Carnevale, feste, tradizioni e lavoro
Ciclo dei foraggi
Semina
La preparazione del "sodo" aveva inizio in primavera con la semina della "smentina" (erba medica o lupinella o trifoglio o misto) a spaglio fra i solchi del grano prima della zappatura.
Liberata dalla falciatura dello strame in estate, l'erba cominciava a verdeggiare con le prime piogge autunnali, veniva usata come foraggio fresco in autunno e in primavera, veniva falciata per il fieno in maggio al momento della massima crescita.
Fieno
L'erba alta, falciata con la falce fienaia o con la falciatrice, veniva lasciata seccare al sole e rivoltata con le forche di legno. Il fieno veniva poi accumulato in mucchi per proteggerlo dalla pioggia.
Il fieno sparso veniva accuratamente raccolto col rastrello, ma il sistema più pratico era però quello di trascinarlo sull'aia, con un paio di mucche, mediante una grossa corda fatta passare attorno al mucchio e annodata per le estremità all'anello del giogo: il mucchio scivolava senza scosse sul terreno lasciandosi dietro solo qualche rotolo di fieno che veniva poi recuperato. I ragazzi avevano il gradito incarico di salire dietro al mucchio posando i piedi alla sua base per tenere la corda al suo posto; intanto si lasciavano trasportare.
Per la costruzione del pagliaio, il fieno veniva poi caricato sul carro o sul biroccio allargato da "controscale".
Foraggio estivo
D'estate scarseggiava il foraggio fresco. Oltre alla poca erba medica ricresciuta dopo la prima fienagione, si usava il granturchetto, cioè il granturco che, essendo stato seminato molto fitto, produceva steli sottili e con pannocchie molto piccole; inoltre si utilizzavano le cime del granturco rotte o tagliate al primo nodo sopra la pannocchia e, a maturazione delle pannocchie ormai avanzata, le foglie dei gambi strappate a mano.
Si consigliavano anche le foglie degli olmi (grandi quelle degli alberi innestati, piccole quelle degli alberi selvatici o "bisciar"), le foglie dei gelsi ricresciute dopo la raccolta per i bachi, le foglie delle canne ("canafoja"), le foglie delle acacie (per i conigli), le cime delle piante di fava, il vilucchio che infestava il terreno sotto le piante di granoturco ("curgiola").
Dopo la vendemmia si coglievano i pampini delle viti ("pampna") da mescolare nella trista.
Foraggio d'inverno
Per disporre di foraggio fresco anche in pieno inverno, in autunno si seminava a favino e a orzo il maggese destinato alla semina primaverili del granturco.
Rotazione delle colture
La coltivazione delle leguminose da foraggio per un anno o due arricchiva il terreno di composti azotati per la successiva semina del grano.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.2001
Ultima modifica: 04.12.2004
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