Carnevale, feste, tradizioni e lavoroCarnevale, feste, tradizioni e lavoro

Carnevale di Fano - Documenti storici - 1793

Carnevale di Fano - Documenti storici - 1805

Carnevale di Fano - Documenti storici - 1803


Causa criminale del 1803
Incidente avvenuto nel corso del Carnevale dell’anno 1803 - Sintesi

In quell’anno al “Trebbio” (attuale Piazza Costanzi), all’innesto con il Corso, una donna in maschera venne investita da una carrozza allestita “in foggia”, guidata da tale Sebastiano Buffoni. Riportiamo alcuni brani significativi tratti dalle dichiarazioni rese al “Sostituto Criminale” Giuseppe Fagnani e al Luogotenente Generale nei mesi di febbraio e marzo 1803.
Il 3 aprile dello stesso anno il Buffoni fu assolto.

* * *


"Al Nome di Dio Amen Mercoledì 23 Febraro 1803
Avanti l’Illustrissimo Signor Luogotenente Generale, e di me in Cancelleria Criminale di Fano.
C.p: il signor Giuseppe Guardinucci Procuratore fiscale di questa Curia, in qualunque termine a se di ragion competente, ed in ogni altro miglior modo nella quale espone, e narra a sua Signoria Illustrissima essergli pervenuto notizia, che nel Martedì scorso ultimo giorno di Carnevale in cui il brio delle Maschere vaponegiando per il corso con i Legni Carozali alestiti in foggia, accadde, che uno di questi Carri per incuria del Veturino Sebastiano Buffoni condutiere, e guidatore de cavalli, di un Carro, con il Carro suddetto urtasse ad una Maschera, a cui si aviloparono le sotane al fusto del rotino d’avanti mediante cui racomandandosi la detta Maschera con cenni al Veturino Buffoni, egli non prestò alcun orechio seguitando a correre, e così trabalzare codesta Maschera, per la quale rimase, tutta lorda, ed inbratata dal fango, in vista di ciò fà istanza, che si pigli cognizione di questo affare, a verificazione del quale vengono esaminati il Signor Antonio Massi, ed il Signor Francesco Rumiti, ed intanto il Tribunale potrà contemporaneamente umiliare il raporto a Sua Eccellenza Reverendissima Monsignor Governatore…"

Dichiarazioni rese dal testimone Antonio Massi, di anni 37, venditore di vino
“Anch’io mosso dai divertimenti del Carnevale mi portai al Corso, per godere, e vedere le Maschere, che in gran copia passeggiavano per il Corso, in allora non viddi alcuna in convenienza, che accadesse, ma bensì intesi a dire, che certe Maschere, mentre passeggiavano per il detto Corso di questa Città, una loro compagna si prendesse sotto una ruota di Carozza, nella quale vi erano tacati i cavalli, e questi venivano guidati da un certo Sebastiano Buffoni Veturino, il quale stava a cavallo; ma di più li posso dire, che le medesime Maschere venero in casa mia, e mi racontarono, che una loro compagna era caduta sotto una ruota di carozza, e questa cavatasi la Maschera, vidi che quella caduta era la moglie di Carlino Giuliani, la quale aveva tutta la veste infangata ed era male sconcia e tremante per tale sua disgrazia ed aveva per sue compagne diverse altre Maschere …”

Dichiarazioni rese dal testimone Giambattista Lombardi, di anni 38, “vendirolo di Stochefisso”
“… So, che a certe Maschere, mentre passeggiavano nel Publico Corso di questa Città, ad una di esse, una Carozza la urtò, e la fece cadere per terra, anzi mi spiego, e le dico che m’incontrai a vedere quando due Carozze si erano incontrate insieme, cioè una andava verso il Trebio, e l’altra verso S. Arcangelo quella apunto che andava a voltare nello spiazzo del Trebbio era la Carozza, che guidava i Cavalli, un certo Sebastiano Buffoni Veturino, ed a questo Buffoni suddetto intesi, che il Popolo li diceva le precise = ferma ferma = ma quello tanto un poco tirò avanti, e poi si fermò, ed allora viddi, che una Maschera vestita da Donna, per terra tutta sozza di fango, e male sconcia, anzi intesi a dire, che fosse la moglie di Carlino Giulioni, assieme con altre due Maschere compagne …”

Dichiarazioni rese dal testimone Francesco Rumiti, di anni 42
“… nel Martedì ultimo giorno di Carnevale quando una Carozza veniva verso la parte, della Posta delle Lettere quale essendo arivata al Cantone di Piazza il Veturino che guidava i cavalli accostò i cavalli sudetti, ed il legno anche di troppo al ridosso della gente, che ivi erano per l’effetto di godere le Maschere, e fra queste vi era una Maschera vestita di Negro, che non potendosi scansare da una parte, per la gente, e dal’altra per la Carozza, che l’aveva investita, urtata dalla ruota del legno, che caminava piuttosto forte, cadde fra le ruote, ed io strilai al Veturino ferma, ferma ma questo, ò non sentisse, ò non curasse fermare i cavalli proseguì il suo viaggio, e la Maschera, che pericolava fra le ruote fù sottratta, non so da chi, e alzata in piedi viddi, che era tutta lorda di fango, strapato l’abito, e si doleva di un braccio, e di una coscia …”

Dichiarazioni rese dalla parte lesa Geltrude Olivieri, moglie di Carlo Giulioni, di anni 22
“… che trovandosi l’ultimo giorno di Carnevale, Mascherata al cantone della Spezieria Pendini in compagnia della Signora Teresa Moglie del Cavalier Borgogelli e delle figlie del Signor Carlo Mongermani, vidi, che veniva verso di noi una Carozza guidata da un Veturino, che non conosco, tutte ci ritirassimo verso il muro per quanto si potè; ma non ostante che vi fosse del sito a pararvi, la Carozza, strinse tanto il Veturino dalla parte dove noi eravamo, che un rotino presemi un ginocchio mi gettò a terra, e mi passò sopra la Carozza, e fù un miracolo, che non restassi tagliata a pezzo. Restai un poco offesa nel braccio manco, e nella coscia destra, ed un vestito che avevo indosso di nobiltà Romano negro è restato inservibile …”

Da: S.A.S.Fa., Archivio giudiziario, Processi criminali 1803


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 12.08.2005
    Ultima modifica: 26.03.2006

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