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Da Cassia alla Torre di Monte Maio (sentieri CAI n.472, 470 e 474) (Itinerari – ESCURS)


DA CASSIA ALLA TORRE DI MONTE MAIO (sentieri CAI n.472, 470 e 474) (Sant’Angelo in Vado)

Tempo di percorrenza: h 3.00  (percorso a palloncino)
Lunghezza: 8 km
Difficoltà: T.  Dislivello: 350 m
Ultima verifica dell'itinerario: 2024

Questo Demanio conserva tratti di paesaggi veramente unici, segnati dalla trasformazione di ex aree rurali in aree in cui la natura ha, da 50 anni, una libera evoluzione. Dall’alta valle del Candigliano boschi di cerro e calanchi si alternano fino al crinale che divide questo bacino da quello del Metauro.

La località Cassìa è raggiungibile da Apecchio o da Sant’Angelo in Vado, passando per la località San Martino, oppure da Urbania o Piobbico. Anche se il Monte Nerone è molto vicino, in questo territorio i suoli sono fatti di marne e arenarie, così che morfologia e vegetazione presentano numerose differenze.

Parcheggiato nei pressi del cartello che indica Cassia, appena ci mettiamo in cammino vediamo sulla destra, già immersi nelle edere, i ruderi della casa colonica che portava questo nome. Ci passiamo davanti e proseguiamo in piano attraversando il prato in direzione dello stradello che entra nel bosco. In questo punto possiamo trovare addobbi e altri riferimenti religiosi per la presenza di un’edicola sacra. Il sentiero prende a salire a sinistra su di una carrareccia dal fondo sconnesso, che poco più in alto si trasforma in roccia pura e ancora più su è segnato da profondi solchi. Tuttavia la pendenza non è elevata, la roccia non scivolosa e lo spazio per i nostri passi è sempre disponibile. Da quando il viottolo quasi spiana si inizia ad allargare la visuale: il bosco è a macchie di leopardo, talvolta di latifoglie, altre di aghifoglie e cipressi, e poi ci sono i calanchi, il più grande dei quali è davanti a noi, sul versante opposto. La vegetazione è rada: ginepri e ornielli crescono isolati nelle vicinanze del nostro passaggio. I muri cadenti di Cà Guglielmi quasi sembra che ci guardino passare. Dopo un piccolo dosso c’è una breve lieve discesa tra i cipressi che campeggiano sul lato a monte; poco dopo essere ritornati tra gli alberi autoctoni ci troviamo ad un bivio nel quale occorro girare a destra compiendo una curva secca. Ancora si cammina comodamente e dopo pochi minuti siamo all’incrocio con la strada carrabile che attraversa tutto il Demanio. Andiamo a sinistra e sulla breccia della carreggiata procediamo senza indugio per un paio di chilometri. La strada è interdetta al traffico di mezzi a motore: di tanto in tanto si aprono panorami, altre volte siamo nel bosco. Dietro ad una curva, sulla destra, un bellissimo calanco suddiviso da profondi solchi longitudinali. A ridosso della sbarra che delimita il Demanio rientriamo in un sentiero: ce n’è uno sulla destra che torna indietro salendo sul sottile crinale. La traccia non è sempre evidente ma ci dobbiamo abituare alle dimensioni della mulattiera, che negli ultimi anni al posto dei muli vede transitare biciclette. Superando spazi aperti brulli e gruppetti di arbusti e alberelli si arriva nel bosco dove il sentiero si biforca: dovremo andare a destra ma è in questo punto che cerchiamo la via per salire al cospetto della Torre di Monte Maio. La troviamo nascosta dagli alberi che ormai la sormontano, anche perché si è conservata solo una parte, ma a sufficienza per sprigionare una grande suggestione. Avvicinandoci un po’ riusciamo a notare l’erosione dei vecchi mattoni e a renderci conto di come la sua posizione fosse dominante sulle due valli. Torniamo indietro fino all’ultimo bivio e ci immettiamo sul sentiero che adesso, tornati dalla torre, troviamo alla nostra sinistra. Non ci sono i segnavia e anche la traccia lasciata dalle mountain bike è meno evidente, ma con la poca vegetazione che c’è e con la strada che presto vediamo apparire sotto di noi, non ci sono problemi ad orientarsi. Ripresa la strada demaniale andiamo a sinistra e poco dopo siamo all’incrocio con lo sterrato da cui siamo saliti dopo essere partiti da Cassia. Non dobbiamo che fare a ritroso il percorso e ricordarci che a breve c’è l’unico altro incrocio: quello che stavolta ci fa andare a sinistra con una curva a gomito.


Dettaglio scheda
  • Data di redazione: 19.10.2024
    Ultima modifica: 19.10.2024

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