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Piante erbacee degli ambienti umidi del bacino del Meta...

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Lo studio delle piante erbacee degli ambienti umidi del bacino del Metauro


Gli studi sulla flora e la vegetazione

A partire dal 1934 un contributo fondamentale nell'approfondimento delle conoscenze floristiche relative al nostro territorio e alle Marche in generale è dato da Aldo J.B. Brilli-Cattarini che fonda nel 1949 il Centro Ricerche Floristiche Marche e che dagli anni '40 al 2003 conduce ricerche sistematiche nella regione marchigiana fisica (regione geografica compresa fra i bacini fluviali, inclusi, del Foglia e del Tronto). Da solo e in collaborazione con altri botanici o coi numerosi ricercatori che attraverso gli anni hanno lavorato in varia forma presso lo stesso Centro, egli raccoglie una quantità imponente di campioni di piante che arricchiscono un importante erbario, nonché di informazioni sulla distribuzione delle specie vegetali delle Marche. Gli abbondantissimi dati raccolti permettono allo stesso Autore di elaborare numerosi lavori, la maggiori parte dei quali di carattere floristico, e contribuisce ad accrescere in maniera determinante le conoscenze sulla nostra flora (Brilli-Cattarini, 1952, 1956, 1957, 1958, 1960, 1965, 1969, 1971, 1972, 1976, 1977; Brilli-Cattarini & Ballelli, 1979, Brilli-Cattarini & Gubellini, 1987, 1988, 1991; Brilli-Cattarini & Sialm, 1973).

Con riferimento anche alle specie di piante erbacee presenti in luoghi umidi, la Regione Marche nel 1981 e nel 1992 pubblica tre lavori inerenti aree floristiche e/o di particolare interesse floristico o vegetazionale (Ballelli et al., 1981a, Ballelli et al., 1981b e Ballelli & Pedrotti, 1992) in cui sono citate varie specie rare o interessanti per ogni area. Nel 1982, in occasione dell'escursione sul M. Catria organizzata dal Gruppo di Lavoro per la Floristica della Società Botanica Italiana, viene preparato e distribuito un lavoro, tuttora inedito, comprendente un elenco floristico relativo al Massiccio Centrale del Gruppo del M. Catria, nel quale vengono elencate circa 1550 entità fra specie, sottospecie e ibridi (Brilli-Cattarini et al., 1982). Per quanto riguarda i Monti del Furlo, sono stati pubblicati un lavoro sulla flora e vegetazione (Gubellini, 1990), uno sulla flora della parte sommitale del M. Paganuccio in cui sono riportate 580 entità (Angiolini et al., 2000) e un altro sulla flora vascolare dell’intera area (Gubellini & Pinzi, 2019).

Altri dati riguardanti la presenza e distribuzione delle varie specie unitamente alla descrizione delle zone umide attuali e scomparse e della loro vegetazione provengono dalle seguenti pubblicazioni: Brilli-Cattarini, 1976b, 1976c, 1976d, 1976e, 1976f, 1976g, 1976h, 1976i sulla flora e vegetazione del litorale di Pesaro e dintorni; Brilli-Cattarini, 1981 con una scheda sull’area floristica alla foce del Cesano ora scomparsa; Brilli-Cattarini & Gubellini, 1983 con brevi note sulla flora e vegetazione del Massiccio del M. Nerone e del complesso delle Serre (inedito); Gubellini, 2000 sugli aspetti floristici della Provincia di Pesaro e Urbino; Gubellini & Pinzi, 2010a sulle Liliiflore delle Marche; Gubellini & Pinzi, 2010b sulla flora alloctona delle Marche; Gubellini et al., 2014 su segnalazioni riguardanti la flora vascolare delle Marche e di alcune regioni limitrofe; Pinzi, 1999 sulla flora e vegetazione degli ambienti umidi del basso e medio corso del Metauro; Poggiani, 1980 con brevi note sulla zona di Fano, Pesaro e dintorni; Poggiani et al., 1990 sul Laboratorio di Ecologia all’Aperto Stagno Urbani lungo il Metauro a Fano; Poggiani et al., 2004 sulle zone umide litoranee di Fano; Poggiani et al., 2007 sui boschi ripariali presenti dalla foce del Metauro sino alla confluenza con il Candigliano; un contributo di Biondi et al., 2007, contenuto nell’opera precedente, sulla vegetazione delle zone umide nella ZSC e ZPS IT5310022 “Fiume Metauro da Piano di Zucca alla foce” e nella ZSC IT5310015 e ZPS IT5310028 “Tavernelle sul Metauro”; Poggiani, 2014 sui beni ambientali della Provincia di Pesaro e Urbino; Poggiani & Dionisi, 2017 sulla foce del Metauro e la vicina costa; Bagli, 2002, Nastro, 2007 e Università Politecnica delle Marche, s.d. sulle fanerogame marine della costa del S. Bartolo a Pesaro; Klaver, 1991, Klaver, 2013 e Crescentini & Klaver, 1997 sulle Orchidacee della Provincia di Pesaro e Urbino.

