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Boschi mesofili dei Monti del Furlo (Flora e vegetazion...

Specie rare e interessanti dei Monti del Furlo (Flora e...

Prati e pascoli dei Monti del Furlo (Flora e vegetazione dei Monti del Furlo)


Per prati si intendono formazioni erbose falciabili, per pascoli formazioni erbose non falciabili.

Nei Monti del Furlo vi sono numerosi pascoli e prati: talvolta piccoli lembi situati su aree più o meno pianeggianti, tra una balza e l'altra, altre volte grandi superfici erbose anche di notevole estensione come sulla parte sommitale del M. Pietralata, ma soprattutto del M. Paganuccio. Va detto subito che ben pochi di questi prati e pascoli sono primari, essendo la maggior parte di essi, soprattutto quelli sommitali o le grandi radure, di origine secondaria, formatisi per distruzione del bosco per scopi agricoli e successivo abbandono dei campi. E' noto, per esempio, che i pascoli del M. Paganuccio erano coltivati anche in vetta fino ad alcune decine di anni fa. Tuttavia, nonostante questa origine, alcuni di essi hanno assunto un aspetto naturale con la formazione di compatti cotichi erbosi, attingendo specie dalla flora erbacea già esistente nelle radure, nei pratelli presenti fra le rocce, nelle pendici sassose. In considerazione della loro origine, della relativa ripetitività, e per semplicità espositiva, tratteremo unitariamente di queste formazioni erbose.

Dal punto di vista vegetazionale esse sono, per la grande maggioranza, attribuibili ad un raggruppamento vegetale detto Bromion che comprende prati e pascoli asciutti dei piani collinare e montano aventi come comune denominatore la presenza più o meno abbondante di una Graminacea, Bromus erectus. Tali pascoli possono essere più semplicemente denominati Brometi. In particolare si chiamano xerobrometi quelli più aridi, mesobrometi quelli più o meno freschi. Le formazioni erbose di questi monti rientrano in larga parte in queste due categorie anche se la distinzione fra di esse è talvolta molto sfumata.

A parte qualche arbusto rappresentato dal Ginepro rosso, dal Ginepro comune, da qualche Rosa, dal Caprifoglio etrusco e da giovani Lecci e Roverelle, primo tentativo del bosco di riconquistare questi spazi scoperti, i pascoli e i prati sono nettamente dominati da specie erbacee perenni (emicriptofite, geofite, camefite) e annuali (terofite). Abbondano le specie xerofile, le mediterranee, quelle a larga diffusione e frequenti sono le ubiquiste, favorite dalla costante presenza umana e dal pascolamento. Su questi monti relativamente bassi non v'è traccia di interi generi così caratteristici dei pascoli del nostro Appennino, come le Armerie, le Genziane, le Pedicularis, i Senecio del gruppo Doronicum, i Narcisi (a bassa quota, in coltivi e incolti è invece presente Narcissus tazetta subsp. tazetta), i Veratrum e molti altri. Non mancano tuttavia delle specie di un certo interesse come Prospero autumnale, Crocus biflorus, pianta piuttosto sporadica nelle Marche, Romulea columnae (piccolissima lridacea presente lungo il litorale e in varie stazioni ubicate nel piano basale dell'Appennino calcareo), Dactylorhiza romana, la cui stazione, sul M. Paganuccio, rappresenta una delle pochissime finora note nella Regione.

Pascoli, pratelli e cenge erbose riconducibili agli xerobrometi sono la maggioranza e sono particolarmente riconoscibili sui versanti asciutti, ma anche dove il suolo poco profondo e la forte acclività favoriscono l'inaridimento estivo. I pascoli attribuibili al mesobrometo sono pochi e comunque localizzati in zone piane o vallecole e sono caratterizzati dalla presenza di un cotico erboso compatto. Sembrano di questo tipo, ad esempio, alcune porzioni più fresche dei pascoli sommitali del M. Paganuccio.

