Opere specialistiche
Pesaro e dintorni negli aspetti naturali: Il rilievo - colline e pianure
PESARO E DINTORNI NEGLI ASPETTI NATURALI
Il rilievo: colline e pianure
I colliNel circondario pesarese si riscontra una notevole uniformità geomorfologica, e chiunque giri lo sguardo sul nostro territorio non può non percepire una certa qual monotonia paesistica, dovuta soprattutto ad una relativa omogeneità della fondamentale costituzione geologica, alla quale corrispondono forme pressoché eguali di erosione del terreno. La natura del basamento geologico determina un paesaggio a colline rotondeggianti, mammelloniformi, dalla linea ancor più accentuatamente morbida nei distretti argillosi attorno al M. della Blilla ed a Pozzo Alto. Solo là dove predominano formazioni sabbioso-molassiche (i “tufi”) - come a Monteluro, a Novilara, o sull’Ardizio - od arenaceo-marnose - come sul M. Accio - si determinano forme un poco meno dolci, che solo nei ripidi versanti nordorientali dell’Accio e dell’Ardizio, modellati a falesia da antica e recente abrasione marina, si fanno decisamente aspre.
Inserito praticamente per intiero nel Subappennino esterno della Marca settentrionale, il territorio si presenta nella maggior parte (circa il 70 per cento) occupato da rilievi collinari articolati in un complesso di quattro dorsali principali (due parallele alla costa, quelle del M. Accio e del M. Ardizio, e due pressoché ad essa perpendicolari: lo spartiacque Foglia-Tavollo a Nordovest, e la displuviale Foglia/Genica-Arzilla/Fosso Sejore a Sud e Sudest), e di un maggior numero di loro minori diramazioni; complesso che, da Nordovest ad Ovest, Sud e Sudest, si espande in ampio ventaglio a circondare la città e la bassa pianura circostante, interrotto solo a Sudovest dal largo solco vallivo del Foglia, aperto quale larga porta verso l’interno della Provincia e l’ancor lontano Appennino.
Se ci si pone idealmente a qualche centinaio di metri sulla verticale della città, le spalle rivolte all’Adriatico, i lineamenti essenziali della collina pesarese ci si rivelano nella loro piuttosto semplice struttura. Alla nostra destra, verso Nordovest, si allunga parallelamente al mare, il rilievo del M. Accio, una dorsale lunga una dozzina di km da Pesaro a Gabicce, ma per soli 7 (sino a Fiorenzuola di Focara) rientrante nel nostro territorio; esso culmina successivamente nelle maggiori elevazioni del M. Accio (o Colle di S. Bartolo, m. 197), del M. Castellaro (o Monte della Croce, m. 181), del M. Brisighella (m. 171), del M. Trebbio (m. 194), e del Cimitero di Fiorenzuola (m. 189); la sua quota più elevata - m. 222 presso Castel di Mezzo - rimane ubicata nel tratto estraneo al contorno pesarese.
All’altezza del Cimitero di Fiorenzuola la Sella della Siligata (m. 122) collega la dorsale del M. Accio al crinale spartiacque Foglia-Tavollo, confine territoriale di Nordovest, che di qui si snoda con una certa sinuosità sino al M. dei Calzolari tra Pozzo Alto e Tavullia, per poi proseguire oltre, verso l’interno. Sue maggiori elevazioni sono, da Nordovest a Sudovest, il M. Merro sopra il Boncio (m. 187), cui fa seguito la bassa Sella di Ciarciano (più comunemente nota come “il Foro”, m. 84), quindi il dosso della Zagagnola sopra le Babbucce (m. 131), la “vetta” di Monteluro (m. 289), il M. Peloso (m. 253), ed infine il M. dei Calzolari (m. 203). Dalle culminazioni principali si spingono verso Sudest, in direzione del Foglia, varie dorsali minori pressocché parallele fra loro: così dal M. Merro il contrafforte di M. Bacchino (m. 166) e di Roncaglia (m. 121) si incunea tra i Fossi della Ranocchia e dell’Acquabona sin presso Cattabrighe, parzialmente affiancato a Sudest dal tondeggiante e quasi isolato M. della Badia (m. 164) sopra S.Colomba; così dalla Zagagnola la dorsale di S.Germano (quota massima m. 116) scende su Case Bruciate, dividendo le valli dei Fossi della Genga e della Selva Grossa; così ancora da Monteluro il lungo uniforme rilievo della Stroppata si spinge a dominare la pianura del Foglia dalla quota di 131 m. a Nord di Borgo S. Maria, separando i Fossi della Selva Grossa e della Biscia; così infine dal M. dei Calzolari un breve contrafforte si biforca in corrispondenza del M. dell’Ebreo (m. 204), calando a Sudest su Pozzo Alto (m. 137) ed il Fosso della Biscia, a Sud sul dosso di Montechiaro (m 135).
