Itinerari
I boschi di Vignaria (strada forestale di Vignaria, sentieri CAI nr. 337, 344, 337, 337a, sentiero Giungarelli, sentieri CAI nr. 344 e 340a, sentiero Fosso Cava di Franchetto)
I BOSCHI DI VIGNARIA (strada forestale di Vignaria, sentieri CAI n. 337, 344, 337, 337a, sentiero Giungarelli, sentieri CAI n. 344 e 340a, sentiero Fosso Cava di Franchetto) (Comune di Isola del Piano)
Tempo di percorrenza: h 5,00 (percorso ad anello)
Lunghezza: 15 km
Difficoltà: E
Ultima verifica dell'itinerario: 2023
Per giungere all’inizio del sentiero passiamo in macchina da Isola del Piano e prendiamo “via del Piano” una strada che si inoltra nella campagna in direzione del campo sportivo e della grande fabbrica di Pian dei Paoli. Proseguendo oltre vediamo un cartello della sentieristica ma non ci fermiamo, teniamo la sinistra e saliamo fin dove la strada spiana e c’è il cartello con su scritto Vignaria di Sotto; è ora di parcheggiare.
Il lato di Isola del Piano è il meno conosciuto della grande Foresta Demaniale, eppure contiene alcune delle particelle secolari del rimboschimento e nasconde piccole valli molto strette in cui vi è un microclima favorevole a piante molto rare da queste parti.
Uno sterrato si inerpica sulla destra ed è il nostro inizio. Questa prima salita è un rettilineo con una recinzione sulla destra e un prato sulla sinistra, finché non si entra nel bosco che però ancora è un bosco ceduo e quindi composto di giovani latifoglie. Incontriamo un incrocio con una deviazione verso sinistra ed una, quella giusta, verso destra. Tiriamo il fiato, siamo sempre nel bosco e approfittiamo della breve discesa. Il sentiero continua ad essere uno stradello e in questo caso il suo recente utilizzo è dovuto all’esbosco di legname. Poco dopo compaiono i primi pini dei rimboschimenti e lo stradello si stringe per diventare sentiero nel momento in cui l’acclività si accresce e alcuni tornanti aiutano ad affrontarla. Ormai immersi nella pineta troviamo un bivio nel momento in cui il nostro sentiero si collega ad un altro più grande e battuto che corre quasi pianeggiante. Andiamo a destra e lo seguiamo sotto le alte chiome delle conifere mentre alcune piante basse autoctone stanno colonizzando i bordi del viottolo. Inaspettatamente si scende in un piccolo avvallamento poi però si riprende quota e si arriva ad un nuovo bivio nel quale, stavolta, andiamo a sinistra. In questo modo arriviamo subito sull’asfalto, nei pressi della Baita, che però non fa parte del nostro itinerario quindi dobbiamo semplicemente attraversare la strada, svoltare a sinistra e poco dopo, all’ennesimo incrocio, prendere il sentiero che sta più vicino alla strada e che si approccia al versante boscoso in diagonale salendo gradualmente. La giovane pineta termina all’improvviso e ci ritroviamo allo scoperto, affacciati su quel che resta dei prati della Cesana Rossi. Tiriamo diritti senza indugio anche quando il bosco lo troviamo su entrambi i lati dello sterrato e arriviamo ad una sbarra che annuncia la strada. La Provinciale stavolta l’attraversiamo all’opposto rispetto a prima. Ci sono due vie davanti a noi: una appare rettilinea sul crinale che guarda a nord, verso Isola del Piano; l’altra, che dopo pochi metri piega a destra porta il numero 344, ci fa scendere e poi, più tardi, girare a destra al bivio per addentrarsi nei fossi in cui si ramifica la parte alta del Rio del Nicchio. Sono due affluenti, quasi sempre asciutti, del Fosso della Cava di Franchetto e li attraversiamo in sequenza: il secondo è più profondo, quasi buio, molto affascinante, umido, selvaggio, custode degli ultimi faggi delle Cesane e della fioritura invernale del bucaneve. Quando si risale e si esce dall’impluvio è emozionante trovarsi esattamente a metà tra il bosco di pini a monte e quello di latifoglie a valle. Cedri e abeti greci preannunciano l’arrivo alla casa forestale di Campo Abeti. C’è una stradina di ghiaia che arriva fin qui ed è la nostra via, per cui giriamo a destra e camminiamo sulla carreggiata fino alla sbarra. Poco dopo averla superata si ripresenta la Strada Provinciale ma stavolta non dobbiamo neanche accostarla perché il sentiero che ci interessa scende