Le formazioni più interessanti dai punti di vista floristico sono gli xerobrometi, in particolare i pascoli sassosi e interrotti da affioramenti rocciosi che, completamente inariditi d'estate, non consentono la formazione di un manto erboso compatto, permettendo a numerose piante annuali e perenni, anche non particolarmente competitive, di trovare spazio sufficiente per sopravvivere. Al sopraggiungere del periodo secco, molte di queste specie hanno già completato il loro ciclo vitale e vanno in riposo o, se annuali, muoiono, evidentemente con l'esclusione di quelle a fioritura autunnale.
Fra le numerosissime specie ricordiamo: Cariofillacee (coi generi Arenaria, Minuartia, Cerastium, Silene, Petrorhagia, Dianthus); Ranuncolacee (Ranunculus bulbosus subsp. bulbosus); Crucifere (Erysimum pseudorhaeticum, Alyssoides utriculata, Erophila verna, Aethionema saxatile, Arabis sagittata e A. collina, Alyssum sp. pl., ecc.); Crassulacee (numerosi Sedum); Sassifragacee (Saxifraga trydactilites); Rosacee (la Pimpinella (Sanguisorba minor subsp. muricata), Potentilla acaulis, P. recta e P. hirta); Leguminose (Argyrolobium zanonii, Anthyllis vulneraria, Scorpiurus muricatus, Onobrychis arenaria e numerose altre specie appartenenti ai generi Astragalus, Vicia, Lathyrus, Ononis, Melilotus, Trigonella, Medicago, Trifolium, Dorycnium, Lotus, Coronilla, Hippocrepis, ecc.); Geraniacee (Geranium molle, G. columbinum, G. purpureum, Erodium malacoides ed E. cicutarium subsp. cicutarium); Linacee (Linum bienne, L. viscosum, L. tenuifolium, ecc.); Euforbiacee (Euphorbia exigua, E. cyparissias, ecc.); Poligalacee (Polygala nicaeensis subsp. mediterranea); Ipericacee (Hypericum perforatum); Cistacee (Helianthemum nummularium subsp. obscurum, H. apenninum, H. canum subsp. canum e Fumana sp. pl.); molte Ombrellifere (coi generi Eryngium, Scandix (S. pecten-veneris o Pettine di Venere), Bunium, Pimpinella, Bupleurum, Trinia, Ammoides, Cnidium, Ferulago, Orlaya); Primulacee (Asterolinon linum-stellatum); Asclepiadacee (Vincetoxicum hirundinaria); Rubiacee (coi generi Sherardia, Asperula, Galium e Cruciata); Convolvulacee (varie Cuscute, parassite di numerose piante erbacee, e Convolvulus canthabrica); Boraginacee (Onosma javorkae e vari Nontiscordardimé); Labiate (Galeopsis angustifolia, la Brunella (Prunella laciniata), la Santoreggia, la Nepetella (Calamintha nepeta subsp. glandulosa), Micromeria graeca, Salvia verbenaca e molte specie dei generi Teucrium, Sideritis, Stachys, Acinos e Thymus); Scrofulariacee (Verbascum lychnitis, Scrophularia canina, Odontites lutea, Parentucellia latifolia e numerose specie dei generi Chaenorhinum, Veronica, Euphrasia, ecc.); Globulariacee (Globularia punctata); Orobancacee (Orobanche alba, O. caryophyllacea, O. gracilis, parassite rispettivamente di Labiate, Rubiacee e Leguminose); Plantaginacee (Plantago lanceolata e P. sempervirens); Valerianacee (Valerianella sp. pl.); Dipsacacee (Cephalaria leucantha, Scabiosa maritima, ecc.); Campanulacee (Campanula glomerata, C. erinus, Edraianthus graminifolius, Legousia hybrida, ecc.); molte Composite appartenenti ai generi Aster, Bombycilaena, Helichrysum, Anthemis, Tanacetum, Artemisia, Calendula, Carlina, Xeranthemum, Echinops, Staehelina, Carduus, Cirsium, Centaurea, Carthamus, Rhagadiolus, Urospermum, Hypochaeris, Leontodon, Reichardia, Lactuca, Chondrilla, Crepis e Hieracium; Liliacee (Asphodeline lutea, Anthericum liliago, Prospero autumnale, Muscari, vari Ornithogalum e numerosi Allium); lridacee (Romulea columnae); naturalmente moltissime Graminacee appartenenti, fra gli altri, ai generi Festuca, Vulpia, Desmazeria, Poa, Cynosurus, Sesleria, Melica, Bromus, Brachypodium, Aegilops, Avenula, Koeleria, Aira, Gastridium, Phleum, Stipa, Dichanthium, ecc.; vi sono poi alcune Ciperacee (Carex flacca, C. humilis e C. caryophyllea) e numerose Orchidee (Spiranthes spiralis, Neotinea tridentata, O. pauciflora, Dactylorhiza romana, Ophrys fusca, O. sphegodes subsp. sphegodes, O. bertolonii, O. bombyliflora, ecc.).

I pascoli più freschi assimilabili ai mesobrometi oltre a molte delle specie presenti negli xerobrometi, comprendono, fra le altre: l'Acetosa (Rumex acetosa, Poligonacee), Moenchia erecta e Dianthus carthusianorum (Cariofillacee); l'Elleboro di Boccone e Ranunculus millefoliatus (Ranuncolacee); Saxifraga bulbifera e S. granulata (Sassifragacee); Filipendula vulgaris, l'Eupatoria e Alchemilla glaucescens (Rosacee); Vicia grandiflora e Lotus corniculatus (Leguminose); Geranium sanguineum (Geraniacee); Centaurium erythraea (Genzianacee); Veronica austriaca subsp. vahlii, Rhinanthus minor e R. alectorolophus (Scrofulariacee); Knautia purpurea (Dipsacacee); la Verga d'oro, la Margheritina, Bellis sylvestris, la Margherita (Leucanthemum sp.), Scorzonera hispanica subsp. glastifolia (Composite); il Colchico (Colchicum lusitanum, Liliacee); Crocus vernus e C. biflorus (lridacee); Dactylis glomerata, Cynosurus cristatus, Briza media, Arrhenatherum elatius, Trisetum flavescens, Anthoxanthum odoratum (Graminacee); Gymnadenia conopsea, Neotinea maculata, Ophrys apifera (Orchidacee).


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.2000
    Ultima modifica: 14.06.2013

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