Se dal nostro aereo osservatorio ideale volgiamo poi lo sguardo a Sud e Sudest, vediamo un paesaggio collinare simile al precedente, ma di disegno un poco più complesso, differente è appena la morfologia dei rilievi, ma diverso è soprattutto il loro orientamento: anziché decorrere parallelamente fra loro secondo la direttrice Nordovest-Sudest, si diramano quasi a ventaglio con direzioni varianti da Nord/Nordovest-Sud/Sudest a Nordest-Sudovest.
Alla nostra sinistra si protende in direzione di Fano la dorsale costiera dell’Ardizio, simmetrica a quella del M. Accio (ma di essa più breve e meno elevata), lunga un 4 km tra Pesaro ed il Fosso Sejore, culminante nei 141 m. del M. Ardizio verso Pesaro, e nei 152 m. del M. delle Commende a Nord di Trebbiantico. Dalla seconda delle due elevazioni si diparte la displuviale Genica-Fosso Sejore, dapprima calante sulla insellatura di Trebbiantico (m. 83), quindi risalente a Sudovest per il M. della Zaccona (m. 139) sino a Novilara (m. 215); qui si innesta sulla displuviale Genica-Arzilla, dirigendosi ad Ovest per il M. della Fuga (m. 216), la Pieve di Candelara (m. 210), la sella del Trebbio della Sconfitta (o Trebbio di Candelara, m. 137), la Querciabella (m. 167, punto d’incontro di tre bacini imbriferi: Foglia, Arzilla, Rio delle Geniche), ove ha inizio la displuviale Foglia-Arzilla che, superato il M. della Blilla (m. 179) ed il Palazzaccio (m. 156), prosegue essa pure al di fuori del nostro territorio.
Anche dall’or detta cresta spartiacque si dipartono vari contrafforti e rilievi minori, e più precisamente: dal M. della Zaccona volge a Nord-Nordovest la dorsale dei Condotti, incuneata tra le Geniche di Trebbiantico e dei Condotti, e terminante alla Bregnana (m. 61) presso Muraglia; dal M. della Fuga il parallelo e poco più lungo rilievo della Madonna dei Mazza-Angelo Custode-Villa Baratoff scende gradatamente a separare la Valle dei Condotti da quella dei Castagni presso S. Veneranda; da Trésole, nei pressi di S. Rocco, punta a Nord il breve contrafforte del M. del Castagneto (m.137); infine dalla Querciabella si protende a Nordest per circa 4 km il crinale spartiacque Foglia-Genica che, per M. Ballante (m. 177) e la Madonna del Monte (m. 124), giunge a domimare Pesaro dall’alto dei 122 m. di Casa di Salute.
Le pianure
Le aree pianeggianti interessano circa il 30 per cento del nostro territorio, e la loro maggior porzione è rappresentata dalla pianura del fiume Foglia, pari da sola ad oltre un quarto dell`intero circondario pesarese; apporto ben inferiore è dato da alcuni minori fondovalle, e dallo stretto litorale collegante Pesaro alla foce del Fosso Sejore. Tutte queste aree pianeggianti sono ricoperte da depositi alluvionali quaternari, corrispondenti esclusivamente o nella massima parte a terrazzi di IV ordine, essendo quelli di III ordine presenti in lembi modestissimi; pure assai modesti i depositi alluvionali recenti ed attuali, limitati all`alveo del Foglia ed alla stretta cimosa litoranea.
