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Saltara: Villa di S. Martino o del Balì


Situata sulle colline della Frazione di Saltara (Comune di Colli al Metauro), a pochi chilometri da Fano e Urbino, la Villa del Balì si raggiunge facilmente da tutte le direzioni: dalla Superstrada E78 Grosseto-Fano, uscire a Calcinelli, proseguire poi verso il centro storico di Saltara e le indicazioni “Museo del Balì”.

L’edificio, recuperato da un attento restauro, ha aperto le porte al pubblico il 16 maggio 2004.

Storia

In epoca romana il colle dove sorgono la chiesa di S. Martino e le case adiacenti era consacrato a Marte e infatti era presente un tempietto dedicato al dio stesso.
La villa fu costruita nel XVI secolo attorno ad una cappella dedicata a San Martino, esistente prima dell’anno Mille. Nel 1165 fu donata ai canonici della cattedrale di Fano. Non è da escludere che fino al 1344 la cappella fosse una commenda templare. Fatto certo è che dal 1399 al fu proprietà del conte Vincenzo Negusanti, che fece costruire una vasta residenza di campagna adiacente alla chiesa di San Martino, da lui stesso riedificata (1568) e alla quale aggiunse quattro torri che utilizzava per i suoi studi di astronomia, traformando quindi la villa in un osservatorio astronomico. Alla morte di questi, la villa fu venduta al conte Antonio Marcolini che era Balì (o Balivo), vale a dire un alto grado del Sacro Ordine dei Cavalieri di S. Stefano Papa e Martire, che si trasmetteva per eredità al maschio primogenito; pertanto, dal tardo Seicento, la villa di San Martino cambiò nome in “Villa del Balì”. Più tardi, a partire dal 1852 fino al 1861 è stata di proprietà dei Gesuiti; con la soppressione degli Ordini religiosi imposta dal decreto Valerio, la villa passò al Collegio Convitto Nolfi fino al 1944, quando divenne proprietà del Comune di Fano.
Oggi la Villa del Balì è concessa in comodato trentennale al Comune di Saltara che ne ha fatto un museo della scienza, un progetto che vede finalmente coronato il sogno dell’astrofilo conte Vincenzo Negusanti.

 

La Villa del Balì e la cappella di San Martino

Ampliata e ristrutturata nel corso dei secoli, essa ha assunto l’aspetto esterno attuale nel XVIII secolo, con l’apposizione di una scalinata di accesso centrale che le dona imponenza e sobrietà, anche grazie all’ampio spazio verde antistante la villa stessa. Adiacente la villa si trova la cappella dedicata a San Martino, che ha una storia tutta sua, ma strettamente collegata con le alterne vicende dell’edificio residenziale.

 

La cripta
La cripta situata sotto il prato antistante il Museo del Balì è composta da 4 croci di Lorena, disposte a formare 4 angoli retti. Uno dei bracci si allunga fino a scendere in una stanza quadrata posta a sette metri di profondità Nella volta a botte che costituisce il soffitto è dipinta una enorme croce bianca e rossa. I mattoni del pavimento sono disposti anch’essi a formare una croce, al centro della quale si trova un pozzo cieco. Un’abside e due tabernacoli si trovano di fronte all’ingresso. Tutta la struttura veniva usata per iniziazioni di ordini cavallereschi, di cui il pozzo era un chiaro simbolo rituale. La cripta è un sotterraneo singolare per forma e per decoro.

 


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 03.04.2006
    Ultima modifica: 19.12.2018

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