La zona di studio

Il bacino del Metauro è ubicato quasi interamente nella Provincia di Pesaro e Urbino (Marche settentrionali); solo una limitata parte dell'alto bacino appartiene all'Umbria (Provincia di Perugia) e ancor meno alla Toscana (Provincia di Arezzo) (fig.1). La sua superficie è di circa 1420 kmq. Nel settore del Monte Catria la zona di studio comprende anche limitate porzioni degli alti bacini del F. Cesano e del F. Esino.

Il Metauro ha una lunghezza di circa 115 km e nasce come T. Auro sul Monte Maggiore nell'Alpe della Luna (Provincia di Arezzo - Toscana). Gli affluenti principali sono il T. Meta, il F. Candigliano (coi subaffluenti F. Burano, F. Bosso e F. Biscubio) e più vicino alla costa il T. Tarugo, il Rio Puto ed il Rio Maggiore. Sfocia nell'Adriatico nei pressi di Fano. I terreni del bacino derivano in prevalenza da rocce calcaree e calcareo-marnose nelle dorsali presenti nella zona appenninica interna e nel medio bacino: del M. Nerone-M. Petrano-M. Catria e M. di Montiego, di Acqualagna, del M. Paganuccio-M. Pietralata (Monti del Furlo) e dei Monti della Cesana-Monte Raggio-Montalto Tarugo, da rocce marnoso-arenacee nel resto della zona appenninica interna che comprende l’Alpe della Luna-Bocca Trabaria, l‘alto bacino del Candigliano e i rilievi tra Mercatello sul Metauro, Sant'Angelo in Vado e Apecchio, la zona di Bocca Serriola, il M. Vicino e le Serre, da rocce prevalentemente marnose, arenacee e argillose nella zona collinare del basso bacino che si estende sino al mare. Il fondovalle principale e quello dei maggiori affluenti presentano terreni alluvionali ghiaiosi, sabbiosi e limosi, con la maggior estensione nel tratto da Fossombrone al mare.

La zona di studio comprende pure il bacino del T. Arzilla, un modesto corso d'acqua (dalla sorgente alla foce 20 km lineari) che nasce dalla zona alto-collinare nei pressi di Montegaudio (Comune di Monteciccardo) e si versa in Adriatico alla periferia NO di Fano. I rilievi da cui il torrente raccoglie acqua vanno dai 500 m circa verso le sorgenti ai 100-200 m delle colline litoranee. Tra gli affluenti nel basso corso il Fosso Bevano e il Rio della Gazza. Un tratto di circa 7 km, tra S. Maria dell'Arzilla (Pesaro) e Centinarola (Fano) è stato individuato come Zona Speciale di Conservazione (ZSC) con codice IT5310008.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 23.09.2024
    Ultima modifica: 23.09.2024

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