Opere specialistiche
Orografia, morfologia, natura e aspetto del terreno (toponomastica nel territorio fanese)
Data l'uniformità ambientale del territorio comunale fanese, non molto elevato è il numero dei toponimi attinenti a peculiarità morfologiche del paesaggio, caratterizzato da pianura e dolci ondulazioni mai superiori a 250 m, designate tuttavia impropriamente, forse più per fatti linguistici e tradizionali che per obiettive condizioni altimetriche, coi termine "monte" seguito da un attributo o da un sostantivo. La qualificazione può essere generica (es. "Montebello"); derivare dalla forma o da peculiarità del rilievo, come appare evidente in "Monte Alto", "Monte Chino", "Monte delle Forche" ("forca" sta per passo, valico); avere attinenza con la vegetazione ("Monte Castagneto") o sottolinearne l'assenza ("Montepulito"); può riferirsi alla fauna ("Montecavallo", "Monte Palombara"), a fatti religiosi ("Monte S. Giovanni") o pagani ("Monte Giove", forse per l'esistenza anticamente di un tempio sacro a tale divinità). Ma oltre che a vere e proprie alture, vocaboli attinenti all'orografia sono di frequente assegnati a località, dimore o poderi situati in posizione elevata o adiacenti ad un monte: ed ecco quindi "Casa Monte Giove", alle pendici di quel rilievo, "Casa il Monte", "Casa Montepulito", "Casa i Monticelli", "Casa Montecavallo", "Monteschiano", "Montebello", "Podere Monte 1°, "Podere Monte 2°. Il termine "colle", sicuramente più consono a rilievi di modesta entità, è invece più raro, comparendo solo in "Coi delle Cave" (che non supera i 100 m di altitudine), connesso con un'attività estrattiva locale, e nel composto qualificativo "Vagocolle", per designare una delle prime amene colline prospicienti il mare alla destra del Metauro ed un paio di case rurali nella medesima area: "Vagocolle" e "Vagocolle 2°". L'unico elemento che si discosta per la sua, seppur relativa, vistosità dalla omogeneità paesaggistica è l'area calanchiva a destra del Metauro, quasi al limite Sud-Ovest del territorio comunale, denominata ufficialmente "Costa delle Balze" e, localmente, "Ripe di Ferriano". I primi due vocaboli, rafforzandosi a vicenda, sono indicativi di un dirupo, di un pendio ripido e scosceso; ancor meglio il popolare "ripe" conferma la presenza di scoscendimenti franosi, frequenti sui terreni argillosi. Il toponimo, leggermente modificato, designa inoltre, per traslato, una casa situata nei pressi e conosciuta come "Casa delle Balze di Ferriano". Anche la natura e l'aspetto del terreno costituiscono oggetto di percezione, trasfusa poi nella toponomastica. La componente litologica prevalentemente alluvionale di natura ghiaiosa, sabbiosa e argilioso-marnosa traspare infatti da termini quali "la Genga" (argilla compatta o marna argillosa) attribuito ad una abitazione rurale (ma solo nella tavoletta S. Costanzo rilevata nel 1894, poiché in quella del 1948 il termine risulta mutato); "Arzilla", nome di un torrente che in rappresentazioni cartografiche sei-settecentesche compare nella versione "Arzilla" "linghiaiata", forma dialettale distintiva di due dimore nei pressi del Vallato del Porto, che sottolinea la presenza di un terreno ghiaioso; "il Petriccio" (anche nel composto "Petriccio Adanti") indicativo di sedi rurali, che si connette con la presenza di pietrisco o di materiale detritico di piccola pezzatura tipico dei terrazzi fluviali; "Ferretto", nome di una località, per la colorazione ferruginosa del terreno. Rari i riferimenti toponomastici alla posizione topografica, cui sono riconducibili "Rosciano Alto" e "Belvedere", connessi con l'altimetria e la panoramicità del luogo. Ovviamente, anche elementi morfologici quali solchi vallivi più o meno accentuati, deboli pendii, aree pianeggianti e lembi di fondovalle si riflettono nella toponomastica per la loro importanza a fini agricoli, insediativi, viari. Il termine più diffuso è "valle", indicativo di caratteristiche fisiche o di sedi ubicate nei pressi, accompagnato o meno da una specificazione o da una qualificazione. Per cui si hanno "Casa Valle" e "Valle Fiorita", che deve il nome al ricchissimo manto floreale che l'adornava in passato per l'abbondanza di fiori ed alberi da frutto (in particolare mandorli). A vallecole più accentuate per strettezza e profondità alludono invece i toponimi "la Cupa" e "Casa il Vallone" mentre "Casa Valliscende" e "Casa Valchiusura", traendo il nome dall'ubicazione, si connettono con la pendenza del terreno e con il restringersi di un avvallamento. Anche il termine "fossa" sembra collegarsi con l'idea di solco vallivo, sia pure di modeste dimensioni, da cui potrebbe trarre origine il toponimo "Case della Fossa" applicato ad un piccolo nucleo abitato allo sbocco della vallecola percorsa dal Fosso Sejore che, per un tratto, segna il confine fra i territori comunali fanese e pesarese. Il toponimo "Cacciafosso" (o il più frequente "Scatafosso") designa nell'uso dialettale una incisione profonda e dirupata. Il debole ed erboso pendio di un colle è espresso dalla voce "il Piaggio" "Case Piano di Zucca" e "Pianaccio" suggeriscono entrambi l'esistenza di circoscritti lembi pianeggianti, rispettivamente interessati da coltivazioni o scarsamente fertili e brulli, la cui morfologia acquista maggior risalto per il fatto di trovarsi fra le colline o in opposizione ad esse.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 24.07.2004
Ultima modifica: 26.12.2004
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