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Idrografia (toponomastica nel territorio fanese)


L'area in esame è abbastanza ricca d'acqua, la cui presenza e disponibilità, determinanti per la vita e le attività umane, offrono diversi motivi alla toponomastica. Nel fanese compare con una certa frequenza la voce "fonte" o "fontana" che, nell'uso dialettale, ha valore di sorgente ed è riferita sia ad elementi idrografici che a località o dimore situate in loro prossimità; la si ritrova in forma alterata ("le Fontanelle", attribuita ad una casa rurale), ma soprattutto accompagnata da attributi o specificazioni come in "Fonte Bocca Battaglia" (dove "bocca" sembra avere attinenza con lo sbocco della sorgente), "Fonte Ghirola", "Fonte Caprile", "Fonte Galassa" (il cui toponimo contraddistingue anche un nucleo abitato nei pressi), "Fonte (o Fonti) di Carignano" (sorgenti termali che devono il nome all'omonimo vicino centro). "Fonte Catena", "Fonte Maggio", "Fontana del Ballerino" costituiscono invece un esempio di errori di trascrizione scaturiti dalla imperfetta comprensione, da parte dei rilevatori, della terminologia dialettale e dal conseguente tentativo di rendere i vocaboli in italiano. Le tre sorgenti e le relative vicine abitazioni sono infatti indicate con i cognomi o i soprannomi di famiglie del luogo, per cui i toponimi dovrebbero suonare: "Fonte di Catena", "Fontana di Fontemaggi", "Fontana di Ballarini". Numerosi sono gli idronimi contenenti il vocabolo "rio" anche se, localmente, gli è preferito il termine "fosso". Compare attribuito ad abitazioni rurali ("Casa Rio", "Cimarella del Rio" ubicate nei pressi del Fosso della Carrara, anticamente denominato "Rio"); quando indica un fatto idrografico è seguito, in genere, da qualificazioni o specificazioni varie riguardanti la località ("Rio di S. Cesareo". "Rio di S. Angelo"), l'abitato ("Rio Beverano", "Rio di Marsigliano" o "di Marcignano"), il nucleo religioso ("Rio di Brettino", dal convento omonimo, "Rio di S. Girolamo" da una chiesa ora scomparsa) presso cui scorre. A qualificare il "rio" possono essere inoltre termini generici ("Rio Gallera") o riferimenti alla scarsità d'acqua ("Rio Secco"), alla fauna ("Rio della Gazza"), alla vegetazione ("Rio del Gualdo", cioè bosco). Le medesime considerazioni valgono per la voce "fosso", anche nella variante "fossa", più comune nel fanese per indicare l'incisione valliva e il corso d'acqua che vi scorre. Da località o nuclei abitati vicini prendono nome il "Fosso delle Camminate", il "Fosso della Carrara", il "Fosso di Vilianova", il "Fosso degli Uscenti", il "Fosso Bevano". Altri sono seguiti da specificazioni inerenti la vegetazione ("Fosso del Cerreto"), caratteristiche dell'acqua ("Fosso dell'Acqua Salata") o sono riferiti a sedi umane ("Casa Fosso S. Orso"). Corsi d'acqua di maggiore entità ed importanza sono contraddistinti nella cartografia ufficiale dell'I.G.M., dai termini "torrente" ("Torrente Arzilla") e "fiume" ("Fiume Metauro). Tuttavia la prima voce sembra estranea al dialetto locale, e introdotta quindi dal cartografo, preferendosi definire il corso d'acqua semplicemente "l'Arzilla" nel secondo caso, invece, il termine "fiume" è usato popolarmente anche da solo, in senso antonomastico. Un riferimento all'opera umana di scavo è contenuto nella voce "variato", appartenente ad un canale derivato secoli fa dal Metauro per portare acqua ad alcuni opifici fanesi, ed usata nella cartografia antica nel composto "Fosso del Vallato", ma anche in senso assoluto. Tale termine unito alla specificazione "del Porto" passò in seguito a designare una nuova canalizzazione, meno tortuosa, sulla cui parte terminale sorse il porto-canale di Fano. Il nome "variato" è poi passato, per estensione, ad indicare aree e dimore rurali ubicate nei pressi: "Vallato della Checca", "Vallato Vecchio" in cui l'aggettivo testimonia, suffragato da antiche rappresentazioni del territorio fanese, l'esistenza di un antico diverso tracciato, più sinuoso e spostato di poche decine di metri all'interno dell'area dell'attuale aeroporto. Nel punto di derivazione del canale si rinvengono inoltre voci come "la Chiusa" e "le Portelle" che hanno stretta connessione con le opere di sbarramento eseguite lungo il corso d'acqua. Hanno pure attinenza con fatti idrografici artificiali: "Valle dei Pozzetti" per la presenza di un acquedotto di cui emergono i pozzetti di ispezione, e "le Cannelle" appartenente ad alcune case rurali. Non mancano, specie nelle aree più basse e prossime a corsi d'acqua, toponimi inerenti a formazioni lacustri ("Laghetto"), che, contraddistinguendo attualmente delle abitazioni rustiche, costituiscono una testimonianza della esistenza in passato di piccoli laghi. Inoltre l'affioramento di terreni impermeabili favoriva, in periodi più o meno recenti, il formarsi di aree acquitrinose, come confermano toponimi quali "Acquastrino" (così indicato nella edizione del 1894 ed erroneamente trascritto come "Acquasorino" in quella del 1948), che localmente sta per acquitrino; "Pantiera", assegnato ad una casa, termine assai diffuso nel pesarese per indicare un terreno paludoso, adatto alla caccia delle anatre; peraltro l'area circostante l'abitazione, compresa fra la Flaminia e la frazione di Centinarola, venne bonificata circa mezzo secolo fa. Anche la voce "Marotta" sembra riferirsi all'antica esistenza di luoghi interessati da ristagno d'acqua, tanto più che le dimore contraddistinte da tale toponimo, usato da solo anche in forma alterata ("Marotta prima", "Marotta seconda", "la Marottina") o seguito da un casato ("Marotta Albani", "Casa Marotta Forestieri", "Marotta Bracci") o da una specificazione ("Marotta piccola"), sono ubicate non lontano dalla sponda destra del Metauro.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 24.07.2004
    Ultima modifica: 26.12.2004

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