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Federico Brandani (stucchi del Castello Brancaleoni di...

Felice Damiani da Gubbio (affreschi del Castello Branca...

Piobbico: Palazzo Brancaleoni - Camera Romana


La Camera Romana era la stanza da letto della contessa Laura Cappello ed è così chiamata per il fatto che il soffitto reca affreschi, attribuiti a Felice Damiani da Gubbio, e stucchi, del Brandani, riferentisi a episodi topici di eroismo di storia romana, sia maschili, sia femminili.
Entro gli ovali in stucco angolari, sotto i quali sono collocati putti reggicortine, sono rappresentati gli episodi di Marco Curzio, Orazio Coclite, la Fuga di Clelia dall'accampamento di Porsenna e Veturia e Volumnia che fermano Coriolano a capo dei Volsci.
In queste decorazioni, come nella Camera Greca, Brandani "sembra tornare all'asciutta purezza di villa Giulia, dopo esuberanze barocche […]. La composizione dell' insieme non appare eccessivamente stipata; nelle volte i campi delle riquadrature […] sono lasciati liberi dal decoro in stucco per consentire quello ad affresco; l'ornamento dei portali e dei camini è molto più lieve". (Fucili Bartolucci).
Al centro del soffitto ancora episodi di storia romana, questa volta, appunto, affrescati, rappresentano il gesto eroico di Muzio Scevola, il Ratto delle Sabine e le Sabine che si interpongono tra i Sabini e i Romani.
Due affreschi di vita contemporanea accompagnano quelli del passato mitico: La famiglia del Conte Antonio II con sua moglie Laura Cappello e i figli, ed una scena di caccia cui partecipano il Conte, i figli e i servi. Quest'ultimo affresco mostra, sullo sfondo, il borgo di Piobbico com'era nel 1574 ed il Palazzo Brancaleoni al quale mancano le ali laterali, non ancora eseguite.
Nelle cornici di stucco di contenimento degli affreschi sono inserite statue di divinità femminili, come evidente omaggio e favorevole auspicio all'abitatrice della stanza. Si tratta ovviamente di divinità "positive": la Terra, Minerva, la Fama, Flora, Diana, Venere con Amore, una Figura con cembalo, Danae.

Accanto alla stanza si apre un camerino di preghiera in cui è visibile in una nicchia una "Deposizione nel Sepolcro" in stucco, opera del Brandani, illuminata sapientemente dalla luce della finestra che sta sulla parete opposta.
Una ricca decorazione a grottesche (1) completa i muri dello stanzino.

Il soffitto è molto ricco: cammei in stucco raffigurano le virtù teologali della Fede e della Carità e quelle cardinali: Giustizia, Fortezza, Temperanza e Prudenza; quattro animali simbolici, leone, cavallo, ippogrifo, unicorno; le quattro stagioni, Venere-Primavera, Cerere-Estate, Pomona-Autunno, Parca-Inverno. Affeschi collocati ugualmente entro cornici stuccate sono, invece riferibili a scene dell'Antico Testamento: Abramo che ascolta la voce di Dio, Mosè che si toglie i calzari davanti al roveto ardente, Abramo e Agar, il sacrificio di Esaù, Abramo e i tre Angeli, i sogni di Giacobbe, l'abbraccio tra Esaù e Giacobbe.

 

NOTE
(1) Grottesche: Tipo di ornato basato sulla libera interpretazione di motivi decorativi desunti dall'antichità classica soprattutto parietale (sfingi, arpie, tempietti, prospettive architettoniche, paesaggi) e dalla scultura (candelabra, girali vegetali, foglie d'acanto, delfini, putti e conchiglie). […] Deriva il suo nome da "grotte", termine con il quale si designavano nel Cinquecento gli edifici semisepolti della Roma imperiale studiati dagli artisti rinascimentali. E' detta anche raffaellesca, dall'uso che ne fece la scuola di Raffaello. (da "La Nuova Enciclopedia dell'Arte Garzanti", 1986)

 

BIBLIOGRAFIA
FINI, 1999


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 02.04.2001
    Ultima modifica: 14.12.2004

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