Carnevale, feste, tradizioni e lavoro
Aringhe in cucina
Le aringhe, una volta, si trovavano in quasi tutti i negozi di generi alimentari, ora non si sa quasi più come si mangiano. Le aringhe erano un tempo il cibo dei poveri che dava parecchie calorie, che faceva molto companatico e che faceva bere anche qualche bicchierotto in più.
Mi raccontava un vecchio "scupìn" (netturbino) ora in pensione, che tutte le mattine si acquistava un'aringa, una bella pagnotta di pane e se ne andava a far colazione nella "sua" osteria. L'osteria era riscaldata a quei tempi da quelle caratteristiche stufe riempite di segatura pressata, con un buco nel mezzo per farvi entrare la fiamma; lui aveva preso l'abitudine di attaccare l'aringa all'uncino di ferro della stufa e di sospenderla in mezzo alla fiamma per qualche attimo, appena vedeva che l'aringa iniziava a scaldarsi la tirava fuori, la spellava per bene, l'apriva e toglieva le spine, poi la cospargeva di buon aceto di vino e olio: la colazione era pronta e, mi diceva, guardava a lungo l'aringa e continuava a mangiare il pane, così il prelibato cibo durava di più "e la fuieta se svuidáva" (il mezzolitro si svuotava).
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 25.03.2005
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