sulla sinistra e rientra quasi subito nel bosco. La pineta che attraversiamo è densa e la stretta traccia serpeggia cercando la pendenza più comoda fino a raggiungere un pianoro dove si tiene la sinistra e si sfiora Piana Bertinelli, superata la quale prendiamo lo stradello che sale lievemente in direzione della Cesana Bassa. Incontriamo due deviazioni a sinistra ma le ignoriamo. Dobbiamo invece andare a sinistra dopo qualche minuto aiutati dal cartello che indica la direzione per San Pietro in Tambis. Il sentiero attraversa una zona pianeggiante molto suggestiva, forse perché diversa dal resto delle Cesane, un po’ per i lineamenti del terreno, un po’ per la vegetazione. Si va diritti fino al bivio contrassegnato da un paio di fantasmini fatti con le lenzuola e appesi agli alberi (segnaletica di un percorso per le biciclette). Mentre il sentiero ufficiale va a destra noi giriamo a sinistra e ben presto inizia la discesa. La larghezza del sentiero e la scarsa pendenza ci fa camminare godendo del bellissimo bosco attorno a noi: un settore del rimboschimento tra i più vecchi, impreziosito da grandi abeti greci sotto i quali crescono i loro discendenti. Come fosse un viale alberato il sentiero scende ancora l’acclività ora abbastanza accentuata e infine l’approdo alla pista forestale di Giungarelli. Dobbiamo andare a sinistra e seguire questa pista a lungo, in salita, superando un fosso e poi un altro, ignorando le deviazioni, ritrovando la spianata in zona Carpaneto prima dell’ultima ascesa e dell’ultimo fosso che immette ad un tratto in piano che porta appena sotto il casermone di Campo Abeti. All’altezza del sentiero che scende proprio dalla casa forestale c’è un incrocio: sotto di noi parte una traccia non molto definita ma visibile di un vecchio viottolo divenuto sentiero. Questa è la nostra via, quella che consente di addentrarci nel grande bosco della Vignaria dove ci sono i pini più alti delle Cesane. Inizialmente percorriamo un rettilineo, poi si piega a sinistra, si giunge ad un bivio in cui svoltiamo a destra compiendo il primo tornante. Un altro bellissimo rettilineo ci appare a mezza costa del pendio: siamo in una delle particelle più antiche del rimboschimento. Un piccolo dosso e riprende la discesa. Un bivio segnalato con un omino e con i segnavia è la nostra deviazione: giriamo quindi a sinistra e ci dirigiamo verso il Fosso della Cava di Franchetto nel quale però non dobbiamo entrare, perché poco prima incontriamo un ampio sentiero che scende su questo lato dell’impluvio. Svoltiamo quindi a destra e presto il viottolo si allontana dal fosso per condurci al raccordo con uno stradello che arriva da sopra. Si continua ad andare verso il basso e in pochi istanti si materializza la vecchia casa di Vignaria di Sopra e appena prima, sulla destra, un’area pic-nic con tavolini ed una bacheca che racconta del Bosco della Regina, toccante tributo della sezione Montefeltro del Club AIpino Italiano ad una sua indimenticabile socia, Regina Mezzini.
Lo stradello prosegue oltre la casa colonica e ci porta fuori dal bosco, in un grande campo che attraversiamo per poi convergere nel fosso sottostante. Un muro di vegetazione arbustiva e arborea appare compatto e selvaggio in questo inaspettato piccolo canyon che ci regala uno straordinario finale. Acqua corrente generalmente non ce n’è e la nostra attenzione può andare alle pareti di calcare che ci sovrastano, popolate da erbe e muschi, stratificate fittamente e scagliose, colorate di bianco, grigio e rosso. Alcuni grossi pioppi ombreggiano e d’un tratto si sale sulla destra e velocemente si esce dalla breve gola accolti da giovani alberi e ginestre che a volte ostruiscono la sottile traccia che ci porta su una stradina di ghiaia. Si tratta della strada di servizio di una grossa cava abbandonata poco più a monte. Questa comoda carrabile ci riporta al punto di partenza: basta andare a destra, passare per la casa di Vignaria di Sotto con le sue eleganti querce, e procedere diritti fino a ritrovarsi al punto di partenza.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 15.03.2024
Ultima modifica: 20.10.2024
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