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Tavola descrittiva di Fossombrone, di F. Mingucci

La pianta di Fossombrone di F. Bertelli

Fossombrone: la struttura urbana nel ritratto di F. Mingucci


Fossombrone, il maggiore e più dinamico centro del medio bacino metaurense, ha trovato ideale sito sugli estremi contrafforti collinari della Cesana rivolti a mezzogiorno, laddove questi cedono gradualmente il passo all'espansione della piana alluvionale.

La posizione, il contesto ambientale, i caratteri formali della città sono resi da Francesco Mingucci, all'inizio del Seicento, con tutta l'efficacia del ritratto "al naturale", nell'opera illustrativa dei dominii rovereschi (Città e Castella, 1991, tav. n. 86-87).

A sottolineare peraltro lo stretto legame tra immagine reale e immagine dipinta, nella veduta di Fossombrone (cm 32,5 x 109,8) l'artista raffigura in primo piano un disegnatore intento al lavoro. L'evidente riferimento a se stesso e alla propria specialità di pittore dal vero non trova altri riscontri nell'opera mingucciana; ha tuttavia precedenti illustri, certo ben noti al maestro pesarese, nella cosiddetta "carta della catena", una veduta di Firenze databile intorno al 1472 e attribuita a Francesco Rosselli, nella rappresentazione della medesima città eseguita da Stefano Bonsignori nel 1584, nell'immagine di Norwich ritratta nel 1558 da William Cuningham (Nuti, 1996, p. 149), in varie tavole di città europee incise da G. Hoefnagel, nel secondo Cinquecento, per l'atlante "Civitates Orbis Terrarum" (Welu, 1985, pp. 525-539).

La cittadina forsempronese, che ha tratto prestigio in passato da funzioni mercantili e da una secolare tradizione manifatturiera, soprattutto legata alla lavorazione della seta, rivela nelle fasi della crescita urbana l'intima connessione fra vicende storico-economiche e condizioni ambientali (Bertini, 1986, p. 341).

Nella sua struttura si ravvisano infatti tre essenziali momenti evolutivi, realisticamente rappresentati dal Mingucci, con grande eleganza e gusto pittorico, sin nei dettagli.

Il nucleo più antico, sorto per esigenze difensive sulla sommità del colle dominato dalla Rocca malatestiana, all'epoca già in precarie condizioni, è diretta conseguenza dell'insicurezza del periodo alto-medioevale e della devastazione longobarda del municipio romano di Forum Sempronii, un tempo situato a breve distanza sulla Flaminia, in corrispondenza dell'odierna frazione di S. Martino del Piano (Vernarecci, 1903).

Emblematicamente sovrastato dalla maestosa residenza ducale della Corte Alta, il successivo ampliamento sulle pendici e alle falde del rilievo, in cui sono affastellati edifici civili e religiosi, è invece tipica espressione della fiorente età rinascimentale e dell'impulso economico conferito dai duchi d'Urbino, presenti nelle loro "corti" di villeggiatura (Corte Alta, Corte Bassa, Corte Rossa) e di caccia (il vicino "Barco") dal XV sino all'inizio del XVII secolo (Bertini, 1985, p. 76).

Con altrettanta evidenza l'artista ha, d'altronde, colto l'espansione moderna, conseguente alla crescita demografica e all'affermazione di attività proto-industriali (mulini, cartiere, ingualchiere, filande), che si è spinta nel piano attraversato dalla via Flaminia e lungo le sponde del Metauro, già da tempo sedi di opifici attratti dalla risorsa idrica ed energetica fluviale (Bertini, 1989, pp. 4-6).

In quest'area sono peraltro apprezzabili i rapporti tra l'edificato e gli spazi verdi di giardini, orti e campi compresi entro il perimetro murario.

Quanto al corso d'acqua, vitale per l'economia cittadina, particolare risalto è attribuito a briglie e deviazioni funzionali all'alimentazione di complessi manifatturieri, come quello affacciato sul meandro, all'estrema destra della rappresentazione. Un ponte, pur dissimile nella struttura rispetto all'attuale, unisce l'originario centro murato al già affermato borgo artigiano di S. Antonio, nelle cui strade si muovono varie figure umane affaccendate in quotidiane occupazioni.

Sulla scia della tradizione inaugurata dai "teatri" di città e dalle grandi raccolte italiane ed europee di immagini urbane (Nuti, 1996, pp. 193-196), le maggiori realtà insediative del Ducato sono accompagnate da sintetiche notazioni di ordine geografico, storico-politico, economico, utili ad approfondirne la conoscenza.

Nel commento integrativo dell'iconografia forsempronese, l'autore precisa che "Fossombrone - Forum Sempronii - città situata dentro i confini della Marca, la cui sommità s'appoggia alla montagna, bagnando i piedi nel fiume Metauro, dopo la declinazione dell'Impero Romano corse la fortuna dell'altre città d'Italia al tempo de' Goti e de' Longobardi, finch‚ ella pervenne sotto il Dominio de' Signori Malatesti, de' quali Galeazzo di Pesaro l'anno 1445 la trasferì in vendita al Duca Federico di Montefeltro, da cui è pervenuta nel presente Signor Duca Francesco Maria.

La città non è molto grande ancorché‚ ultimamente sia stata ampliata di mura. Gli abitatori di lei per lo più attendono al lanificio ed al concime delle pelli, da quali essercizi ritrae buon guadagno, con che il popolo si sostenta" (Città e Castella, 1991, tav. n. 85).


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 01.01.1999
    Ultima modifica: 19.12.2004

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