Beni storici e artistici
C. Begni: S. Agostino viene ordinato sacerdote
Opera del pittore pesarese Giulio Cesare Begni (Pesaro 1620 - 1680) che lo eseguì nel 1640 per volontà dei frati agostiniani fanesi.
La storia narra che Agostino nel 391 si trovava ad Ippona per incontrare un funzionario imperiale. Il vescovo Valerio informava i fedeli della necessità di aggregarsi un sacerdote coadiutore; così costoro manifestarono la volontà di averlo a capo della comunità. Dunque fu ordinato sacerdote di Ippona nello stesso anno e qui rimase per trentanove anni, fino alla morte.
Risulta la composizione più classica del ciclo, perché le figure si dispongono a gruppi rispettando la simmetria. Nel gruppo di destra è ben riconoscibile il vescovo Valerio, mentre in quello di sinistra si riconosce Sant'Agostino nel personaggio aureolato che innalza le mani in segno di prostrazione e volge lo sguardo verso un'immagine - oggi lacunosa - posta entro una cappella. In questo episodio si ravvisa l'espediente tecnico del non finito, adottato dal pittore nella realizzazione dell'interno architettonico; quest'ultimo risulta privo di volume, poiché disegnato dall'essenzialità di segni abbozzati. Il risultato che ne deriva è quello di una scenografia fittizia. In tal modo il pittore riuscirà a dare il giusto rilievo ai personaggi e a subordinarne l'ambientazione. L'intento non è comunque realistico, poiché il fuoco prospettico della scenografica architettura sfonda su una veduta paesaggistica anziché, come vorrebbe la resa realistica, in una cappella absidata. E non sarà azzardato il confronto con La scuola di Atene di Raffaello, dal quale il pesarese avrebbe sicuramente desunto, se non l'impareggiabile maestria esecutiva, almeno lo schema compositivo.
Dettaglio scheda
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Data di redazione: 22.07.2004
Ultima modifica: 12.12.2009




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