La pianura del Foglia (la “piana”), solcata dal tortuoso alveo del fiume, si allunga per 10 km. o poco più secondo l’asse Sudovest-Nordest, da Borgo S.Maria al mare, ed appare relativamente stretta: poco più di 2 km in media, e circa 3 secondo l`asse Nordovest-Sudest nel punto di maggior larghezza, all’altezza di Case Bruciate; solo nell`odierna immediata periferia della città essa si espande verso Sud e Sudest, fondendosi con il piano alluvionale del Rio delle Geniche, e raggiungendo o superando un poco i 4 km. La sua pendenza media è debole - 4 per mille in direzione Nordest - e, salvo alcune ridotte porzioni marginali nel settore sudoccidentale (ove, al punto di saldatura tra il piano e le basse pendici collinari, si raggiungono i circa 50 m), non supera i 40 m di quota, ed anche questo solo nel settore più interno; per il resto, dagli 0 - 3 m delle estreme ali deltizie del Foglia (Piazza d`Armi, Porto, Zona Mare di Pesaro), essa si mantiene a quote oscillanti tra i 10 o poco meno ed i 20 m dall`altezza della città vecchia sin oltre la trasversale Case Bruciate-S.Pietro in Calibano (Pian della Tombaccia, P. delle Fabbrecce, Sega dell’Acqua, P. della Borgheria, P. del Foglia, P. dei Canonici, P. della Sala, ecc.), e tra i 20 ed i 30-35 m a monte della trasversale medesima (Pian di Falcineto, P. della Chiusa, P. di S. Lorenzo, ecc.). Paesisticamente parlando, non si può certamente collocarla tra le più belle ed amene pianure fluviali delle Marche; tuttavia sarebbe ingiusto negarle certi suoi peculiari valori panoramici, soprattutto allorché la si consideri inserita nella cornice dei colli circostanti.
Già si è accennato ad alcuni minori fondovalle pianeggianti laterali al Foglia. Integrandosi generalmente con il paesaggio collinare, non risultano nel più dei casi particolarmente evidenti, tuttavia alcuni fra essi vanno tenuti in considerazione: così, in sinistra del Foglia, la vasta conca allungata delle Pianacce-Ciarciano-Grancia (bacino del Fosso della Genga) e la valle della Selva Grossa alle spalle di Case Bruciate, nonché la lunga valle percorsa dai Fossi della Badia e della Ranocchia che, da S. Maria delle Fabbrecce, si adagia per qualche chilometro sino ai piedi della Sella della Siligata; così pure, in destra della pianura del Foglia, i tratti inferiori e medi delle valli percorse dai vari rami del Rio delle Geniche, digitazioni planiziari che si insinuano verso Sudest sin sotto S. Nicola e M. Sisto ed oltre l`Angelo Custode, e verso Sud e Sudovest oltrepassano S. Veneranda e Ponte della Valle. Questi tratti pianeggianti dei minori solchi vallivi pesaresi difficilmente superano la quota massima di 50 m, e la loro larghezza è in genere oltremodo ridotta.
Un ultimo modesto settore di territorio piano è costituito dal litorale tra Pesaro e la foce del Fosso Sejore: una stretta cimosa lunga poco più di 4 km, di larghezza un tempo forse relativamente abbastanza notevole (almeno stando ad antiche testimonianze), ma oggi ridotta nella maggior parte a non più di 100 m od anche assai meno, e con quote comprese tra gli 0 m della battigia marina ed i circa 5 alla base delle pendici nordorientali del rilievo dell`Ardizio.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 22.08.2010
Ultima modifica: 30.08.2010
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