in modo da ostacolare qualsiasi accesso ad uomini ed animali; mentre i confini interni, fra una proprietà e l’altra, erano definiti da sottili margini di terra incolta, convalidati da modesti cippi di pietra -i termini -di chiara derivazione romana, oppure da fossi, lungo i quali crescevano normalmente olmi, salici, pioppi, querce e canneti.
Questo ulteriore incarico era sancito da ben precise clausole contrattuali come questa: «Sarà a carico del Colono di mantenere le fratte e chiuderle se venissero aperte: di custodire i termini, e di invigilare affinché siano tenuti scoperti e visibili come pure riconoscere i giusti confini della possessione, e mancando a tale sorveglianza sarà obbligato di pagare uno scudo per ogni termine trascurato, e per ogni confine abbandonato» (1).

NOTE
(1) Cfr., EMILIO PIERUCCI, Mezzadria e macchina nell’economia agricola delle Marche, Fossombrone 1998, p. 242.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 26.07.2004
    Ultima modifica: 28.11.2004

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