ItinerariItinerari

I boschi di Vignaria (strada forestale di Vignaria, sen...

I Monti del Furlo: Pietralata e Paganuccio (itinerari -...

L’anello della Baita (sentiero fosso della Tazza, sentieri CAI n. 337, 331, strada forestale I Cerreti)


L’ANELLO DELLA BAITA (sentiero fosso della Tazza, sentieri CAI n. 337, 331, strada forestale I Cerreti) (Comuni di Fossombrone e Urbino)

Tempo di percorrenza: h 3,00 (percorso ad anello)
Lunghezza: 9 km
Difficoltà: T
Ultima verifica dell'itinerario: 2023

Questo itinerario, volutamente breve e con scarso dislivello, è alla portata di tutti coloro che hanno un minimo di allenamento: adatto anche a famiglie con bambini che abbiano un po’ di abitudine a camminare. Si parte e si ritorna in un luogo noto come la Baita, facile da trovare e da ritrovare.

Un anello che ha anche il pregio, in poco spazio, di attraversare tutti gli ambienti più tipici delle Cesane e di percorrere entrambi i versanti; quello nord, che guarda verso le valli dell’Apsa e del Foglia, e da cui si vede il mare, e quello sud, con vista sui monti del Furlo, la valle del Metauro e un bel pezzo delle Marche, dall’Appennino al Conero.

Si parte dalledicola sulla strada, davanti alla Baita, che è praticamente un ex voto di una famiglia che riuscì a sopravvivere qui ad una bufera di neve. Con la Baita alle spalle prendiamo a camminare andando a destra, sul bordo della strada. Dopo un centinaio di metri c’è un varco sulla sinistra ed è da lì che ci addentriamo nel bosco. Una piccola discesa, pochi metri ed ecco il primo bivio nel quale andiamo a sinistra. Il sentiero è stretto anche se lo squarcio nella pineta è quello di uno stradello ora colonizzato da arbusti di ginepro e ginestra. Inizialmente la discesa è lieve: quando aumenta la pendenza arrivano le latifoglie e il Fosso della Marmotta, dopo di che il sentiero si ripresenta pianeggiante e il paesaggio si apre arrivando fino alla costa adriatica. Rientriamo nel bosco, facciamo una curva a gomito, troviamo la prima piccola salita, altra curva stavolta a destra e poco dopo siamo di nuovo in piano. Dun tratto il sentiero si allarga e fatti pochi metri attenzione, bisogna andare a destra e affrontare il sentiero che taglia la pineta; anche in questo caso lo spazio in cui siamo è molto più ampio del tracciato: anche questa era una pista forestale. Il bosco è rado e infatti i ginepri dominano il sottobosco. Inizia la discesa e giunti ad un bivio, siccome dobbiamo continuare a scendere andando a destra, prepariamoci al tratto più impegnativo, perchè la pendenza qui aumenta ed è resa un po' insidiosa dai solchi entro cui è affondato il sentiero. Nel frattempo sono apparsi i segnavia ma ora completiamo la discesa: il Fosso della Tazza si palesa e mentre ci arriviamo aumenta la roccia e il pietrisco. Un tornantino e facciamo agevolmente il guado, dopo di che si riprende quota tra abeti e arbusti, approfittando di alcuni gradini naturali di roccia. Presto il tracciato spiana, la vegetazione è bassa e ammiriamo il bosco dallalto. Pini neri e ginepri ci accompagnano allinizio di una lieve discesa che ci porta allo scoperto in una zona arida e calanchiva. Davanti, in lontananza, appare il pastificio Girolomoni e a duecento metri la strada asfaltata per Isola del Piano. Poco prima, anticipando anche il cartello con la segnaletica dei sentieri, dobbiamo girare a sinistra e incominciare a risalire per un sentierino che ci mantiene in questa zona di bassi cespugli e argille.

Abbiamo la strada sulla destra ad una ventina di metri, poi sfioriamo un campo coltivato, poi pieghiamo a sinistra restando sul bordo della pineta, superiamo una siepe di cespugli e troviamo unaltra area aperta che ci proietta in un boschetto che sta appena sotto la strada e da dove si vede un casottino in cemento che è una presa dellacquedotto. La strada è la Provinciale 51 delle Cesane, che va oltrepassata per poi varcare la sbarra verde e prendere a camminare sulla pista forestale che sale. Qui il rimboschimento è denso e ordinato, agevolato dalla dolce morfologia che caratterizza il culmine del rilievo. Qualche minuto e siamo ad un bivio: dobbiamo andare a destra. Lo stradello poi piega a sinistra e raggiunge lo spartiacque: ce ne accorgiamo perché ora, tra le cime degli alberi, vediamo un nuovo panorama. Siamo entrati nella valle del Metauro. La conferma ci arriva ad un incrocio di sentieri, e relativo palo con cartelli, che troviamo dopo pochi metri. Siamo nella zona di Cà Crescentini. Ignoriamo le deviazioni e tiriamo diritto, iniziando in discesa. Qualche curva ed ecco sulla sinistra la nostra deviazione evidenziata da una freccia verde disegnata su un tronco e da pallini rossi su altri. Sono indicazioni per chi va in mountain bike ma possiamo accedervi anche noi, facendo attenzione quando arrivano i ciclisti, a cui va data la precedenza. In questo pezzo di sentiero la pendenza si accentua per poi presentarci uno spettacolare passaggio orizzontale in una fustaia vigorosa di alti pini. In fondo al rettilineo ci ritroviamo nello stradello lasciato in precedenza; davanti a noi la deviazione per scendere in direzione di Canavaccio ma il nostro itinerario ci fa svoltare a sinistra, sullo stradello che prosegue per un po’ passando poco sopra ad un altro pezzo di pineta con alberi segnati ed etichettati per alcune ricerche scientifiche. Poi lo stradello diventa sentiero, ma la discesa lieve prosegue, penetra il bosco di latifoglie e supera un paio di piccoli fossi. Dopo un bivio in cui occorre restare alti e tenere la sinistra resta solo un tratto pianeggiante che ci divide dallultimo incrocio, quello con la pista che sale da San Cristoforo dei Valli. In questo punto c’è il rudere di una grossa casa: i Cerreti. A noi serve come riferimento per apprestarci alla salita che ci indirizza verso la fine del percorso. Siamo allo scoperto e questa ascesa è un po’ faticosa nella prima parte e il fondo, sconnesso, è di roccia viva. Quando termina la pendenza ricomincia il bosco; ora la camminata è comoda e in pochi minuti appare la Baita.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 15.03.2024
    Ultima modifica: 20.10.2024

Nessun documento correlato.


I boschi di Vignaria (strada forestale di Vignaria, sen...

I Monti del Furlo: Pietralata e Paganuccio (itinerari -...