Opere specialistiche
Il territorio del Vicariato di Mondavio ritratto da F. Mingucci
Nella rappresentazione territoriale del Vicariato di Mondavio, una delle 10 tavole cartografiche dedicate a singole aree del Ducato roveresco nel celebre codice di Francesco Mingucci, è tra l'altro illustrato, con minuziosa perizia pittorica, il versante meridionale del medio-basso tratto vallivo metaurense (Città e Castella, 1991, tav. n. 110).
La tavola delineata a penna, acquerello e tempera, come le altre analoghe, mostra sul lato sinistro una targa decorata contenente la legenda in cui sono elencati 33 toponimi, tutti riscontrabili sulla annessa carta attraverso riferimenti numerici.
Vi compaiono inoltre elementi scientifici, peraltro non privi di valenza ornamentale, come la scala grafica di 5 miglia italiane, pari a mm 79, racchiusa entro un cartiglio, e la policroma rosa dei venti al cui centro l'ago della bussola indica il nord. Ne risulta che la carta è orientata con il sud-ovest in alto.
La giurisdizione territoriale del Vicariato è raffigurata attraverso le essenziali componenti orografica, idrografica e insediativa, rese con notevole gusto estetico.
Varie tonalità di verde evidenziano un omogeneo quanto convenzionale paesaggio di basse colline fittamente punteggiato di centri abitati, realistici nell'ubicazione e resi con differenti gruppi di edifici a significarne la diversità delle sembianze e della consistenza.
Il territorio, pressoché simile ad un rettangolo, è circoscritto dal medio-basso corso dei fiumi Metauro (indicato con l'idronimo "Metro") a nord-ovest e Cesano a sud-est. Il breve lato di nord-est è delimitato oltreché dal mare Adriatico, sul quale veleggiano due imbarcazioni da pesca e da carico, dall'autonomo territorio di Fano; il confine di sud-ovest è segnato invece da corsi d'acqua tributari dei bacini idrografici cesanense e metaurense, in particolare dal torrente Tarugo.
Nella porzione valliva superiore del Cesano, la giurisdizione del Vicariato travalica tale fiume, estendendosi sino alla riva sinistra del Nevola (qui nominato con l'antico termine "Nigola") per inglobare alcuni centri abitati tra cui Castelleone, Montesecco e Nidastore. Quest'ultimo toponimo compare in legenda nella versione abbreviata "Ginest.a" (Ginestora o Ginestore), che riecheggia il termine "Genestor" attribuito al luogo nella carta "Ducatus Urbini nova et exacta descriptio" delineata nel 1606 da G.B. Vrints e contenuta nell'edizione italiana dell'atlante "Theatrum Orbis Terrarum" di Abramo Ortelio, curata nel 1608 da Filippo Pigafetta.
Oltre a ciò, le forti analogie nel disegno dei confini vici e della rete idrografica autorizzano a ritenere la citata rappresentazione del Vrints una delle principali fonti cartografiche ispiratrici del Mingucci.
I corsi fluviali, la cui rilevanza è simbolicamente suggerita dalla maggiore o minore ampiezza dell'alveo, hanno generalmente andamento rettilineo o appena segnato da qualche sinuosità ed appaiono quindi piuttosto convenzionali. Attenzione particolare è riservata al vallato artificiale, indicato con il termine "Tagliata", che scorre parallelo alla sinistra del tratto terminale del Cesano e denuncia l'utilizzo della risorsa idrica da parte dell'uomo.
Sul fronte costiero, presso l'uscita del canale di cui forse utilizzava le acque, si erge un fortilizio denominato "Comenda", probabilmente uno dei tanti costruiti per fronteggiare eventuali attacchi corsari o controllare traffici ed infrastrutture stradali litoranee. Non a caso sugli alvei sia del Cesano sia del Metauro, poco a monte della foce, sono segnalati due ponti, evidentemente funzionali alle comunicazioni lungo la costa.
La costante presenza nella cartografia marchigiana, e anteriore e successiva al Mingucci, del munito luogo della "Comenda", peraltro distinto dal più eloquente toponimo "Bastia", è testimonianza inequivocabile del vitale ruolo difensivo esercitato nel tempo.
Riguardo all'aspetto insediativo, mentre va opportunamente sottolineata la corretta distribuzione dei numerosi centri, occorre altresì precisare che non tutti sono riferibili in senso stretto all'ambito giurisdizionale del Vicariato. Questo, ripetutamente interessato negli anni da alterne fasi di espansione o di contrazione territoriale, nel terzo decennio del Seicento, cui risale l'opera mingucciana, era costituito infatti da soli 16 castelli (POLVERARI, 1984, pp. 108-109).
Luoghi come Mondolfo, S. Costanzo, S. Lorenzo, Orciano ed altri di minor rilevanza, pur avendo fatto parte del Vicariato in certi periodi, se n'erano successivamente staccati, passando sotto il dominio di governi vicini o di famiglie della nobiltà locale (POLVERARI, 1980, pp. 77-78 e 85-87).
Il dubbio circa l'esatta conoscenza, da parte dell'artista pesarese, delle variazioni territoriali del Vicariato sembra d'altro canto trarre conferma dall'esame dell'area compresa fra l'alto Cesano e il Nevola, dove sono evidenziati castelli come Nidastore e Castelleone mai annoverati nell'ambito vice. Il che avvalorerebbe anche l'ipotesi del riferimento a fonti cartografiche talvolta imprecise, in quanto elaborate da autori poco edotti sulle locali vicende storiche.
Il capoluogo territoriale, distinto da un suggestivo prospettino e dallo scorretto toponimo "Modavio", è fittamente circondato da insediamenti grandi e piccoli. Alcuni di essi, nel corso dei secoli, hanno registrato un sensibile sviluppo urbano, demografico ed economico mentre altri, in posizione marginale e incapaci di adeguarsi ai mutamenti dell'economia, sono stati interessati da fenomeni involutivi.
Nelle sintetiche note di commento a corredo dell'immagine territoriale mondaviese si legge che il "Vicariato di Mondavio ha sotto di sé molte buone terre dismembrate già da Egidio Albornotio Cardinale dal Contado di Fano per la contumacia di questa Città verso la Santa Chiesa. La Contrada di questi luoghi è d'ogni bene abbondantissima e molto delitiosa, sì come sono anco altre terre circonvicine; fu concesso alla Casa della Rovere da Sisto IV Pontefice insieme con Sinigaglia nella persona di Giovanni Prefetto di Roma suo Nipote" (Città e Castella, 1991, tav. n. 111).
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 01.01.1999
Ultima modifica: 19.12.2004
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