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Pesca con il palangaro


La pesca con il palangaro, detto anche palancaro, palangrese o palàmito (in dialetto fanese "parangàl") è stata praticata a Fano sino all'inizio del 1900, poi abbandonata perchè questi attrezzi venivano ripetutamente danneggiati dalle barche da sfogliara. L'impiego dei palangari è ricominciato negli ultimi anni del 1900, approfittando del fermo tecnico delle altre forme di pesca durante il sabato e la domenica.

Il palangaro è costituito da una lenza orizzontale, lunga decine di chilometri, da cui pendono numerosissime lenze verticali provviste di ami. A seconda del tipo di pesce cui è indirizzata la pesca, possono variare lo spessore delle lenze, le dimensioni degli ami e il tipo di esca. L'attrezzo è sostenuto in superficie da galleggianti ed appesantito da piombi, in maniera da viaggiare alla profondità desiderata. Vicino alla superficie si catturano tonni, pesci spada e squali, vicino al fondo naselli, gronghi e razze.
Il "parangàl" veniva usato a Fano per la pesca delle anguille, disponendolo trasversalmente ad un corso d'acqua.

Nel 2005 operavano a Fano 5 imbarcazioni, piccole ma moderne ed attrezzatissime, per la pesca soprattutto dei tonni.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 25.02.2005
    Ultima modifica: 17.03.2005

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