Opere specialistiche
La pianta di Andrea Palladio (La Basilica di Vitruvio a Fano)
Nel 1556 uno dei nostri più valenti architetti ricostruisce la pianta della Basilica di Fano, riprodotta nella scheda a lato. E' un disegno di bella fattura pubblicato sull'edizione del "De Architectura" curata dal Barbaro. Si tratta di una delle più classiche ed imitate ricostruzioni. E' infatti la prima che opera un'attenta ricognizione critica del testo alla ricerca di una sostanziale fedeltà alle ipotesi testuali interpretative. Nella pianta del Palladio è possibile così individuare con precisione gli elementi caratterizzanti la Basilica: il grande colonnato ad ordine gigante (qui riportato correttamente nella sua distribuzione planimetrica), la "aedes augusti" (lettera B), il Tribunal (lettera D). Le misure riportate da Palladio corrispondono (nella sua logica interpretativa) a quelle descritte da Vitruvio: 120 piedi di larghezza per 60 di lunghezza con un portico di 20 piedi (un piede romano corrisponde a circa 29 centimetri) e un diametro delle colonne di 5 piedi. La sequenza data da Palladio ai tre ambienti (C, B e D) che Vitruvio individua come Pronao, Tempio d'Augusto e Tribunale (con la sua forma semicircolare) oltre a costituire elemento interpretativo di grande incertezza (il testo permette interpretazioni differenti in relazione a traduzioni differenti di alcune frasi) costituisce uno degli elementi fondamentali per poter individuare eventuali attribuzioni dei resti archeologici di Sant'Agostino alla Basilica di Fano. Infatti altri (anche l'ipotesi dell'IDAU) riducono la sequenza dei tre ambienti ipotizzata da Palladio ad un unico spazio che racchiude i tre ambiti funzionali.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 22.07.2004
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